Castigat ridendo mores è una locuzione latina piuttosto nota la cui traduzione è “corregge i costumi ridendo”; la scritta è presente sui frontoni di molti teatri e indica che la satira e la commedia, attraverso l’ironia che viene fatta sui vizi e sui difetti umani, danno un importante contributo al cambiamento dei costumi.
(“Ma proprio per questo, poiché Rossi ha una spiccata personalità teatrale, il suo «Arlecchino» è anche un po’ Bertoldo: bocca della verità che prende di mira i potenti e «castigat ridendo mores», non alieno da battute fulminanti e feroci riferimenti alla cronaca, pronto a cogliere ogni nesso che gli permetta di inserire riferimenti alle disastrate condizioni dell’Italia di oggi“; La Stampa, 21 gennaio 2015).
Dobbiamo questa frase a un poeta francese del XVII sec., Jean de Santeul, noto come Santolius, che la compose per un busto di Arlecchino destinato a decorare il proscenio della Comédie Italienne a Parigi.
Talvolta la si usa riferendosi all’opera di coloro (spesso agli scrittori) che danno insegnamenti morali in modo divertente e soltanto apparentemente leggero.
Un’altra espressione latina, attribuita a Orazio, dal significato sostanzialmente analogo, è “Ridentem dicere verum: quid vetat?” ovvero “Dire la verità ridendo: cosa lo vieta?“.

Ritratto di Jean Baptiste Santeul
Frasi celebri, motti e modi di dire – Locuzioni e frasi latine