L’allenamento aerobico è alla base della corsa, del ciclismo, dello sci di fondo; sempre più gente corre o va in bicicletta e si allontana dalle palestre. Occorre correre ai ripari: distruggiamo l’allenamento aerobico! Ma l’allenamento aerobico fa davvero male? La domanda vi sembra strana? Mica tanto, basta leggere il seguito dell’articolo… In Rete sono comparsi molti articoli che, con scientificità nulla, vogliono condannare l’allenamento aerobico. Vengono usati paroloni, vengono citate ricerche, vengono disseminate paure. A dire il vero per smontare ogni critica basterebbe il semplice Ma se…: cioè trovare una conseguenza assurda a quanto affermato per bocciare l’affermazione. Se, per esempio, mi dicono che l’allenamento aerobico invecchia, perché maratoneti e ciclisti non sembrano vecchi decrepiti, molto più attempati dei sedentari loro coetanei? Spesso è vero proprio il contrario e si può facilmente constatare che molti campioni che smettono l’attività agonistica invecchiano molto più di altri loro colleghi che hanno continuato a fare sport aerobico tant’è che i primi diventano addirittura “irriconoscibili”.
Molto gettonato è “Sei ragioni del perché l’allenamento aerobico è controproduttivo” comparso tempo fa su my-personaltrainer.it, un sito abbastanza affidabile, ma che, crescendo e ospitando contributi da fonti diversissime, a volte propone articoli molto discutibili. A parte la scelta discutibile (fattibile, ma non elegantissima) del termine controproduttivo al posto di controproducente, è chiara in tutto l’articolo l’avversione che l’autore ha nei confronti dell’allenamento aerobico, confuso con la condizione di chi fa sempre lo stesso blando allenamento, tipo il jogger che fa 5 o 6 km senza sudare. L’avversione tocca l’apice quando lo scrivente presenta una tabella molto discutibile. In essa ci dice per esempio che l’allenamento anaerobico migliora la capacità polmonare. Quando in palestra vi parlano di allenamento anaerobico spesso confondono quello alattacido (tipico di scatti e sollevamenti pesi) con quello lattacido (tipico della corsa con il fiatone). Mentre quello lattacido migliora la capacità polmonare quello alattacido non la migliora, quindi ci si può solo illudere che, facendo pesi, si migliori la respirazione.
Poi nella tabella si dice che l’allenamento anaerobico è d’aiuto in tutti gli sport. Ditelo al mio amico body builder che ha così tanti muscoli che quando facciamo un’escursione in montagna sbanfa come un enfisematoso, tanto sono pesanti da portarsi dietro. Il colmo della tabella si ha poi quando si dice che l’allenamento anaerobico sviluppa le capacità aerobiche: ma come? Non è ANA-erobico? In italiano ana è un prefisso negativo.
Insomma, un articolo da dimenticare.
Allenamento aerobico: le argomentazioni dei detrattori
Per tutti coloro che soffrono di sudditanza nei confronti di tesi pseudoscientifiche e non riescono a formulare valide controdeduzioni, esaminiamo i punti più gettonati dai detrattori dell’attività aerobica.
1) L’allenamento aerobico alza i livelli di cortisolo e accelera l’invecchiamento
Il trucco è sempre lo stesso: si prendono i fattori negativi di una sostanza e si esaltano, senza metterci nessun numero che ne quantifichi l’azione, ma soprattutto dimenticando come tale sostanza operi positivamente.
L’innalzamento del cortisolo (un ormone steroideo prodotto dalla ghiandola surrenale) durante l’attività aerobica, innalzamento proporzionale all’intensità della stessa, è funzionale all’attività (e termina poco dopo la fine dello sforzo) perché mobilizza i grassi da bruciare nell’esercizio fisico (quindi non produce nessun aumento di peso, anzi) e contrasta l’infiammazione che si può avere durante l’attività (dire che il cortisolo aumenta l’infiammazione generale del corpo è divertente, visto che i glucocorticoidi sono fra i più potenti antinfiammatori). C’è un’enorme differenza fra l’azione del cortisolo prodotto durante l’attività fisica e quella di quando è prodotto, per esempio, in chi è stressato per il troppo lavoro: occorre capire che una determinata condizione, come per esempio l’aumento dei battiti cardiaci, può essere patologica oppure normalissima e non è corretto citare solo i casi in cui è patologica, bocciandola anche per le situazioni normali (non si deve correre perché se il cuore batte a 150 battiti può essere mortale!).
