La formaldeide (più raramente aldeide formica) è un’aldeide (termine che deriva da alcol deidrogenato) di formula bruta CH2O. Si tratta di un gas, incolore, caratterizzato da un odore piuttosto pungente. È una sostanza fortemente solubile in acqua e, quando è disciolta in una soluzione acquosa, è nota come formalina.
I suoi utilizzi sono ampi; la si impiega, per esempio, nell’ambito dell’industria dei materiali da costruzione, nella produzione di vari tipi di resina presenti in vari prodotti plastici e adesivi, nella verniciatura e nella lavorazione del legname, nell’industria mobiliera; viene inoltre utilizzata per sintetizzare vari composti chimici utilizzati in vari ambiti (industriale, medico-sanitario ecc.).
Vale la pena di ricordare che la formaldeide fa parte del gruppo dei cosiddetti COV (o VOC), sigla che sta per composti organici volatili (quali, per esempio, acetonitrile, acetone, toluene, benzaldeide, 2-propanolo, butanale ecc); questo a motivo della sua tendenza alla volatilizzazione a temperatura ambiente, una caratteristica che fa sì che i prodotti che la contengono la rilascino con una certa facilità nell’aria circostante.
Formaldeide in casa
Da qualche tempo l’argomento “formaldeide in casa” viene periodicamente trattato e se fate una ricerca sul web, vedrete che le occorrenze sono piuttosto numerose.
Purtroppo in Rete c’è gente che non sa maneggiare i numeri e vende paure su ogni cosa. Singolare il fatto che ci spaventi di questo o di quello e non si presti attenzione al fatto che la persona a fianco a noi fumi (come si sa, il fumo di sigaretta è uno dei più pericolosi killer, un motivo peraltro più che valido per smettere di fumare o, se non si fuma, per evitare l’esposizione al fumo passivo).
Nel primo caso si ragiona solo qualitativamente (una cosa fa bene o male), mentre nel secondo (atteggiamento corretto) si valuta che solo l’esposizione a lungo e massiccia al fumo è pericolosa (fumo diretto o passivo).
Dove si trova?
Le principali fonti di esposizione per la popolazione generale sono rappresentati dai processi di combustione (per esempio gli scarichi industriali, quelli dei veicoli, degli inceneritori ecc.), dal fumo di sigaretta, dalle vernici e dai coloranti, da alcuni cosmetici e da alcuni cibi affumicati o sottoposti a frittura.
Per quanto riguarda la casa, le sorgenti maggiormente significative sono costituite da tutti quei materiali da costruzione che vedono fra i loro componenti la colla ureica; nota anche come resina urea-formaldeide, si tratta di uno dei collanti più utilizzati nel settore del legno, in particolar modo nell’impiallacciatura e nella produzione di pannelli in truciolato, legno pressato, compensato ecc., tutti materiali utilizzati per la realizzazione di armadi, mobili vari, pannellature, pareti, pavimentazioni, scaffalature ecc.
Una particolare menzione va a quei prodotti che contengono MDF (Medium Density Fibreboard), ovvero il legno a media densità, in quanto sono quelli che hanno il più elevato rapporto resina/legno e, conseguentemente, sono quelli che rilasciano nell’abitazione i maggiori quantitativi di formaldeide.
Si devono poi considerare quegli arredi che, pur essendo in legno naturale, vengono successivamente tinteggiati, cerati o comunque rivestiti con materiali che emettono formaldeide e altri composti volatili.
Più bassi livelli della sostanza sono rilasciati da quei prodotti in legno che contengono resine fenoliche (anche resine fenolo-formaldeide).
I livelli dei composti volatili, ivi compresa la formaldeide, emessi dai vari prodotti presenti nelle abitazioni dipendono anche dalla temperatura, dall’umidità e dalla ventilazione. Si sa, per esempio, che alti livelli di temperatura e umidità causano un incremento del grado di emissione di tali sostanze.
Allo scopo di limitare le emissioni di formaldeide, alcuni produttori effettuano un pretrattamento di quei materiali che derivano dal legno e un controllo delle quantità dei collanti utilizzati.
Sono anche disponibili in commercio diversi prodotti che non contengono colla ureica.
Dal momento che l’emissione di aldeide formica da parte dei vari materiali che la contengono ha la tendenza a ridursi con il passare degli anni, va da sé che le abitazioni recentemente ristrutturate o di nuova costruzione presentano, per chi vi abita, un rischio di esposizione alla sostanza che è maggiore rispetto a quello relativo ad abitazioni più vecchie e ammobiliate in vecchia data.
Ma quali sono esattamente i rischi per la salute rappresentanti dalla formaldeide?

