Versare o piangere lacrime di coccodrillo è un modo di dire particolarmente noto e utilizzatissimo sia nella lingua parlata che in quella scritta per il suo significato metaforico; vi si ricorre per riferirsi a colui che, con molta ipocrisia, finge di essere mortificato e pentito di un danno recato ad altri quando in realtà la cosa lo lascia del tutto indifferente o addirittura gli provoca intimamente piacere.
(Il governo “aveva tutte le condizioni per non doversi rammaricare, le trovo un po’ lacrime di coccodrillo“. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, in merito alle dichiarazioni del ministro del Welfare, Elsa Fornero, che si è rammaricata per non avere avuto la piena condivisione. – Tgcom24, 24 marzo 2012).
Una raccolta di proverbi attribuita a Plutarco suggerisce che l’espressione fosse già nota nell’antichità.
Nell’antica Grecia si utilizzava anche un’espressione che aveva lo stesso significato figurato: lacrime megaresi (gli abitanti di Megara erano ritenuti particolarmente ipocriti e falsi dagli ateniesi).
Perché si dice “piangere lacrime di coccodrillo”?
Perché si dice “piangere lacrime di coccodrillo”? Il curioso modo di dire deriva da un’antichissima credenza, un vero e proprio mito duro da sfatare, secondo cui i coccodrilli versano lacrime quando si nutrono della preda che hanno appena ucciso. In realtà, la lacrimazione dei coccodrilli, a volte davvero copiosa, ha motivazioni meramente fisiologiche; le lacrime che versano infatti hanno lo scopo di ripulire e lubrificare il bulbo oculare in modo che venga facilitato il movimento della seconda palpebra che protegge l’occhio del grosso rettile durante l’immersione in acqua. Le lacrime inoltre, servono ai coccodrilli anche per espellere i sali che con il passare del tempo si accumulano nell’organismo (al contrario degli esseri umani, i coccodrilli non sudano).
Vale la pena ricordare che esiste una patologia, la sindrome di Bogorad, caratterizzata dalla lacrimazione del soggetto durante la masticazione del cibo; tale condizione, proprio in riferimento all’antica credenza, è nota anche come “sindrome delle lacrime di coccodrillo”.
Lacrime di coccodrillo in altre lingue
L’espressione “lacrime di coccodrillo” è presente, sempre col medesimo significato, anche in altre lingue, fra cui l’inglese (crocodile tears) e il francese (larmes de crocodile).

Chi piange “lacrime di coccodrillo” finge di essere mortificato e pentito di un danno recato ad altri quando in realtà la cosa lo lascia del tutto indifferente o addirittura gli provoca intimamente piacere