Il test di Leger è un test che è stato messo a punto da alcuni ricercatori canadesi per la misurazione del massimo consumo di ossigeno (VO2Max). Il test di Leger è stato spesso snaturato da adattamenti che ne hanno progressivamente distrutto il valore originario (per esempio nel mondo del calcio la distanza da 50 è diminuita a 20 m), dimostrando anche che la misurazione della grandezza fisiologica tramite un test è spesso del tutto analoga a quella che si ha con un’opportuna singola prova massimale. Se si esegue su una pista di 400 m, si segnano con paletti i vari tratti di 50 m (quindi 8 paletti). L’atleta esegue un ottimale riscaldamento e poi parte. Il direttore della prova fischia a intervalli regolari (tarati in base a una velocità presunta, per esempio a 12 km/h si fischia ogni 15″ perché 50 m a 12 km/h vengono percorsi in 15″) per due minuti e l’atleta al fischio deve trovarsi all’altezza di un paletto; se è più veloce rallenta, se è più lento accelera. Dopo 2′ vengono dati due fischi e la velocità viene incrementata di 1 km/h. Il test si ritiene concluso quando l’atleta non riesce più a seguire il ritmo che gli viene chiesto. La velocità iniziale è di circa 5-8 km/h inferiore al valore massimo previsto per l’atleta (per esempio per i principianti è di 7 km/h).
I problemi nascono dall’interpretazione del test che si ha tramite tabelle; poiché si deve passare dalla VM (velocità massima sostenuta) al VO2Max senza le tabelle non si ha granché e poiché le tabelle variano leggermente a seconda delle interpretazioni del test (la relazione più comune è VO2Max=3,5*VM, cioè per esempio 10 km/h corrispondono a 35 ml/kg/min), la cautela sull’affidabilità dei risultati (peraltro sono possibili molti errori sperimentali) è d’obbligo.

Il test di Leger deve comunque ritenersi un giochetto per ricercatori, essendo semplicemente più affidabile il test dei 7′.