Chi è causa del suo mal pianga sé stesso è un proverbio italiano dal significato piuttosto chiaro: chi ha prodotto per proprio conto una determinata situazione che ha finito per danneggiarlo deve prendersela unicamente con sé stesso e non con altre persone o con la sorte avversa. Si tratta quindi, sostanzialmente, di un invito ad assumersi le proprie responsabilità
(“«Chi è causa del suo mal pianga sé stesso». È questa la mia critica nei confronti di quei cittadini che oggi protestano, perché non serve bruciare le tessere elettorali, come hanno fatto le “mamme vulcaniche” in questi giorni, ma serve la capacità di analisi e di autocritica“; uomoplanetario.org, 27 ottobre 2010).
(“In un commento su Facebook, la Brigliadori ha usato parole terribili per Nadia Toffa: «Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, il destino mostra le false teorie nella vita e dove la salute scompare la falsità avanza», ha scritto, rispondendo al commento di un altro utente“. Corriere Adriatico, 18 giugno 2018).
Secondo alcune fonti, il proverbio è una rivisitazione di un verso dantesco (Inferno, canto XXIX): «Dentro a quella cava dov’io tenea or li occhi sì a posta, credo ch’un spirto del mio sangue pianga la colpa che là giù cotanto costa». Una variante meno usata è Chi è cagion del suo mal, pianga sé stesso.
In lingua inglese lo stesso concetto è reso con la frase “You’ve made your bed, now lie in it” (Hai rifatto il tuo letto, ora dormici).

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso è un proverbio che invita ad assumersi le proprie responsabilità senza addossarle ad altri.