La formaldeide (più raramente aldeide formica) è un’aldeide (termine che deriva da alcol deidrogenato) di formula bruta CH2O.
La formaldeide è cancerogena?
Nel 2004, la formaldeide è stata inserita dall’IARC (International Agency for Research on Cancer, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), un’autorità in materia, nel Gruppo 1 (Cancerogeno per l’uomo).
Questo perché vi sono sufficienti evidenze sul fatto che tale sostanza possa causare neoplasie rino-faringee. Dai dati disponibili emerge una limitata evidenza di associazione con il tumore delle cavità nasali e dei seni paranasali e una forte, ma non sufficiente, evidenza per lo sviluppo di leucemia (fonte ISPESL; Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro); più drastica la posizione della Fondazione Ramazzini (istituto che già abbiamo citato nel nostro articolo Sucralosio) che riporta così la posizione dell’IARC: “vi è sufficiente evidenza che la formaldeide sia cancerogena per l’uomo e in particolare causi: cancro del naso-faringe (rinofaringe) e leucemia. L’esposizione alla formaldeide è stata inoltre positivamente associata a cancro del seno nasale“.
L’inalazione di formaldeide può provocare irritazione, sia a breve che a lungo termine, a livello di mucose, occhi e tratto respiratorio. Si possono avere anche difficoltà respiratorie, nausea, reazioni allergiche e attacchi di asma.
Gli effetti di questa sostanza per la saluta umana dipendono essenzialmente da 3 fattori:
- livello di concentrazione aero-dispersa
- tempo di esposizione
- suscettibilità individuale.
Le persone maggiormente a rischio irritazione sono i bambini e le persone anziane.
Formaldeide in casa: cosa fare?
Cosa fare per minimizzare la presenza di formaldeide in ambito domestico?
Rifacendoci anche ai suggerimenti dell’ISPESL, si possono fornire i seguenti suggerimenti:
- si eviti l’acquisto di mobili o altri prodotti di arredamento che contengono importanti quantitativi di formaldeide ricercando quelli contraddistinti dal marchio CQA-Formaldehide E1, sigla che contraddistingue le produzioni di pannelli caratterizzate da ridotte emissioni della sostanza; si preferiscano altresì quei mobili che sono rifiniti in legno con superfici e bordi laminati (i pannelli grezzi e quelli non laminati emettono maggiori quantitativi di formaldeide);
- si eviti l’acquisto di prodotti rivestiti con resine fenoliche (armadi, pavimentazioni ecc.) che specialmente da nuovi emettono alti livelli di formaldeide;
- nel caso di ristrutturazione si sostituiscano gli arredi costruiti con materiali quali compensato di legno massiccio e tavole di legno MDF con altri prodotti costruiti utilizzando acciaio inossidabile, cartongesso, legno massello, mattoncini forati, piastrelle ecc.;
- per quanto riguarda i materiali di isolamento, si opti per quelli che non emettono formaldeide (o che perlomeno ne emettono in quantità minime) quali i pressati di legno che contengono resine fenoliche (PF) oppure resine metilene-difenil-diisocianati (MDI); queste resine, infatti, emettono più bassi livelli della sostanza;
- una volta collocati gli arredi nuovi in una stanza, si cerchi di aerarla il più possibile, in particolar modo nei primi giorni; allo stesso modo si aerino le stanze dopo l’applicazione di vernici, carte da parati, rivestimenti liquidi ecc.
- si mantengano, nei limiti del possibile, bassi tassi di umidità e temperatura nelle stanze nelle quali si trovano i prodotti che emettono formaldeide;
- nei casi in cui ciò sia fattibile, si tengano all’aperto per qualche giorno gli accessori contenenti resine urea-formaldeide prima di piazzarli in casa.
Come misurare i livelli di formaldeide in casa?
È possibile misurare i livelli di formaldeide in casa? La risposta è sì.
Tempo addietro, la rilevazione dei livelli di aldedide formica negli ambienti domestici o in quelli lavorativi (uffici, laboratori ecc.) era possibile soltanto effettuando un campionamento dell’aria interna tramite speciali pompe e particolari filtri che necessitavano di una successiva analisi di laboratorio piuttosto complesse e molto costose (gascromatografia oppure spettrometria di massa); oggi invece si hanno a disposizione anche modalità meno costose.
Uno strumento, non particolarmente a buon mercato, per un’analisi dei livelli di formaldeide è il misuratore HFX205 (chi è interessato alle sue caratteristiche può cliccare su questo link).
Sicuramente meno costoso è il Dräger Bio-Check F, una proposta monouso che ha un prezzo di circa una quarantina di euro e che permette un’analisi pratica e veloce dei livelli della sostanza in questione.

Test di misurazione della qualità dell’aria