Franchi tiratori è una locuzione ricorrente nel linguaggio giornalistico e in quello politico; con essa si fa riferimento a quei parlamentari che, disattendendo le indicazioni dei propri partiti di appartenenza, nelle votazioni a scrutinio segreto, votano in modo opposto a quello dei loro colleghi di partito o della coalizione di appartenenza; a seconda del loro numero, i franchi tiratori possono far sorgere la necessità di una verifica della solidità della maggioranza di governo. In passato, le votazioni a scrutinio segreto erano numerose e non erano rare le occasioni in cui tali figure creavano problemi di una notevole importanza all’interno della maggioranza parlamentare; con la modifica di diversi regolamenti parlamentari e con l’abolizione di varie ipotesi di voto a scrutinio segreto, l’importanza dei franchi tiratori è attualmente meno rilevante che in passato.
Franchi tiratori: origine dell’espressione
L’origine dell’espressione in questione risale alla fine del XVIII sec.; i franc tireurs erano le milizie volontarie che erano state create per difendere la terra francese in occasioni delle invasioni del 1792 e del 1815. Nella Seconda guerra mondiale con tale espressione si faceva riferimento ai cosiddetti “cecchini”, tiratori che, da postazioni opportunamente scelte e ben riparate colpivano con fucili di precisione, in modo imprevisto, singoli obiettivi nemici (da qui l’uso metaforico dell’espressione nel gergo politico).

Palazzo Montecitorio, Roma (edificio storico in cui ha sede la Camera dei deputati della Repubblica Italiana)