Non è facile coniugare in modo ottimale maratona e turismo; infatti, uno dei nemici più subdoli per il maratoneta che corre lontano da casa è proprio l’attività turistica. L’ovvio consiglio di fare il turista dopo la maratona è spesso disatteso dalla necessità di distrarsi e dalla curiosità di visitare posti sconosciuti. Se però si pensa che maratoneti professionisti nei 3-4 giorni prima della gara si limitano a correre per 30′, si può comprendere come ogni spesa energetica debba essere attentamente valutata. Uno sforzo paragonabile al 30% circa del massimo consumo di ossigeno, come camminare a buon passo, non è certo un problema per una persona allenata e sicuramente non viene recepito come un pericolo per la gara imminente. In realtà supponendo di partire da ottime scorte di glicogeno (diciamo vicine al 90%), dopo tre ore di camminata tali scorte si sono ridotte al 45-50%. Ovviamente tali scorte possono essere ripristinate con l’alimentazione, ma ciò richiede tempo (mediamente un 1-2% all’ora con un’alimentazione normale); basta un banale conto matematico e si scopre che, se si perde un 20% di scorte nel pomeriggio del sabato e si cena alle 20, si può solo ottimisticamente sperare di recuperare in extremis tutto ciò che si è perso.
Il giorno prima della gara pertanto non si dovrebbe camminare per più di un’ora e mai al pomeriggio: è inutile rischiare di incontrare il muro della maratona come monumento storico non previsto dalla vacanza. Per chi si allena anche il giorno precedente (magari correndo per 30′ al mattino) dovrebbe essere vietata ogni escursione turistica al pomeriggio. Se proprio non potete farne a meno, cercate di integrare da subito i carboidrati persi con un paio di barrette energetiche che serviranno come preziosissimo spuntino durante l’escursione, ricordando che più tardi reintegrate e meno probabilità avete che il fisico riesca a ripristinare le scorte. In quest’ottica è del tutto ininfluente l’abbondante colazione a base di carboidrati che molti runner sono soliti fare un paio di ore prima della partenza.

Maratona a Roma, passaggio da Castel Sant’Angelo
Maratona e turismo: occhio alle file!
Molti runner pensano di aggirare i problemi precedenti dedicando i giorni prima della maratona alle visite statiche (musei, mostre ecc.) e rimandando le escursioni a piedi al dopo maratona. Anche questa strategia non è corretta. Nella pratica di tutti i giorni sono pochi coloro i quali sono abituati a rimanere in piedi per più di 30′ al giorno (per esempio un insegnante che faccia lezione per almeno 3-4 ore alla lavagna); dalla disabitudine a rimanere in piedi nascono tutti quegli infortuni che colpiscono i runner durante la gara, dopo aver passato parte del giorno prima in fila per entrare in un museo o in piedi davanti a quadri e sculture. Il problema da energetico diventa locomotorio. A esso non c’è soluzione; l’unico consiglio è sedersi il più spesso possibile!