Colosso dai piedi di argilla: fu così che Denis Diderot definì la Russia imperiale (XVIII sec.) della monarca Caterina II. Sembra che la frase sia stata pronunciata dall’enciclopedista francese a Pietroburgo in seguito al suo fallito tentativo di convincere Caterina della necessità di applicare principi e riforme nella legislazione e nella politica.
Oggi, in senso figurato, la frase viene utilizzata per riferirsi a una persona o a un’istituzione che, pur avendo un’apparenza grandiosa e imponente, poggia su basi molto fragili.
All’origine della frase c’è un racconto biblico riportato nel libro del profeta Daniele: il re Nabucodonosor sognò un gigante con la testa d’oro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte d’argilla. La visione fu interpretata dal profeta come la successione dei vari regni presenti sulla Terra, destinati alla rovina a causa della provvisorietà dei valori su quali erano fondati. Il colosso crollò allorquando il suo piede fu colpito da un sassolino scagliato da Dio.

Statua di Denis Diderot a Langres (Francia)