Fare buon viso a cattivo gioco è un modo di dire utilizzato piuttosto frequentemente, sia nel linguaggio scritto che in quello parlato; è un’espressione figurata utilizzata con il significato di rassegnarsi (o adattarsi) a una situazione che ci è sfavorevole mascherando il proprio dispiacere o il proprio disappunto.
(“È una serata di grande amarezza”. Carlo Ancelotti è l’immagine sbigottita di tutto il Milan di fronte alla sconfitta di La Coruña. Un crollo inaspettato e ancor più doloroso. “Una cosa inspiegabile” dice l’allenatore. Una squadra spenta, annichilita dalla velocità e dall’orgoglio degli spagnoli che hanno ribaltato il 4 a 1 dell’andata e si sono assicurati il passaggio alla semifinale di Champions. Adriano Galliani prova a fare buon viso a cattivo gioco: “Questo è l’anno in cui le grandi in Champions erano destinate tutte ad andare male: il Manchester United, poi la Juve, poi l’Arsenal e il Real Madrid, adesso noi. È l’anno degli outsider“. la Repubblica, 8 aprile 2004).
Con lo stesso significato si utilizza l’espressione “fare buon viso a cattiva sorte“.
In lingua inglese, il fare buon viso a cattivo gioco si può rendere con espressioni quali:
- make the best of a bad job
- make the best of a bad situation
- grin and bear it
- keep a stiff upper lip.

Fare buon viso a cattivo gioco significa rassegnarsi a una situazione sfavorevole mascherando il proprio disappunto