Il luppolo (Humulus lupulus), noto anche come lupo dei salici, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Cannabacee (anche Cannabinacee); ha fusto angoloso che può arrivare all’altezza di circa 7 metri; le foglie sono ruvide ed opposte e di un colore tendente al verde pallido. Durante il periodo estivo compaiono i fiori; quelli maschili, di color bianco-verdognolo, sono riuniti in pannocchie all’ascella delle foglie, quelli femminili, di color verde giallognolo, sono riuniti in corte spighe dette coni.
I frutti del luppolo sono piccole ghiande resinifere che emanano un odore piuttosto intenso e hanno un sapore amaro.
La pianta è originaria del continente europeo; è molto diffusa anche nel nostro Paese, in particolar modo nell’Italia settentrionale.
Il luppolo cresce spontaneo ai bordi dei corsi d’acqua, ai margini dei boschi e lungo le siepi dalla pianura fino ad altezze di circa 1.500 m; predilige terreni freschi e fertili, non troppo umidi né troppo ventosi.
La coltivazione del luppolo è stata introdotta in Italia nel 1847, da Gaetano Pasqui, un agronomo forlivese. In Gran Bretagna, e in genere in tutto il Nord Europa, viene coltivato intensamente per produrre la birra. Per i dettagli, si consulti l’articolo dedicato: Luppolo – Coltivazione.

Il luppolo (Humulus lupulus), noto anche come lupo dei salici, è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Cannabacee (anche Cannabinacee)
Utilizzi del luppolo in fitoterapia
La parte della pianta che viene utilizzata in fitoterapia è l’infiorescenza femminile (lo strobilo).
I costituenti principali sono olio essenziale, resina, flavonoli, sostanze estrogeniche, acido valerianico, tannini polifenolici, asparagina, lipidi e xantohumolo.
Le proprietà attribuite al luppolo dalla fitoterapia sono quelle sedative, emmenagoghe, anafrodisiache e amaro-toniche; è spesso consigliato come sedativo e come amaro-tonico.
Combinato con valeriana e verbena, viene prescritto quale trattamento di condizioni quali lo stress, l’ansia, l’insonnia e la tensione nervosa. Una condizione dove il luppolo ha mostrato un’azione significativa ed efficace è il mal di testa cronico correlato a una scarsa funzionalità gastrica.
Altre indicazioni all’usol date dagli erboristi sono abrasioni e piaghe da decubito (in questo casi va applicato localmente), la colite, i problemi di malassorbimento e le nevralgie.
È doveroso fare un cenno alle serie interazioni farmacologiche che possono verificarsi con l’uso dei prodotti a base di luppolo; similmente a quanto accade con molti rimedi erboristici che hanno effetto sedativo (il tipico esempio è la valeriana), il luppolo può essere causa di un effetto depressivo additivo in caso di contemporanea somministrazione con farmaci ad azione antipsicotica oppure con benzodiazepine.
Nel ricordare che autodiagnosi e autoterapia possono essere in alcuni casi decisamente pericolose, in generale è consigliata una notevole prudenza nell’associare il luppolo a farmaci ad azione antidepressiva, sedativa e anticonvulsivante visto il potenziamento d’azione che potrebbe verificarsi.
Segni e sintomi di un’eccessiva depressione del sistema nervoso centrale sono vertigini, sonnolenza, problemi nella coordinazione motoria, disturbi della concentrazione ecc. Viene persino segnalato il pericolo di gravi insufficienze respiratoria e circolatoria che possono condurre al coma o addirittura alla morte.
L’uso è altresì sconsigliato in gravidanza.