Il lavoro nobilita l’uomo è un’espressione proverbiale che è spesso attribuita al grande naturalista inglese Charles Darwin, colui al quale si deve, insieme ad Alfred Russell Wallace, l’elaborazione nella sua forma compiuta della teoria dell’evoluzione; non esistono però documentazioni che provino che sia stato proprio il grande scienziato londinese a coniare l’ormai famosissimo proverbio.
Autore a parte, il significato della frase è piuttosto chiaro, il lavoro è una cosa grazie alla quale l’uomo si nobilita, ovvero diventa migliore, eleva la sua dignità.
Vista l’universalità del tema, non mancano battute e riflessioni scherzose sul proverbio fra cui quella molto cinica di origine popolare “il lavoro nobilita l’uomo e lo rende simile alla bestia”; sicuramente più sottile e ironica quella del poeta Michelangelo Cammarata che afferma: “Il lavoro nobilita l’uomo e arricchisce qualcun altro”.
Davvero il lavoro nobilita l’uomo?
Non mancano certo le discussioni sulla “bontà” della frase visti i cambiamenti che nei secoli sono arrivati sul fronte delle attività lavorative. Ci limitiamo a riportare la riflessione che facciamo in un nostro articolo che tratta appunto del tema lavoro:
La vecchia frase che “il lavoro nobilita” nel terzo millennio non ha più senso. Se una volta chi non lavorava era preda dell’ozio e dei vizi, oggi si può usare il proprio tempo libero in modo eticamente corretto per sviluppare i propri hobby. Ciò non significa che non si debba lavorare (sono pochi quelli che possono permettersi di non farlo…), ma che lavoro e hobby hanno pari dignità.

Davvero il lavoro nobilita l’uomo?