Le lampade a LED sono dispositivi di illuminazione che si basano sull’impiego di diodi ad emissione luminosa. Come abbiamo visto nell’articolo sulle lampadine a risparmio energetico, l’illuminazione a LED* è sicuramente lo stato dell’arte della tecnologia.
Le lampade a LED vengono utilizzate sia nei sistemi di illuminazione pubblica sia nell’ambito dell’illuminazione domestica che in quello dell’automotive (il settore commerciale che comprende tutti i veicoli a motore).
Oltre al notevole risparmio (il costo d’esercizio è circa la metà di quelle a basso consumo), si deve considerare che una lampadina a LED ha una durata di ben 50.000 ore contro le 10.000 ore di una a basso consumo e di 1.000 ore di una lampada alogena (i limiti citati sono i massimi di fascia).
I principali pregi delle lampade LED sono una maggiore efficienza energetica, una durata superiore e una maggiore sostenibilità.
Grazie alla loro maggiore efficienza energetica, le lampadine e le lampade a LED possono prendere il posto delle lampade fluorescenti compatte e di quelle al neon con risultati eccellenti sia dal punto di vista dell’illuminazione sia da quello del risparmio economico.
Lampade a LED – Efficienza luminosa
Per quanto riguarda l’efficienza luminosa (rapporto fra flusso luminoso e potenza in ingresso), la cui dimensione è espressa in lumen/Watt, i dati parlano chiaro; i LED attuali hanno un’efficienza luminosa fino a 120 lm/W, decisamente superiore a quella di lampade a incandescenza (13 lm/W), lampade alogene (16 lm/W), lampade fluorescenti (50 lm/W).
Inizialmente le lampadine a LED erano disponibili in una gamma ridotta di forme e avevano alcuni limiti relativi al colore della luce emessa; non tutte le lampadine a LED possono essere regolate tramite dimmer.
Sono disponibili nella gamma da 1 a 15 W (si consideri, tanto per fare un esempio, che una lampadina alogena con potenza di 70 W può essere sostituita con una lampadina a LED di potenza variabile attorno ai 12 W).
Le lampadine e le lampade a LED sono caratterizzate da una notevole resistenza (non hanno filamenti e nemmeno bulbi in vetro fragili) ai vari tipi di sollecitazione; sono resistenti anche dal punto di vista termico; possono essere infatti utilizzate anche a bassissime temperature, dai 10 ai 40 °C sotto lo zero). Al contrario di altri tipi di lampadina non contengono mercurio.

Una lampadina a LED ha una durata di ben 50.000 ore contro le 10.000 ore di una a basso consumo e di 1.000 ore di una lampada alogena
Le lampade a LED sono pericolose?
Qualche anno fa sono comparse voci sulla pericolosità delle lampade a LED, basate su uno studio spagnolo e su uno francese.
Lo studio dell’ANSES (Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza Sanitaria, dell’Alimentazione e del Lavoro) ha rilevato possibili danni dovuti all’esposizione alla radiazione blu dei LED e danni dovuti all’abbagliamento. Altre ricerche hanno anche evidenziato che la luce blu aumenta il danno di maculopatia senile, cioè di danni alla retina, causati dallo stress ossidativo che la luce blu provoca.
Lo studio spagnolo ha indicato che il danno dei LED sulla retina è dovuto al danno dei fotorecettori, verificatosi dopo 18 ore continuative d’esposizione. Come sempre, per confezionare la ricerca si sono usate condizioni sperimentali “estreme” (appare ovvio a tutti che, se si fanno bere 10 litri d’acqua a un soggetto, il soggetto muore per iponatriemia, ovvero per un livello eccessivamente basso di concentrazione di sodio nel sangue). Inoltre i risultati dello studio erano su animali. Inoltre la ricerca spagnola ha altri evidenti limiti:
- ha usato LED a luce blu su temperature di colore superiori a 7.000 K (il Kelvin è l’unità di misura della temperatura a partire dallo zero assoluto, cioè da -273 °C);
- il gruppo di controllo era costituito da animali non soggetti a nessun tipo di luce! Perché non confrontare il LED con altre forme di illuminazione?
Tutte queste ricerche non condannano pertanto le lampade a LED, ma la luce blu. Esiste una normativa (IEC/EN 62471, Photobiological Safety of Lamps and Lamp Systems, linee guida per la valutazione della sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade, ivi compresi gli apparecchi di illuminazione) che indica chiaramente i rischi per i vari tipi di illuminazione a seconda anche della luce blu che disperdono nell’ambiente circostante. Vengono definite 4 classi di rischio (Esente, GR1, GR2, GR3) A 500 lux solo le lampade a LED con CCT (la temperatura di colore che è possibile verificare sulla confezione delle lampade che si acquistano) superiore a 10.000 K superano i limiti del gruppo di rischio “esente” e che nessun LED supera il gruppo di rischio: GR1.
I 500 lux si possono avere a diversi metri per un lampione stradale e pochi centimetri per una lampada da tavolo.
Poiché ormai le lampade a LED a luce calda sono attorno ai 3.000 K, basta il buon senso di non spararsele negli occhi per evitare danni (tanto per fare un esempio, è sicuramente molto più critico leggere uno smartphone per ore in presenza di poca luce, per esempio di sera al buio).
Le più recenti posizioni scientifiche ritengono pertanto che le lampade a LED siano molto meno pericolose di quella a fluorescenza a basso consumo, essendo stati riscontrai svariati disturbi nell’uso di queste come vertigini, emicrania e affaticamento visivo decisamente marcato.
* Con il termine LED (acronoimo dei termini inglesi Light-Emitting Diode, diodo a emissione di luce) ci si riferisce a un dispositivo in grado di emettere, grazie al passaggio di una minima corrente, una luce priva di raggi infrarossi e ultravioletti; diversamente dai dispositivi più tradizionali, la generazione della luce non viene ottenuta attraverso l’utilizzo di un filamento o di un gas, ma grazie a dei semiconduttori.