L’estriolo (talvolta detto anche E3) è uno dei tre ormoni estrogeni naturali che sono prodotti dall’organismo; gli altri due sono l’estradiolo e l’estrone.
L’estriolo è l’ormone androgeno maggiormente presente nel corso della gravidanza, l’estradiolo (17-β-estradiolo) è quello più importante nel periodo che va dal menarca (il primo flusso mestruale) fino alla menopausa, mentre l’estrone è l’estrogeno maggiormente prodotto nel periodo della menopausa.
Nel corso della gravidanza l’estriolo è prodotto dalla placenta a partire dal DHEAS 16-OH (ovvero idrossideidroepiandrosterone-solfato), uno steroide prodotto dalle ghiandole surrenali e dal fegato del feto.
A cosa serve l’estriolo
Come farmaco l’estriolo è impiegato soprattutto nella terapia ormonale sostitutiva, che serve a prevenire e trattare i molti sintomi associati alla mancanza degli estrogeni che caratterizza la menopausa o dovuta all’esportazione chirurgica delle ovaie.
L’estriolo, in generale, è gravato da effetti collaterali minori rispetto a quelli relativi ad altri estrogeni.
Avvertenze e controindicazioni
L’utilizzo di estriolo è controindicato in caso di:
- carcinoma mammario pregresso, sospetto o accertato;
- tumori maligni estrogeno-dipendenti (per esempio, il carcinoma dell’endometrio) sospetti o accertati;
- sanguinamento genitale non diagnosticato;
- iperplasia endometriale non trattata;
- tromboembolismo venoso in atto o pregresso (per esempio, trombosi venosa profonda, embolia polmonare);
- malattia tromboembolica arteriosa attiva o recente (per esempio, angina pectoris, infarto miocardico);
- epatopatia acuta o storia di epatopatia, fino a quando gli esami di funzionalità epatica non siano tornati nella norma;
- ipersensibilità nota ai principi attivi o a uno degli eccipienti presenti nella formulazione.
L’uso degli estrogeni e quindi anche quello di estriolo è inoltre controindicato nei casi di enzimopatie (sindromi di Dubin-Johnson e Rotor), ittero gravidico idiopatico, mastopatia, endometriosi, utero miomatoso, iperlipoproteinemia (in particolare quando esistono altri fattori di rischio che possono indicare una predisposizione a disturbi cardiovascolari), gravidanza accertata o presunta.
L’impiego di estriolo in età fertile deve essere preceduto da un test di gravidanza.
Estriolo – Effetti collaterali
Per quanto l’estriolo sia gravato da minori effetti collaterali rispetto a quelli relativi ad altri estrogeni, sono comunque diversi i possibili effetti indesiderati fra (spesso legati a un sovradosaggio):
- nausea
- vomito
- anoressia
- crampi addominali
- emorragia da sospensione
- spotting
- ingrossamento delle mammelle
- aggravamento di endometriosi
- possibile diminuzione della lattazione,
- perdita della libido e ginecomastia nei maschi
- edemi, variazioni del peso corporeo
- eruzioni cutanee su basi allergiche.
Il rischio di carcinoma mammario aumenta con il numero di anni di uso di terapia ormonale sostitutiva.
Altri effetti indesiderati sono stati riportati con l’uso di estroprogestinici:
- neoplasie estrogeno-dipendenti benigne e maligne
- tromboembolismo venoso
- infarto miocardico
- ictus
- colecistopatie
- disturbi di cute e sottocute (cloasma, eritema multiforme, eritema nodoso, porpora vascolare).
Estriolo – Dosaggio nel sangue
La misura della quota libera di estriolo nel sangue può essere utilizzata per la valutazione della vitalità fetale (ricordiamo che, come detto, durante la gravidanza tale ormone è prodotto dalla placenta).
L’estriolo libero fa parte anche del tri test (insieme ad alfafetoproteina e gonadotropina corionica umana) e del quadruplo test (insieme ad alfafetoproteina, gonadotropina corionica umana e inibina), esami che servono a valutare il rischio di possibili anomalie cromosomiche del feto.
Nel caso di bassi valori di alfafetoproteina e di gonadotropina corionica umana associati a valori alti di estriolo libero, vi è un aumento del rischio di sindrome di Down; se, invece, si riscontrano valori inferiori almeno della metà di alfafetoproteina, gonadotropina corionica umana e estriolo, si ha un maggiore rischio di sindrome di Edwards (anche trisomia del cromosoma 18).
Valori di riferimento
I valori di riferimento variano da laboratorio a laboratorio ed è quindi sempre necessario basarsi sugli intervalli di riferimento specificati sul referto consegnato dal laboratorio analisi presso il quale si è effettuato il test.
Unità di misura: mcg/mL:
- 0-20 settimana: 5,0
- 21-25 settimana: 1,7-15
- 26-30 settimana: 9,0-21
- 31-35 settimana: 8,7-25
- 36-40 settimana: 19-54.