Ad impossibilia nemo tenetur è un’espressione latina che significa “nessuno è tenuto a fare cose impossibili”.
È un brocardo latino di antica origine, ma che ancora oggi costituisce una delle norme principali del diritto che regola le obbligazioni. Sinteticamente la frase illustra infatti un principio fondamentale di tale diritto; in sostanza si afferma che tra i requisiti di un contratto ci deve essere quello della possibilità del suo oggetto; se tale oggetto è impossibile fin dall’origine, il rapporto contrattuale non si instaura nemmeno; se, invece, l’impossibilità della prestazione sorge in seguito – ed essa è oggettiva e inevitabile – si ha l’estinzione dell’obbligazione. Se l’obbligato è in grado di provare che l’inadempimento del contratto non è a lui imputabile, la sua responsabilità è esclusa.
Nel nostro ordinamento giuridico, il principio espresso dalla frase “ad impossibilia nemo tenetur” è rintracciabile nell’art. 1256, comma 1, del Codice Civile e segg.; tale articolo afferma infatti che “ l’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile“.
Detto principio è previsto non solo nel diritto italiano, ma anche in quello di diversi altri Paesi.
Nota – Una variante più rara dell’espressione è nemo ad impossibilia tenetur.

Ad impossibilia nemo tenetur è un principio cardine del diritto delle obbligazioni
Espressioni latine dal medesimo significato
Espressioni latine che hanno sostanzialmente lo stesso significato sono le seguenti:
- Impossibilium nulla obligatio est (non c’è nessun obbligo nei confronti delle cose impossibili)
- Ultra posse nemo obligatur (nessuno è obbligato al di là delle proprie possibilità)
Ad impossibilia nemo tenetur – Uso nel linguaggio comune
L’espressione non è utilizzata soltanto in ambito giuridico, ma anche nel linguaggio comune dove, ovviamente, assume un significato generico; è infatti utilizzata per giustificare il mancato rispetto di un impegno per cause di forza maggiore o comunque per oggettiva impossibilità. Si vedano gli esempi seguenti.
(“Riccardo Monti, coordinatore del Consorzio delle aziende interessate alla costituzione di un hub della mobilità sostenibile che rileverebbe il sito, dal canto suo sostiene che è stata «dimostrata una grandissima buona volontà per restringere i tempi, ma non è possibile farlo in breve tempo. Non è facile fare nulla prima di fine anno, ad impossibilia nemo tenetur»”; Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2021).
(“Eppure, come dicevano gli antichi, «ad impossibilia nemo tenetur». I miracoli non si possono fare. Anzi, semmai continua a piovere sul bagnato visto che il gruppo californiano ha dovuto fare i conti, una decina di giorni fa, con il power crunch cinese, la crisi energetica provocata dal combinato disposto dei prezzi record raggiunti dal carbone e dal rafforzamento delle misure per il taglio delle emissioni inquinanti disposte da Pechino“; Il Giornale, 14 ottobre 2021).
(“Andando via con Gianfranco Fini, dopo l’ultimo confessionale con il lussemburghese Jean-Claude Junker, il premier italiano è parso pessimista e ha parlato di “difficoltà”. Poi ha ripetuto (in latino) il concetto già espresso ieri e che è diventato un po’ il leit motiv di questo vertice: “ad impossibilia nemo tenetur“; la Repubblica, 13 dicembre 2003).
Frasi celebri, motti e modi di dire – Locuzioni e frasi latine