Gli ultimi tre giorni di gennaio sono conosciuti come i giorni della merla, associando a questa espressione un irrigidimento del clima che ogni anno renderebbe questi giorni particolarmente freddi. Da un punto di vista scientifico, non è proprio così perché le statistiche meteorologiche indicano che dopo il 10 gennaio la temperatura si alza. Molti si chiedono l’origine di questa espressione, ma non c’è una risposta univoca, solo diverse leggende sotto riassunte brevemente.
Nel mondo greco – Gli antichi consideravano gli uccelli messaggeri degli dèi e la merla era l’uccello che preannunciava la visita di Persefone alla madre Demetra (Cerere per i romani) che fra i suoi compiti aveva anche quello di far arrivare la primavera. Se nei giorni in cui la merla usciva dal nido non faceva freddo, l’inverno sarebbe durato ancora a lungo, perché Persefone sarebbe arrivata dopo; se invece le giornate erano molto fredde, l’inverno sarebbe finito presto, perché Persefone si sarebbe recata dalla madre per chiedere giornate più miti (cioè l’arrivo della primavera).
La leggenda del comignolo – Raccontata con diverse sfumature in molti luoghi (Cremona, Forlì, Maremma), parla di una merla che, per ripararsi dal freddo, si rifugiò in un comignolo. Quando ne uscì il primo febbraio lei era tutta grigia. Questo spiegherebbe perché le femmine sono grigie, mentre i maschi adulti sono neri. Poiché anche i giovani merli, a prescindere dal sesso, sono grigi, alcune versioni della leggenda raccontano che insieme alla merla ci fossero anche i suoi piccoli, usciti anch’essi grigi dal comignolo, Peccato che scientificamente abbia poco pregio perché i merli non nidificano certo d’inverno e i piccoli escono dalle uova circa a metà marzo.

Un esemplare maschio di merlo comune (Turdus merula Linneo, 1758); una leggenda sui giorni della merla spiegherebbe perché le femmine e i giovani sono grigi, mentre il maschio è nero
L’odio del mese di gennaio – Gennaio (originariamente di 28 giorni) era particolarmente dispettoso nei confronti della povera merla che maltrattava con un clima impossibile. Per sfuggire alle angherie di Gennaio, la merla decise di fare scorta di provviste e di non uscire dal nido finché il clima non sarebbe stato più tollerabile; ma Gennaio non si diede per vinto e aggiunse altri tre giorni. La merla dovette allora ritirarsi nel comignolo di cui parla la maggioranza delle leggende. Questa leggenda può quindi essere considerata come l’antefatto della precedente.
La leggenda culinaria – Nel modenese si racconta che negli ultimi giorni di gennaio faceva così freddo che le donne che gestivano la casa passavano questi giorni al caldo, preparando la polenta con un sugo preparato con la carne di uccelli, principalmente merli, in quei giorni facilmente catturabili perché indeboliti dal freddo.
In molte zone del Nord Italia i giorni della merla si festeggiano con canti e manifestazioni popolari per ricordare l’antica realtà contadina.