Conoscete il vostro valore teorico sui 5000 m? Per molti amatori non è facile ottenere un tempo pari al proprio limite fisiologico su distanze in pista. L’esiguità del numero di gare, la scarsa propensione a correre in pista, la mancanza della gara giusta (climaticamente e come avversari) ecc. lasciano spesso l’amaro in bocca a chi aveva preparato i 5000 m convinto di ottenere un tempo, salvo poi essere smentito dal crono finale. Uno dei problemi più grossi nel raggiungere il proprio valore teorico è dato dal ritmo di gara. Un record si ottiene quando l’andatura è uniforme dall’inizio alla fine, cioè quando le frazioni di gara (per esempio i chilometri) sono tutte corse nello stesso tempo. Questo per l’ovvio motivo che le variazioni di ritmo sono energeticamente molto dispendiose. È pertanto logico che se si parte forte, il crono finale sarà meno valido del valore reale dell’atleta.
La formula
Se la partenza è troppo forte, è possibile comunque risalire al valore teorico dell’atleta; basta considerare il tempo finale T e il tempo di passaggio del primo km T1 (entrambi in sec.). Il valore REALE (con ritmo uniforme) dell’atleta è dato da:
TVERO = (T+3T1)*0,625.
Ciò naturalmente ha senso se il passaggio al primo chilometro non è suicida (per un runner di medio livello lo scarto massimo perché la formula sia attendibile è di 20″ fra T1 e T/5, cioè la media finale. La formula non è valida se il primo chilometro è più lento della media globale.
Esempio 1 – L’atleta passa al primo km in 3’40” e chiude i 5000 in 19′ (3’48″/km, 1.140″ in totale) il suo valore è:
T = (1.140+3*220)*0,625= 18’45”.
L’atleta sa che partendo più piano riuscirebbe a guadagnare 15″.
Esempio 2 – L’atleta passa al primo km in 3’20” e chiude i 5000 in 17’30” (3’30″/km, 1.050″ in totale) il suo valore è:
T = (1.050+3*200)*0,625= 17’11″25.
L’atleta sa che partendo più piano riuscirebbe a guadagnare circa 19″.