L’impianto elettrico è una componente fondamentale di un edificio (sia a uso civile che no) ed è pertanto fondamentale conoscerne, perlomeno a grandi linee, gli aspetti principali.
La funzione principale di un impianto elettrico è certo ben nota a tutti: soddisfare nel miglior modo possibile determinate esigenze degli utenti che risiedono nell’abitazione, ovvero illuminazione, igiene, riscaldamento ecc.
Impianto elettrico a norma – Requisiti
Un impianto elettrico a norma di legge deve garantire un livello di sicurezza tale da ridurre ai minimi termini le probabilità di eventi pericolosi per le persone e per le cose; deve avere un livello qualitativo tale da garantire un’erogazione dell’energia elettrica che sia continua e di corretta intensità (fatte salve ovviamente cause di forza maggiore); deve essere progettato in modo flessibile, ovvero in una maniera tale da rendere il più agevoli possibile gli interventi di manutenzione, di riparazione, di modifica e/o ampliamento; deve anche essere progettato in modo razionale, così da permettere una sua facilità d’uso agli utenti dell’abitazione, e deve, infine, offrire il miglior rapporto qualità/prezzo possibile.
Un impianto elettrico consta di varie componenti e di una dotazione che è diversa da abitazione ad abitazione; ciò dipende sia dalle particolari esigenze del nucleo familiare e, ovviamente, dall’ampiezza dell’abitazione stessa.
Gli impianti elettrici devono essere progettati in base a rigidi aspetti normativi che sono attualmente regolati dalla norma CEI 64-8 (CEI sta per Comitato Elettrotecnico Italiano) e dalla variante V3 alla citata norma (tale variante risale all’anno 2011). La materia, inoltre, è disciplinata da una lunga serie di leggi e decreti che partono dal 1955 fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le norme attualmente in vigore stabiliscono precisi standard qualitativi degli impianti elettrici nonché delle regole sui limiti minimi delle prestazioni degli impianti stessi (ovvero la potenza contrattuale impegnata che varia a seconda delle superfici: minimo 3 kW per superfici fino a 75 metri quadrati e 6 kW per superfici oltre i 75 metri quadrati; per gli impianti preesistenti, di solito con potenza 3 kW, è possibile richiedere al gestore un aumento di potenza a 4,5 kW o a 6 kW).
Di notevole interesse sono gli standard qualitativi di un impianto elettrico; attualmente la norma stabilisce tre livelli di qualità: livello 1, livello 2 e livello 3.
Prima di trattare, in un paragrafo a parte, i tre livelli qualitativi, ricordiamo le altre componenti dell’impianto elettrico ovvero il centralino (anche quadro elettrico;è un apparecchioche deve essere dotato di un interruttore generale e di almeno due interruttori differenziali), le prese elettriche (dove si collegano gli apparecchi elettronici o gli elettrodomestici), gli interruttori (che possono essere semplici o composti) per gestire i punti luce e il sistema di “messa a terra” dell’impianto elettrico.
Impianto elettrico – I tre circuiti
In un’abitazione civile, l’impianto elettrico consta generalmente di tre circuiti: un circuito per le prese “bipasso” da 10-16 Ampere, un circuito per la luce e per le prese da 10 Ampere e un circuito a 12V per i cosiddetti circuiti di chiamata (per esempio il citofono o gli allarmi sonori).
Le prese di corrente vengono solitamente posizionate a muro a un’altezza di 30 cm dal suolo; nella stanza da bagno e nelle cucine le prese devono però essere posizionate più in alto (a 110 cm dal suolo); gli interruttori devono essere posizionati a 110 cm dal suolo. Com’è probabilmente noto i cavi conduttori sono tre: uno per la fase in corrente, uno per il neutro e uno per la “terra”.
I tre livelli qualitativi
Come già accennato in precedenza, la norma prevede tre standard qualitativi per gli impianti elettrici nuovi. Vediamone le caratteristiche principali.
Livello 1 – Il livello 1 è lo standard minimo per un impianto elettrico; si tratta praticamente del livello base, destinato a chi ritiene sufficiente il minimo indispensabile:
- I punti per le prese devono essere distribuiti in maniera uniforme lungo le pareti evitando le zone dove si presume si posizioneranno i mobili.
