L’installazione di un impianto d’allarme è forse il mezzo più efficace per aumentare la sicurezza della propria abitazione, anche se è corretto premettere che non esiste un sistema d’allarme impossibile da manomettere.
Senza dilungarsi troppo in particolari tecnici, ricordiamo che un impianto di allarme consta generalmente di 4 componenti:
- dispositivi di comando (chiavi, telecomando, tastiera ecc.) che servono ad attivare (o disattivare) il sistema;
- centralina (la parte più importante, quella che elabora le varie rilevazioni che vengono registrate e trasformate in dati e che, se necessario, attiva l’allarme)
- sensori (sono i dispositivi che inviano alla centralina tutto ciò che rilevano)
- dispositivi sonori (la sirena d’allarme).
Esistono varie tipologie di impianti di allarme, ma, al di là di caratteristiche più o meno particolari, si possono distinguerne tre grandi categorie:
- impianti di allarme con fili (via cavo)
- impianti di allarme senza fili (wireless)
- impianti di allarme misti (una parte dell’impianto è cablata, una parte funziona a onde radio).
Si parla di impianti integrati nel caso in cui esista un’integrazione fra un sistema di allarme attivo e uno passivo (il tipico esempio è rappresentato dalla serratura elettronica blindata collegata con il sistema antifurto).
Impianto d’allarme con fili
Un impianto di allarme via cavo è costituito da una rete di cavi elettrici che collegano le varie parti del sistema posizionate in punti strategici nell’abitazione. In alcuni casi i cavi possono essere inseriti nell’impianto elettrico preesistente senza che siano necessari particolari interventi di adattamento; non sempre è possibile evitare i lavori di adattamento; si deve infatti tenere presente che le componenti di un sistema di allarme sono almeno 3 (centralina, rilevatori e sirena) e devono essere collegati tra loro in tutto l’edificio e non sempre nel vecchio impianto esiste uno spazio adeguato per inserire nuovi cavi.
Minori problemi si hanno qualora si decida di installare un sistema di allarme di questo genere quando si stanno effettuando dei lavori di ristrutturazione dell’edificio o, ancor meglio, quando siamo in fase di costruzione.
I sistemi di allarme con fili sono molto sicuri perché i cavi che ne controllano il funzionamento sono incassati nei muri e se un malintenzionato tentasse di tagliarli il sistema di allarme scatterebbe.
Un difetto di questi sistemi è che l’installazione può richiedere tempi piuttosto lunghi (a seconda dei lavori necessari) e costi non indifferenti.

Il 50% degli italiani ha o vorrebbe installare un impianto d’allarme (Censis, 2021)
Impianto d’allarme senza fili (wireless)
I sistemi di allarme via radio (o senza fili o wireless che dir si voglia) hanno molte analogie con quelli via cavo (sono dotati di centralina, di rilevatori e di segnalatori acustici o di combinatori telefonici che si collegano con le forze dell’ordine o con un istituto di vigilanza).
Non sono necessari cavi perché le componenti del sistema comunicano via etere. I vari dispositivi sono alimentati da batterie dalla lunga durata; periodicamente il loro livello di carica viene segnalato e, quando essa sta per esaurirsi, parte un avviso all’installatore che provvederà con la sostituzione.
Il funzionamento a batteria ha il vantaggio di non risentire di eventuali lunghi black out elettrici legati alla manutenzione degli impianti generali o di guasti alla propria linea elettrica.
Un altro vantaggio degli impianti wireless è quello di richiedere tempistiche di installazioni molto brevi; ciò si riflette positivamente anche sulle spese di installazione.
Non si deve poi trascurare il fatto che un impianto wireless può essere facilmente trasferito in un’altra abitazione in caso di trasloco.
Un punto debole degli impianti via radio potremmo trovarlo nel fatto che potrebbero verificarsi malfunzionamenti legati a eventuali interferenze radio, una strategia molto utilizzata per aggirare il sistema d’allarme. In realtà, le migliori soluzioni wireless non utilizzano una sola frequenza e in genere hanno sistemi (brevettati) di criptaggio delle informazioni per cui si accorgono di eventuali tentativi di disturbo.
