Il concetto di ambassador prende sempre più piede nel mondo della corsa, mutuato da altri ambienti. Chi è l’ambassador? Questo un commento ricevuto da una mail: “Qua e là provando a iscrivermi a gare o consultando siti e gruppi social trovo sempre più spesso l’intermediazione di questi ambassador che, previa iscrizione alle loro società, mi promettono sconti assurdi, regali, gadget, a prezzi che spesso comprendendo dalla tuta alla borsa, bandana, iscrizione alla società, rimborso visita medica, pettorale e ogni sorta di accessorio… valgono solo il pettorale”. Si tratta di influencer con caratteristiche spesso più modeste che sono reclutati con il fine di generare flussi di atleti verso determinate manifestazioni. Il meccanismo è molto simile al multilevel marketing che ha fatto per esempio la fortuna di società come Herbalife. Solo che qui le cifre in gioco sono molto più ridotte. Diciamolo francamente: l’ambassador con lo sport nulla ha a che fare. Perorare una manifestazione o uno sport “entusiasticamente” spesso nasconde interessi economici o una passione che è borderline, cioè così spinta da essere quasi “patologica”. Non a caso, nei vari campi (quindi non solo nella corsa) gli ambassador vengono pompati da agenzie di marketing, avide di creare nuove figure capaci di fare business; gli ambassador si situano a metà strada fra testimonial e influencer.

Il concetto di ambassador prende sempre più piede nel mondo della corsa, mutuato da altri ambienti.
Ambassador vs. testimonial
Si tratta di un soggetto che passivamente riporta la propria testimonianza sulla bontà di un brand, di un prodotto o di altro. Non gli si chiede un supporto continuo, si raccoglie la sua testimonianza che è usata a fini promozionali. Un esempio sono i testimonial del nostro sito.
Ambassador vs. influencer
Si tratta di un soggetto con un grande seguito di pubblico che ha la capacità di influenzare i consumatori grazie al suo carisma, alla sua autorevolezza. Un esempio potrebbe essere il sottoscritto, anche se a me non è mai interessato essere un influencer perché so benissimo che un influencer difficilmente mantiene la propria libertà di critica.
L’ambassador
In mezzo ci sta l’ambassador: a differenza del testimonial la sua “testimonianza” è continua e in prima persona (non raccolta e riferita come avviene per il testimonial), ma, a differenza dell’influencer, il suo pubblico è in genere limitato, non raggiunto per autorevolezza, ma solo per contatto più o meno diretto.
Ovviamente poi esistono versioni miste dei tre personaggi, ma nello sport la distinzione è chiara: un atleta di chiara fama può essere un testimonial o un influencer; un atleta minore, un dirigente di un gruppo sportivo locale ecc. può essere solo un ambassador.
Se vi contatta un ambassador cercate di capire a quale categoria appartiene:
- se è un “commerciale” declinate la proposta, facendogli capire che la corsa, quella fatta per vera passione, non è un fatto commerciale e chi tenta di darle questo obiettivo la snatura.
- Se è un “fissato” (termine brutto, ma che rende l’idea di chi è troppo coinvolto da non vedere i limiti di ciò che ama), cercate di capire fino a che punto la proposta possa realmente interessarvi. Se siete agonisti, probabilmente saranno maggiori i punti di contatto; se correte per la salute potreste cercare di educare l’ambassador, facendogli presente che “la corsa non è tutto nella vita” e che si può… semplicemente correre.