- Almeno una presa elettrica deve essere posizionata nei pressi della porta del locale (meglio se direttamente sotto alla scatola del dispositivo di comando della luce del locale, come del resto si è soliti fare).
- Nella stanza da bagno sono necessari almeno due punti presa a prescindere dal livello dell’impianto (di norma le prese vengono posizionate presso lo specchio e vicino al punto in cui si posiziona la lavatrice; si deve anche considerare di installare almeno una presa Schuko).
- Relativamente alla cucina è stato stabilito un numero minimo di punti presa da porre all’altezza del piano di lavoro (vedasi Tabella prescrizioni Allegato A CEI 64-8/3).
- A ogni presa telefonica e a ogni presa TV deve essere associato, in un’apposita scatola dedicata, almeno un punto presa (per le prese TV vengono richieste almeno 6 prese; quindi, per esempio, si potranno predisporre due punti presa con tre prese cadauno).
- Il comando dei punti luce di ogni locale dell’abitazione deve essere posizionato nei pressi dell’ingresso della stanza (o esternamente o internamente); sono consentiti anche altri punti di comando, purché siano aggiuntivi a quello obbligatorio.
- Nei corridoi di transito e nel locale di ingresso dell’abitazione devono essere presenti almeno un punto luce e un punto presa. Nei ripostigli deve essere presente almeno un punto luce.
- Per quanto concerne giardini, balconi, portici o terrazzi con una superficie uguale o superiore ai 10 metri quadrati, vige l’obbligo di installazione di almeno un punto luce e di almeno un punto presa. Tali punti dovranno essere comandati tramite un apposito comando dedicato al quale deve essere associata una “spia” di segnalazione allo scopo di evitare di lasciarli accesi quando non devono essere utilizzati.
- La cantina e i box devono essere dotati di almeno un punto luce e di almeno un punto presa.
- È necessario installare dispositivi di illuminazione di sicurezza allo scopo di garantire un minimo livello di illuminazione qualora venga a mancare la tensione elettrica. La normativa prevede che si debba installare almeno un punto luce di emergenza per superfici fino a 100 metri quadrati; per superfici maggiori il numero dei punti luce di emergenza va da due a tre.
Livello 2 – Si tratta dello standard adatto a coloro che scelgono livelli di fruibilità, comfort e sicurezza adeguati alle esigenze degli impianti residenziali moderni.
Questo livello prevede, oltre a tutti gli standard del livello 1, un aumento dei punti di utilizzo nonché un sistema di controllo dei carichi (uno strumento in grado di monitorare i parametri della potenza). Al sistema di controllo dei carichi vanno associati dei relè che svolgano la funzione di scollegare carichi non prioritari nel caso in cui si superi la soglia di energia prefissata al fine di evitare distacchi della linea principale.
Livello 3 – Si tratta del più alto livello qualitativo; viene detto anche livello domotico. È destinato a coloro che scelgono di avere un impianto elettrico che garantisca i massimi livelli di comfort, efficienza e sicurezza. Oltre a quanto già specificato per i livelli 1 e 2, il livello 3 consente la gestione automatica dei carichi e dei consumi; sono previsti sensori di sicurezza e la possibilità gestire il tutto remotamente. Affinché si possa parlare di livello domotico è necessario che siano presenti almeno quattro delle funzioni sottoriportate:
- Impianto anti-intrusione
- Controllo e gestione dei carichi
- Gestione e comando delle luci
- Gestione delle temperature delle varie stanze
- Gestione e automazione delle tapparelle
- Controllo remoto di più funzioni
- Sistema di diffusione sonora
- Rilevazione di fumi e di incendio
- Sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.
Quanto costa un impianto elettrico?
Ovviamente si può dare solo un’idea di massima; in linea generale si può dire che ogni punto luce installato viene a costare circa 60-70 euro. In questo prezzo sono comprese le spese relative ai materiali, alle scatole, ai quadri elettrici, alla manodopera ecc.
Si può quindi ipotizzare che in un appartamento standard con superficie di circa 90 metri quadrati, siano necessari almeno 60 punti luce; ciò comporterebbe una spesa di circa 3.600-4.200 euro.
Ovviamente è sempre opportuno, vista l’entità delle cifre in gioco, richiedere più di un preventivo.