Se qualcuno vi dice che l’allenamento aerobico accelera l’invecchiamento, sorridete: come detto in precedenza, se fosse vero, tutti i maratoneti apparirebbero vecchissimi. Il punto è che l’invecchiamento è legato alla differenza fra quante sostanze negative produciamo e quante ne smaltiamo. Con l’allenamento aerobico produciamo più sostanze di rifiuto, ma il corpo migliora il suo meccanismo di smaltimento per cui il bilancio è nettamente a favore della giovinezza diversamente da quanto succede in chi non fa allenamento aerobico.

L’allenamento aerobico è alla base della corsa, del ciclismo, dello sci di fondo; sempre più gente corre o va in bicicletta e si allontana dalle palestre
2) L’allenamento aerobico aumenta lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica
Questo punto, in realtà, è analogo a quello precedente: non conta quanti radicali liberi si producono, ma quanti ne restano. Meglio un sedentario o un culturista che producono 100 radicali liberi e ne smaltiscono 50 oppure un atleta di resistenza che ne produce 200 e ne smaltisce 190? Purtroppo molti non conoscono la matematica.
3) L’allenamento aerobico può provocare la diminuzione delle dimensioni e della funzionalità del sistema riproduttivo
Questo punto interessa moltissimo chi ha una mentalità orientata alla forza e alla sessualità del soggetto. Peccato che, se fosse vero, i livelli di fertilità di chi pratica corsa sarebbero di molto inferiori a quelli di chi è sedentario, cosa che non è vera, anzi.
Si arriva al ridicolo quando si citano ricerche sugli animali, dimenticando che sull’uomo si sa già che l’attività aerobica aumenta, tanto per fare un esempio, il livello di testosterone.
Qual è il trucco? Innanzitutto nel citare i pochissimi studi a favore e non quelli contrari (ricordarsi che la ricerca non è mai scienza perché molto spesso le ricerche vengono smentite da quelle successive), ma soprattutto nello studiare la situazione in condizioni estreme. Razionalmente si chiama errore di traslazione dello scenario: porto il discorso in uno scenario diverso da quello di partenza e traggo delle conclusioni che ritengo valide per lo scenario originale. Assurdo.
Così se voglio dimostrare che bere fa male (pazzesco!) spiego che, se si beve troppo, il sodio nel sangue si diluisce e si ingenera il fenomeno dell’iponatriemia che può portare anche alla morte. Quindi: non bevete! Una persona con un minimo di sale in zucca capisce che bere 10 litri di acqua non è come berne uno!
Analogamente è ovvio che, se l’attività aerobica è protratta al di là di ogni ragionevole strategia (per esempio si fa correre il soggetto per 24 ore), i livelli di testosterone diminuiscono, ma qualunque cosa fatta senza criterio fa male. Viceversa fatta cum grano salis può fare benissimo.
4) L’attività aerobica compromette il sistema immunitario
Anche qui si usa il trucco della traslazione dello scenario: si usa l’informazione relativa a chi corre le ultramaratone (negli ultramaratoneti si ha realmente una diminuzione delle difese immunitarie) e la si estende a tutti; in realtà la curva che mette in relazione l’attività aerobica alle difese immunitarie è a campana (come la famosa curva dello studio di Harvard che dà la protezione cardiovascolare in relazione all’attività aerobica) cioè le difese aumentano fino a un massimo corrispondente a circa 6 ore settimanali e poi diminuisce fino a scendere sotto al normale per chi è solito fare più di 200 km alla settimana. Del resto non è difficile trovare molti runner (come il sottoscritto) che non hanno mai fatto un’influenza. Approfondite la questione leggendo