Cadere tra le braccia di Morfeo è un’espressione, usata per lo più in tono scherzoso, il cui significato è “dormire in modo profondo e tranquillo”. Nella mitologia classica Morfeo era il figlio di Ipno e di Notte; era il dio dei sogni, non del sonno (tale attributo era riservato al padre Ipno). Non è un caso che dal nome Morfeo sia derivato il termine morfina, potente alcaloide dalle proprietà soporifere e analgesiche.
Morfeo era nato da un rapporto incestuoso tra il dio e sua madre. Ovidio lo cita nelle Metamorfosi (insieme ai suoi due fratelli, Fobetore e Fantaso) e gli attribuisce la facoltà di impersonificare altre persone nei sogni degli uomini; il fratello Fobetore entra invece negli incubi sotto le spoglie di creature mostruose mentre Fantaso entra negli oggetti presenti nei nostri sogni.

Tra le braccia di Morfeo (In the Arms of Morpheus) di William Ernest Reynolds Stephens (fonte: www.meisterdrucke.it)
Tra le braccia di Morfeo – Esempi di utilizzo dell’espressione
Di seguito alcuni esempi dell’utilizzo dell’espressione tratti da articoli di quotidiani con tiratura nazionale.
(“Poter continuare a dormire è anche ciò che la maggioranza si augura per il proprio risveglio ideale. Alla domanda «come vorresti che fosse il tuo risveglio ideale?» il 26,3% delle navigatrici e il 22,2% dei navigatori hanno chiesto di poter restare tra le braccia di Morfeo“; La Stampa, 10 luglio 2009).
(“Incrociando analisi genetica e abitudini di sonno riportate in un questionario da oltre 4 mila persone, era emerso infatti che chi possiede in doppia copia una specifica variante del gene ABCC9 ha bisogno di meno ore di sonno: 4 ore di riposo a notte sono più che sufficienti per queste persone, “alfieri” del sonno breve fra cui si annoverano illustri personaggi della storia, da Napoleone, a Churchill, a Margaret Thatcher. Ma se alla “Lady di ferro” bastava trascorrere poche ore tra le braccia di Morfeo, altri volti noti non sarebbero sopravvissuti ai suoi ritmi. Uno fra tutti Albert Einstein, che di ore a notte ne dormiva ben 11“; La Stampa, 5 dicembre 2011).
(“Non sono solo una cena pesante o qualche preoccupazione a decretare la rovina di una buona notte di sonno. Anche gli odori giocano un ruolo importante: così, se la stanza da letto profuma o il cuscino è cosparso di essenze piacevoli abbandonarsi tra le braccia di Morfeo diventa un gioco da ragazzi. Se, invece, si tenta di addormentarsi fra odori spiacevoli gli incubi sono praticamente assicurati“; la Repubblica, 21 settembre 2008).
(“Chi non vorrebbe avere accanto al letto una splendida e ampia vasca, nella quale concedersi un bagno caldo esattamente pochi minuti prima di scivolare tra le braccia di Morfeo?“; Il Messaggero, 23 agosto 2018).