Chi vuol essere lieto, sia è un verso della celebre Canzona di Bacco (nota anche come Il trionfo di Bacco e Arianna), composta, in occasione del carnevale del 1490, da Lorenzo de’ Medici detto “il Magnifico”).
La Canzona di Bacco è un “trionfo”, ovvero una composizione scritta per essere cantata da un corteo (o trionfo, per l’appunto) di maschere che rappresentavano soggetti mitologici.
Il Carnevale aveva tutto il popolo come attore in una forma di democrazia della felicità che il verso del Magnifico sottolinea e accentua al di là delle reali possibilità dei suoi semplici concittadini. Durante il Carnevale si sospendeva ogni incertezza, ogni dolore (come avviene oggi nel Carnevale di Rio) e il Carnevale diventava un’allegoria, un non-luogo, dove libertà e ricerca del piacere si prendevano gioco non solo delle difficoltà della vita, ma anche della morale del tempo, con canti che spesso inneggiavano alla pura esaltazione della sessualità come forte energia vitale.
Lorenzo invita il lettore a godersi ciò che avviene nel presente (una forte esaltazione del carpe diem di Orazio), soprattutto durante gli anni della giovinezza, una fase dell’esistenza che fugge continuamente; chi vuole essere felice, lo sia adesso perché non è possibile avere certezze sul futuro che ci aspetta.
Per dipingere l’esaltazione della giovinezza Lorenzo scelse il mito di Bacco e Arianna.

Chi vuol essere lieto, sia è un verso della celeberrima Canzona di Bacco (nota anche come Trionfo di Bacco e Arianna, composta, in occasione del carnevale del 1490, da Lorenzo de’ Medici (altresì noto come “il Magnifico”).