A buon intenditor poche parole è un proverbio italiano fra i conosciuti e utilizzati; il suo significato è piuttosto chiaro: se una persona è intelligente, non ha certo bisogno di molte spiegazioni per capire un certo concetto, anche se questo viene espresso in modo sommario e con pochi indizi.
L’espressione può essere utilizzata con due diverse finalità, sia propriamente, per affermare che non c’è bisogno di dilungarsi con tante spiegazioni o dettagli perché quello che si vuole dire è di per sé abbastanza chiaro o intuitivo, sia con toni di avvertimento o di minaccia (“Ha capito benissimo a cosa sto alludendo…”; “Ci siamo capiti, vero? Si regoli di conseguenza!”).
Spesso, sia nel linguaggio scritto che in quello parlato, la frase viene lasciata in sospeso (A buon intenditor…).
In latino lo stesso concetto viene reso con la nota locuzione intelligenti pauca.
Un’altra espressione latina che ha un analogo significato è dictum sapienti sat est la cui traduzione in italiano è per il savio basta una parola [Tito Maccio Plauto in Persa (Il persiano)].
A buon intenditor poche parole – Esempi
Di seguito alcuni esempi di utilizzo dell’espressione tratti da articoli di quotidiani diffusi a livello nazionale.
(“La Bce, quindi, non può che proseguire con le sue misure eccezionali, però i Paesi che non hanno spazio fiscale «non devono cercarlo dove non ce l’hanno ma lavorare sulla composizione della spesa». A buon intenditor poche parole“; La Stampa, 6 febbraio 2017).
(“La contestazione della gradinata Perachino tocca anche la politica, durante la partita di campionato del Savona contro la Lupa Roma, il tifo organizzato se l’è presa anche con l’amministrazione locale che si è sempre mostrata disinteressata alla squadra di calcio che comunque sta portando il nome della città in giro per l’Italia. A buon intenditor poche parole, chissà che a qualcuno non possa interessare…“; La Stampa, 18 aprile 2016).
(“E lo ha fatto con un riferimento non casuale: «Ci interroghiamo – ha detto l’imam – sul nostro ruolo come cittadini musulmani torinesi e sul ruolo dell’istituzione moschea in questo importante appuntamento». A buon intenditor poche parole“; La Stampa, 29 maggio 2016).
(“Piersilvio Berlusconi non fa nomi né cognomi, ma a buon intenditor poche parole. Sul numero in edicola di Sorrisi e Canzoni – come nota Dagospia – afferma: “Non vanno inseguiti a tutti i costi gli ascolti. A volte si cercano per forza degli effetti speciali: per esempio quando si scivola nel gridato o si cade nel trash. Nell’immediato può sembrare di attirare attenzione o audience. Ma sono tattiche che lasciano il tempo che trovano…”. Dago si domanda: è forse un monito in direzione di Barbara D’Urso o di Maria De Filippi?“: Libero Quotidiano, 30 luglio 2017).
(“Tutto secondo copione, ma evidentemente non abbastanza per l’allenatore che alla vigilia si era scagliato contro illusioni e superficialità e a fine gara rincara la dose. «Ci sono stati troppi errori tecnici nel secondo tempo, dobbiamo lavorare su di noi, per migliorare nel gioco di squadra e sbagliare il meno possibile». Incontentabile? Potrebbe sembrarlo, dopo un 4-0 senza storia. Ma nessuno più di lui ha il polso dello spogliatoio e probabilmente i messaggi degli ultimi giorni avevano destinatari ben precisi, forse non solo all’esterno. A buon intenditor poche parole“; Il Messaggero, 28 settembre 2016).

A buon intenditor poche parole è un proverbio utilizzato con due diversi scopi, uno letterale, l’altro di avvertimento o minaccia.
In inglese
In lingua inglese lo stesso concetto espresso dal proverbio italiano può essere reso con le seguenti espressioni: a word to the wise is enough (il cui significato letterale è una parola per il saggio è abbastanza), a word to the wise is sufficient (una parola per il saggio è sufficiente).
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