Capro espiatorio è un’espressione frequentemente utilizzata per far riferimento a qualcuno o qualcosa (una persona, un gruppo, un’organizzazione ecc.) indicati come i soli responsabili di colpe non proprie o solo parzialmente loro. La ricerca di un capro espiatorio è quindi quel processo che si instaura per attribuire a qualcuno o qualcosa, la responsabilità di un grave problema, spesso con l’obiettivo di nascondere le vere cause o i veri responsabili.
Capro espiatorio – Significato e origine dell’espressione
Il significato dell’espressione ha origini molto antiche; deriva infatti dal rito che gli ebrei compivano nel giorno del kippūr (ovvero il giorno dell’espiazione): due capri venivano portati al Tempio di Gerusalemme; qui il sommo sacerdote sceglieva quello da immolare (espiatorio) e destinare a Dio e quello da abbandonare nel deserto (emissario) al demone Azazel, non prima però di averlo “caricato”, tramite l’imposizione delle mani, di tutti i peccati della comunità. Riti simili – di trasmissione del male – erano compiuti anche presso altri popoli, per lo più di origine orientale (assiri, babilonesi ecc.).
Il rito del capro espiatorio è descritto nel libro del Levitico al capitolo 16:
“Aronne offrirà il proprio giovenco in sacrificio espiatorio e compirà l’espiazione per sé e per la sua casa. Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore all’ingresso della tenda del convegno e getterà le sorti per vedere quale dei due debba essere del Signore e quale di Azazel. Farà quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore e l’offrirà in sacrificio espiatorio; invece il capro che è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, perché si compia il rito espiatorio su di lui e sia mandato poi ad Azazel nel deserto”.

Nella Lettera di Barnaba, uno scritto dell’età sub-apostolica, il capro espiatorio è la prefigurazione di Gesù Cristo e del suo sacrificio.
Capro espiatorio – Esempi
Di seguito si riportano vari esempi di utilizzo dell’espressione tratti da articoli di quotidiani diffusi a livello nazionale.
(“Ed è caduto, tra ironie postume e ingenerose accuse, l’ultimo mito della sinistra europea, fabbricato dalla fantasia e sfasciato dall’ipocrisia di chi, di volta in volta, cerca un capro espiatorio fuori di sé. Per non guardarsi dentro“; La Stampa, 24 febbraio 2010).
(“«Si tratta di una montatura contro di me. Stanno cercando un capro espiatorio perché pensano che i risultati di domenica non saranno soddisfacenti come vorrebbero». Ecco la linea sulla quale si attesta Massimo D’Alema“; La Stampa, 16 giugno 2016).
(“«Mai ho organizzato intrighi o complotti. Sono convinto di essere stato solo un capro espiatorio. Mi sono sempre attenuto alle indicazioni dei Papi con i quali ho collaborato»”; intervista al cardinale Tarcisio Bertone, La Stampa, 20 marzo 2018).
(“Non voglio alimentare dubbi, ho fiducia nel governo e avverto la difficoltà dell’ora ma non posso non vedere che la scuola, fino a oggi, è stata davvero il capro espiatorio delle difficoltà del Paese. Con una beffa in più. Insomma, sono importanti le disposizioni governative, da rispettare sempre, e la didattica, la ricerca, le metodologie pedagogiche; ma conta molto, credo, anche ciò che si vive sul campo“; Il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2020).
(“E quindi subito la chiusura delle discoteche. Una grandissima ipocrisia. Basterebbe conoscere e vivere le serate estive per capire che i luoghi di eventuali assembramenti sono anche altri e sparsi in ogni occasione. Basterebbe vedere le spiagge. Ma dicevo l’ipocrisia populista a questo serve: dare in pasto un capro espiatorio per distrarre l’attenzione dai veri problemi“; Il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2020).
(“Il primo tipo di errore è quello già dipinto da Manzoni: la ricerca di un capro espiatorio. Durante le varie fasi dell’epidemia ne abbiamo trovati diversi. I cinesi, i runner, gli immigrati sui barconi, i giovani che si affollano nell’ora della movida, i continentali che invadono un’isola. Tutti potenziali portatori e diffusori di virus, e quindi facili colpevoli. Magari in qualche caso l’idea dell’untore è anche epidemiologicamente plausibile, poiché il virus si diffonde attraverso i contatti sociali“; la Repubblica, 31 ottobre 2020).
(“Prodotto da Elsinor, lo spettacolo si presenta come una lettura scenica affidata a Stefano Braschi (riduzione drammaturgica dello stesso Braschi e Nicolò Valandro e si rifà alle celebri pagine di Alessandro Manzoni, uscite nel 1842 sotto forma di romanzo-inchiesta, dedicate al processo agli untori che ebbe luogo a Milano in occasione della terribile peste del 1630, in un clima allucinato dalla diffusione del morbo, tra sospetti e dicerie, alla ricerca di un capro espiatorio“; Il Tirreno, 10 luglio 2020).

Il capro espiatorio è, in senso figurato, la persona o la cosa, a cui sono attribuite tutte le responsabilità di un problema che si è venuto a creare
In inglese
In lingua inglese l’espressione capro espiatorio è resa con il termine scapegoat.
(“For some, Tedros Adhanom Ghebreyesus, the Ethiopian director-general of the WHO, has become a figure of hate, not to say xenophobia. Like Anthony Fauci, director of the US National Institute of Allergy and Infectious Diseases, he has been made a scapegoat for politicians, not least US President Donald Trump, for their own flailing response to the pandemic”; Financial Times, 14 ottobre 2020“).
(Per alcuni, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale etiope dell’OMS, è diventato oggetto di odio, se non addirittura di xenofobia. Come Anthony Fauci, direttore dello US National Institute of Allergy and Infectious Diseases, è diventato il capro espiatorio dei politici, non ultimo il presidente degli USA Donald Trump, per la loro fallimentare risposta alla pandemia).