Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta rizomatosa di origine tropicale della famiglia delle Zinziberacee. Esistono più di una cinquantina di specie, molte delle quali usate in cucina. Le proprietà officinali e curative sono dovute principalmente al gingerolo, una sostanza attiva biologicamente, in grado di influenzare alcuni processi nell’organismo come la digestione e la reazione ai processi infiammatori. Ci si può chiedere quindi se esistano controindicazioni al suo utilizzo.
Lo zenzero può essere consumato fresco, essiccato oppure in polvere. L’assunzione più comune dello zenzero è per via orale. L’applicazione sulla pelle di preparati a base di zenzero può dare luogo a irritazione della cute. Le sue proprietà sono descritte nell’articolo a parte, tuttavia occorre rilevare che esistono anche delle controindicazioni al suo utilizzo, specie se si consumano quantità importanti (superiori a 10 g al giorno di radice e a 4 g al giorno per la formulazione in polvere).
Effetti collaterali di lieve entità possono essere bruciore e senso di pesantezza allo stomaco e diarrea. Sono stati inoltre segnalati casi di metrorragia (perdite di sangue intermestruali) in donne che assumevano lo zenzero frequentemente. Altre controindicazioni tipiche sono le patologie che implicano disturbi emorragici (assumere lo zenzero può aumentare il rischio di sanguinamento) e il diabete mellito (lo zenzero può influenzare i livelli d’insulina nel sangue).
Se assunto in dosi importanti, lo zenzero può dare origine a bruciori di stomaco, per cui è controindicato nel caso di gastrite, perché potrebbe peggiorare un quadro infiammatorio già presente.
Lo zenzero in gravidanza
Non ci sono evidenze che lo zenzero possa essere nocivo, anche se l’opportunità di un suo uso in gravidanza è questione controversa. Per approfondire l’argomento si rimanda allo specifico articolo: Zenzero in gravidanza.

Zenzero
Lo zenzero: interazioni
Per i suoi effetti, lo zenzero presenta delle interazioni con alcuni farmaci: ciò significa che la sua azione potrebbe interferire con gli effetti farmacologici (nel senso di potenziarli o di contrastarli). Pertanto, se si stanno assumendo alcuni dei farmaci elencati di seguito, il consumo di zenzero andrebbe evitato o accuratamente controllato dal medico.
Lo zenzero è per esempio in grado di interagire con farmaci anticoagulanti e antipiastrinici, perché rallentando ulteriormente la coagulazione del sangue, potrebbe aumentare le probabilità di emorragia o di comparsa di lividi sottocutanei.
Tra i farmaci e i principi attivi da evitare sono la comune aspirina, il clopidogrel (un antiaggregante piastrinico), molti antinfiammatori non steroidei, per esempio quelli che contengono i principi diclofenac, ibuprofene e naprossene, l’eparina e i suoi derivati a basso peso molecolare (la dalteparina e lenoxaparina) e alcuni anticoagulanti cumarinici (come il warfarin o il fenprocumone).
Interazioni minori si possono avere con i principi attivi di alcuni farmaci antidiabetici, come la glimepiride, la gliburide e la tolbutamide, tutti appartenenti alla classe delle sulfaniluree (ad azione ipoglicemizzante).
Infine, per sua blanda azione di abbassamento della pressione, lo zenzero dovrebbe essere consumato con attenzione se già si assumono farmaci per l’ipertensione arteriosa (pressione alta), perché potrebbero verificarsi episodi d’ipotensione o battito cardiaco irregolare. Tra i principi attivi sono importanti quelli della classe dei farmaci calcio antagonisti, come la nifedipina, il verapamil, il diltiazem, l’isradipina, la felodipina e l’amlodipina.