Il gioco non vale la candela è un’espressione molto comune utilizzata per esprimere la propria riluttanza a fare qualcosa il cui risultato non avrà un valore proporzionato agli sforzi e ai sacrifici compiuti per ottenerlo.
Origine del modo di dire
Come spesso accade nel caso di famosi modi di dire, l’origine dell’espressione è piuttosto curiosa. Alcuni la attribuiscono al filosofo francese Michel de Montaigne che sembra averla coniata per riferirsi alle partite a carte che venivano giocate alla sera nelle locande e nelle osterie; a quei tempi, l’illuminazione veniva fatta con le candele e, una volta terminata la partita, i giocatori lasciavano all’oste una piccola cifra per ripagarlo del consumo di queste; talvolta però le vincite erano così basse che non bastavano a ripagare quanto si sborsava per la candela consumata; da qui il curioso modo di dire.
Secondo alcuni “il gioco non vale la candela” è una variazione di un’altra espressione, invero meno comune, “il santo non vale la candela” (ovvero, un santo che non è in grado di fare miracoli non merita l’accensione di un cero votivo).
Il gioco non vale la candela: in inglese e in francese
L’espressione è utilizzata con il medesimo significato anche in lingua inglese (The game isn’t worth the candle) e in lingua francese (Le jeu n’en vaut pas la chandelle).