I sistemi wireless operano su frequenza radio con modalità di trasmissione approvate dall’ETSI e quindi sono approvati dagli organi di salute pubblica. La cosa importante da rilevare è che la trasmissione non è continua (solo in caso di allarme o di verifica dei componenti a periodi prefissati) e quindi l’esposizione è minima (e a potenza molto bassa).
Impianto d’allarme misto
Gli impianti misti hanno parti funzionanti via cavo (in genere la centralina d’allarme) e altre funzionanti tramite onde radio; in molti casi si tratta di ampliamenti di impianti via cavo a quali vengono aggiunti elementi con funzionamento wireless.
Impianto d’allarme integrato
Probabilmente si tratta della soluzione più moderna. In questi tipi di impianto, come già accennato, si abbinano misure di protezione attiva a misure di protezione passiva (serratura elettronica della porta blindata o sensori installati nelle tapparelle collegati al sistema antifurto).
Alcuni sistemi di sicurezza integrano la protezione dalle intrusioni con altre protezioni o controlli; è il caso di quelli impianti che gestiscono non solo il sistema antifurto, ma anche gli allarmi relativi ai pericoli domestici (perdite idriche, fughe di gas, black-out elettrici) e il videocontrollo.
Installazione dell’impianto d’allarme
Chi è particolarmente ferrato nel fai-da-te può installare un impianto d’allarme anche per proprio conto dal momento che in commercio sono reperibili kit fai-da-te, ma nella gran parte dei casi è consigliabile rivolgersi a un professionista che grazie alla sua esperienza potrà suggerire anche le migliori strategie di posizionamento dei sensori.
Un bravo professionista deve saper valutare tutti i punti critici d’accesso all’abitazione dopodiché sarà in grado di suggerire la tipologia d’installazione più adeguata scegliendo fra un impianto perimetrale o uno volumetrico.
Un sistema perimetrale viene installato lungo le pareti esterne della casa; viene creata una sorta di “cintura difensiva”; l’allarme scatta quando vengono aperte finestre, porte finestre e porte d’ingresso; è un sistema ideale quando la protezione è soprattutto necessaria nelle ore notturne dal momento che è possibile muoversi tranquillamente all’interno dell’edificio senza il pericolo di falsi allarmi; i vantaggi principali di un sistema di allarme perimetrale sono sostanzialmente due: lo si può attivare anche quando vi sono persone all’interno dell’abitazione e si può scegliere una singola parte della proprietà da proteggere (in questo caso è necessaria una preventiva suddivisione delle aree nel corso delle fasi di installazione).
I sistemi di allarme volumetrici funzionano tramite sensori che sono in grado di rilevare variazioni di temperatura o determinati movimenti; nel caso di anomale rilevazioni i sensori inviano un segnale che fa scattare l’allarme sonoro e/o il collegamento con le forze dell’ordine o con l’istituto di sorveglianza. È un impianto adatto anche a brevi uscite fuori casa e rimedia a eventuali dimenticanze (per esempio si è usciti lasciando una o più finestre aperte), ma non si ha la possibilità di farlo funzionare se vi sono persone all’interno dell’abitazione.
Quale impianto d’allarme scegliere?
La scelta più efficace è forse quella di combinare i due tipi di impianto, quello perimetrale e quello volumetrico, attivandoli separatamente o congiuntamente a seconda delle varie circostanze.
È comunque compito dell’installatore fornire le giuste indicazioni dopo un sopralluogo nell’abitazione da proteggere. Devono essere individuati tutti i punti critici dai quali i malintenzionati potrebbero intrufolarsi (porte principali, accessi secondari, finestre, porte finestre, balconi, terrazzi ecc.), la posizione dell’abitazione (un conto è una casa isolata, un conto è un’abitazione a contatto con altri edifici; un conto è una casa al piano terra, un conto è una casa all’ultimo piano di un palazzo) ecc.
Inoltre è importante anche la possibilità di controllare il sistema da remoto, per esempio con un app da cellulare.
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