Essere o non essere è la battuta pronunciata all’inizio del monologo di Amleto nella prima scena del terzo atto del dramma shakespeariano The Tragicall Historie of Hamlet, Prince of Denmark, da tutti noto semplicemente come Amleto e composto all’inizio del XVII sec. In sintesi, l’opera mette in scena la vicenda di Amleto e la sua tragica vendetta contro suo zio Claudio, che aveva ucciso il fratello (e padre di Amleto), il re di Danimarca, per usurpargli il trono. Il terzo atto è il più rappresentativo del dramma perché, oltre a contenere il celeberrimo monologo di Amleto, è anche quello in cui si svolge la rappresentazione teatrale che serve al protagonista per smascherare i misfatti dello zio e della corte.
Il celebre monologo è costellato di domande che Amleto rivolge a sé stesso e che lo pongono di fronte a numerose alternative, senza però che egli riesca a scegliere quella più adeguata o giusta, e dunque mantenendolo nel dubbio e nell’indugio, con la sola certezza che il male sia una dimensione connaturata alla condizione umana. L’incipit «Essere o non essere: questo è il problema» (traduzione dell’originale To be, or not to be, that is the question) è, di fatto, un interrogativo che pone Amleto di fronte a due strade: continuare a vivere nelle avversità proprie dell’esistenza oppure andare incontro alla morte e abbandonarsi al nulla («Morire per dormire. Dormire, forse sognare»)?
Amleto riflette però sul fatto che è la capacità umana di pensare che blocca l’individuo al momento dell’azione, portandolo a sopportare e a soffrire «le frustate e le irrisioni del secolo, i torti dell’oppressore, gli oltraggi dei superbi, le sofferenze dell’amore non corrisposto, gli indugi della legge, l’insolenza dei potenti e lo scherno che il merito paziente riceve dagli indegni». Tutto questo perché l’uomo teme l’ignoto dopo la morte:
«chi s’adatterebbe a portar cariche, a gemere e sudare sotto il peso d’una vita grama, se non fosse che la paura di qualcosa dopo la morte – quel territorio inesplorato dal cui confine non torna indietro nessun viaggiatore – confonde e rende perplessa la volontà, e ci persuade a sopportare i malanni che già soffriamo piuttosto che accorrere verso altri dei quali non sappiamo nulla».
Se l’uomo non fosse capace di pensare, egli darebbe «a sé stesso la propria quietanza con un nudo pugnale», anziché rimanere costretto nella non azione e assalito dai dubbi.
Nel linguaggio comune, la frase “essere o non essere” è spesso citata quando si vuole esprimere, per lo più con intenti ironici o scherzosi, il dubbio sul senso e sulla validità della vita e le conseguenti difficolta di scelta e di giudizio.
Un’altra famosissima citazione tratta dall’Amleto è “C’è del marcio in Danimarca“.

Statua di Amleto a Stratford-upon-Avon (città natale di William Shakespeare)