I pavimenti in resina non sono ancora molto diffusi nelle nostre abitazioni; fino a pochi anni fa, infatti, venivano perlopiù utilizzati negli spazi espositivi, negli hotel, nei ristoranti e nei bar o nelle grandi ville; negli ultimi anni, però, sono stati sempre più presi in considerazione per la realizzazione di pavimenti per le comuni abitazioni private, non solo per quanto riguarda gli interni, ma anche come soluzione per l’esterno (vialetti ecc.).
Le resine sono molto versatili e danno la possibilità di “imitare” diverse tipologie di materiali (cemento, ceramica, vetro ecc.); anche dal punto di vista della gamma dei colori e delle tonalità e degli effetti, le possibilità di scelta sono decisamente numerose.
I pavimenti in resina sono costituiti da miscele di silicati inorganici naturali, da materiali inerti di varia durezza e granulometria e altri componenti che variano a seconda del tipo di lavorazione previsto.
Non si può dire che si tratti di materiali economici; vi sono infatti soluzioni, diverse dalla resina, decisamente meno costose; la variabilità di prezzi è notevole, ma, mediamente, si registra un costo di circa 70 euro al metro quadrato; pavimentazioni con minimo spessore possono essere meno dispendiose, ma, a seconda dei casi (inserimento di decorazioni, inserti ecc.), il costo può addirittura raddoppiare.
Comunque, al di là di considerazioni economiche, con questo articolo vogliamo dare una panoramica più ampia possibile dei pro e dei contro di questa modalità di pavimentazione.
Pavimenti in resina: i pro
I pavimenti in resina hanno diversi vantaggi.
Uno degli aspetti che viene fatto notare dagli installatori e che in effetti salta subito all’occhio, è che si tratta di una pavimentazione senza soluzione di continuità; non sono infatti presenti né giunti né “fughe”; il pavimento in resina non ha quindi limitazioni di uniformità (non a caso molti lo definiscono “monolitico”); è perciò una soluzione elegante e pratica che facilità molto le operazioni di pulizia. Tra l’altro non sono richiesti materiali particolari per la pulitura di questi pavimenti; le resine infatti sono impermeabili e, conseguentemente, non assorbono nessuna sostanza; tra l’altro costituiscono una notevole protezione contro muffa e umidità.
Altro vantaggio dei rivestimenti in resina è la notevole resistenza agli agenti meccanici e a quelli chimici; ne consegue una notevole durata nel tempo.
I pavimenti in resina sono inodori e atossici.
Una caratteristica importante dei pavimenti in resina è il loro basso spessore (che mediamente si aggira sui 3-4 mm); non è un aspetto secondario; uno spessore così limitato permette, nel corso di una ristrutturazione edilizia, di non dover operare sulle porte o sulle portefinestre. L’esiguo spessore consente inoltre di sovrapporre il rivestimento in resina a una pavimentazione preesistente senza doverla rimuovere, abbattendo i costi di lavorazione.
Nelle abitazioni in cui è presente un sistema di riscaldamento a pavimento, la resina è un materiale più che idoneo; oltre al già citato basso spessore, è infatti caratterizzata da una notevole conducibilità termica. Peraltro, trattandosi di un materiale dalla buona elasticità, non va incontro ai tipici problemi legati agli sbalzi termici.
Dal un punto di vista più strettamente estetico, i pavimenti in resina hanno molte caratteristiche interessanti; innanzitutto si tratta di una soluzione originale, quasi unica (replicare una pavimentazione in resina è particolarmente difficile anche per i pavimentatori più esperti); gli effetti decorativi applicabili sono numerosi (monocromatico, nuvolato, spatolato ecc.).
Per quanto riguarda i colori e il grado di brillantezza, le soluzioni sono innumerevoli. Di fatto, con le pavimentazioni in resina, le personalizzazioni non rappresentano un problema.

Posa della resina
Pavimenti in resina: i contro
Ovviamente non ci sono solo vantaggi. Ecco un elenco dei principali svantaggi.
Per quanto molti si ostinino ad affermare il contrario, i pavimenti in resina non sono indistruttibili; checché se ne dica, l’usura, più o meno accentuata a seconda degli utilizzi e della destinazione, è una realtà con la quale bisogna fare i conti. Insomma, i graffi, le abrasioni ecc. non sono del tutto evitabili. Ovviamente, a seconda della finitura e del colore scelti, i segni del tempo saranno più o meno visibili (un conto è un pavimento lucido e un conto è un pavimento opaco; un conto è un pavimento cromaticamente uniforme e un conto è una pavimentazione cromaticamente non uniforme ecc.).
Anche l’uso, ovviamente, fa la sua parte; nelle zone dove si cammina più frequentemente, l’invecchiamento si noterà prima. Va però dettò che i pavimenti in resina sono facilmente e velocemente ripristinabili con costi abbastanza contenuti.
Un’altra cosa di cui si deve tenere conto sono le condizioni di “salute” del sottofondo sul quale verrà applicata la pavimentazione in resina; un sottofondo in cattive condizioni potrebbe richiedere un ciclo applicativo supplementare con inevitabile aumento dei costi di lavorazione.
Il più grosso svantaggio delle resine è comunque costituito dall’ingiallimento; questa considerazione vale però soltanto per alcuni tipi di resina, per la precisione per le resine epossidiche; queste ultime, infatti, non hanno una grande resistenza ai raggi UV e tendono a ingiallire in tempi relativamente brevi. Esistono sostanze additive che rallentano il processo di ingiallimento, ma non sono in grado di rimuovere del tutto il problema.
Quindi, se si decide di posare una resina epossidica, si deve tenere conto che, nel giro di qualche anno, si avrà a che fare con un ingiallimento più o meno marcato.
Se si vuole evitare questo problema si dovrà ricorrere a resine poliuretaniche, cementizie o acriliche.