Il patchouli è una pianta erbacea perenne che appartiene alla vasta famiglia delle Labiate (anche Lamiacee), famiglia alla quale appartengono piante notissime quali, solo per fare alcuni esempi, la menta, l’origano, il rosmarino, la lavanda, il basilico, la salvia, la maggiorana, la melissa e il timo.
Il nome scientifico del patchouli, pianta originaria del continente Asiatico, è Pogostemon patchouly (anche Pogostemon cablin); una pianta simile con la quale il patchouli è spesso confuso è il Pogostemon heyneanus.
La coltivazione del patchouli è ampiamente diffusa nelle Filippine, in India e in Cina.
Pianta molto simile alla menta, il patchouli ha un fusto porpora sul quale cresce una peluria piuttosto sottile; raggiunte un’altezza compresa fra gli 80 e i 100 cm circa. Le foglie sono ovali e possono superare i 10 cm di lunghezza; di colore verde chiaro, sono morbide al tatto ed emanano un profumo particolarmente intenso.
I fiori del patchouli sono di colore bianco e attraversati da piccole striature rossastre; di piccola dimensione, sono spesso raccolti in piccoli gruppi.

Il patchouli è una pianta erbacea perenne che appartiene alla vasta famiglia delle Labiate (anche Lamiacee),
Olio essenziale di patchouli – Usi fitoterapici
Dal punto di vista commerciale, l’importanza del patchouli è dovuta all’olio essenziale che viene estratto dal fusto, dalle foglie e dai fiori tramite un particolare processo di distillazione.
L’olio essenziale di patchouli è denso, color ambra scuro e profumatissimo. Va precisato il profumo dell’olio essenziale, la sua caratteristica principale, può variare a seconda di diversi fattori (tecnica di distillazione, modalità di raccolta e di lavorazione ecc.).
Le principali componenti chimiche dell’olio essenziale di patchouli sono il patchoulolo (un alcol), il norpatchoulenolo, il bulnesolo, il pogostolo, il patchoulene, la benzaldeide e aldeidi di cannella.
Molteplici sono i suoi utilizzi.
All’olio di patchouli sono attribuite proprietà ansiolitiche; in ambito fitoterapico, quindi, è consigliato per trattare stati di ansia e di tensione nervosa.
Altre proprietà di tipo medicinale che gli vengono ascritte sono quelle antinfiammatorie, antiedemigene e decongestionanti venose; è quindi consigliato per trattare articolari e reumatici nonché emicrania da stress e mal di stomaco. L’olio essenziale di patchouli è altresì considerato un rimedio antinausea.
In Malesia e in Giappone è considerato un antidoto contro il veleno dei serpenti.
In ambito cosmetico l’olio essenziale di patchouli è sfruttato soprattutto per le sue presunte proprietà astringenti e cicatrizzanti.
In aromaterapia, per il suo profumo intenso e penetrante è usato come profumatore di ambienti e per allevare lo stress e l’affaticamento mentale. In soluzioni al 2-3% in un olio vettore è utilizzato per effettuare massaggi, soprattutto a livello di schiena e addome. È consigliato anche per bagni aromatici e rilassanti.
L’olio estratto dalle foglie di patchouli è usato come repellente contro gli insetti.
Nei Paesi asiatici è impiegato come per aromatizzare alcuni tipi di dolce.

Dal punto di vista commerciale, l’importanza del patchouli è dovuta all’olio essenziale che viene estratto dal fusto, dalle foglie e dai fiori tramite un particolare processo di distillazione.
Coltivazione
Originario di Paesi dal clima tropicale, il patchouli può esser coltivato anche in regioni dal clima temperato e in quelle dal clima mediterraneo. L’ambiente adatto è quello semi-ombreggiato, al riparo dalla luce diretta solare. La temperatura ideale è superiore ai 10 °C, ma la pianta è comunque in grado di tollerare temperature piuttosto fredde.
Il substrato più idoneo è un terreno soffice, fertile e dal buon drenaggio. Se si cresce la pianta in vaso è necessario procedere con un rinvaso ogni due o tre anni circa; ciò consentirà il migliore sviluppo dell’apparato radicale.
Importanti saranno anche potature regolari.
L’idratazione delle piante di patchouli deve essere effettuata con regolarità, in particolar modo nei periodi più caldi dell’anno; la cosa fondamentale è assicurarsi che il terreno risulti sempre umido (devono però essere evitati i ristagni idrici che possono risultare oltremodo dannosi). Nelle stagioni più piovose, le innaffiature possono essere più sporadiche. La carenza d’acqua può portare la pianta ad appassire, ma se si riprendono regolari irrigazioni, il patchouli può riprendersi in tempi piuttosto rapidi.
Nel periodo che va da marzo a ottobre è consigliabile effettuare concimazioni regolari a cadenza bisettimanale.
Il periodo della fioritura è l’autunno inoltrato.