Il termine caporetto è utilizzato in italiano come sostantivo femminile e ha il significato figurato di “disfatta ingloriosa”, “sconfitta pesantissima”, “fallimento assoluto”, “sciagura enorme”; “batosta senza eguali”; “umiliante débâcle”; “capitolazione” ed espressioni concettualmente simili.
Frequentissimo il suo uso in ambito politico (per esempio quando si parla di una batosta subita alle elezioni) e in quello sportivo (per esempio in riferimento a una sconfitta particolarmente pesante e umiliante). Per quanto il termine sia un sostantivo, vista la sua origine, dettagliata nel paragrafo successivo, è talvolta scritto con l’iniziale maiuscola.
Perché si dice “è stata una Caporetto”?
L’utilizzo odierno del termine caporetto ha origine da una delle più pesanti sconfitte subite dalle truppe italiane nei periodi di guerra.
Caporetto è un piccolo comune della Slovenia (in sloveno il nome è Kobarid) che si trova vicino al confine italiano; conta 33 località; quella più popolosa è il centro omonimo. In origine faceva parte della provincia di Gorizia; in seguito, nel 1947 per la precisione, fu ceduto alla Jugoslavia.
Questa piccola località deve la sua fama, ormai imperitura, al fatto di essere stata teatro di un sanguinoso scontro (battaglia di Caporetto, 1917) che risultò disastroso per le truppe italiane scontratesi con quelle austro-ungariche e tedesche. L’esercito italiano, del tutto impreparato alla difesa, e duramente provato dai tanti scontri precedenti, fu costretto a ritirarsi attestandosi presso il fiume Piave che si trova a circa 150 km di distanza da Caporetto.
La tremenda disfatta ebbe in patria conseguenze politiche (caduta del governo) e militari (sostituzione del generale Luigi Cadorna con il generale Armando Diaz).
Da allora, il nome della cittadina è assurto a simbolo di ingloriosa sconfitta e oggi è presente in tutti i dizionari di italiano in qualità di sostantivo femminile invariabile.

Il sacrario militare di Caporetto è un sacrario militare italiano situato a Caporetto (Kobarid), in Slovenia; ospita le spoglie di 7.014 italiani caduti nel corso della Prima guerra mondiale.
Esempi di utilizzo
Di seguito alcuni esempi di utilizzo del termine tratti da articoli di quotidiani diffusi a livello nazionale.
(“Dopo il lunedì da leoni del tennis italiano un martedì piovoso, che ha permesso di iniziare i match solo con molte ore di ritardo, è stata una Caporetto. Sono usciti, dopo un tentativo di rimonta, sia Andreas Seppi, sconfitto 6-2 3-6 7-6 dal francese Lucas Pouille (n.16 Atp) sia Filippo Baldi, superato 6-4 4-6 6-4 dal georgiano Basilashvili (74 Atp)“; La Stampa, 16 maggio 2018).
(“L’ultima tornata del voto amministrativo in Lombardia per il Partito Democratico si è trasformata in una nuova Caporetto. Al centrosinistra, infatti, rimangono solo il Comune e la Provincia di Mantova e i municipi di Sondrio e Lodi dove non si è votato“; la Repubblica, 9 giugno 2009).
(“La sirena a palazzo Grazioli ha iniziato a suonare dopo gli ultimi sondaggi: il rischio che le regionali possano essere una Caporetto per il Pdl a questo punto è più che concreto. A meno di una sterzata, come quella che appunto sta cercando di imprimere il Cavaliere alzando i toni dello scontro, a fine marzo il tabellone segnerà soltanto 4 regioni alla maggioranza contro 9 all’opposizione“; la Repubblica, 12 marzo 2010).
(“A Germania 2006 sono arrivate quelle che con spregio i nigeriani definiscono “cheap nations”, nazioni che non valgono una lira. Ci si aspettava una Caporetto africana, si è arrivati a fare paragoni con lo Zaire dell’altra Germania, 1974, con le tre sconfitte e il 9-0 dalla Jugoslavia“; La Gazzetta dello Sport, 15 giugno 2006).
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