Il compostaggio domestico è un ottimo modo di gestire i propri rifiuti casalinghi; si tratta essenzialmente di una tecnica di smaltimento, con successivo riciclaggio, della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (residui alimentari, residui di potatura, residui delle pratiche di giardinaggio, foglie, letame ecc.); tramite questa tecnica i rifiuti vengano trasformati, grazie a una serie di reazioni, in concime; il concime ottenuto con la tecnica di compostaggio viene definito appunto compost (più raramente composta o terricciato).
Grazie al compostaggio domestico è possibile limitare la produzione generale di rifiuti e, in vari casi, ricavarne anche vantaggi economici; il compost ottenuto, infatti, può essere per esempio utilizzato per la concimazione delle nostre piante da giardino e da orto; peraltro sono diversi i Comuni italiani che incentivano economicamente questa pratica di smaltimento dei rifiuti organici praticando ai cittadini interessati uno sconto sulla tassa sui rifiuti (la cosiddetta TARI).
Effettuare il compostaggio domestico non è difficile; vi sono però alcune regole che è necessario seguire scrupolosamente.
Il compost
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, è opportuno spiegare, perlomeno a grandi linee, il processo che porta i rifiuti organici a trasformarsi in compost.
La trasformazione avviene tramite un processo biochimico che fa sì che delle sostanze contenenti molecole organiche complesse, attraverso determinate reazioni, vengano degradate in composti più semplici e stabili. Tali reazioni avvengono grazie all’intervento, in condizioni aerobiche (cioè in presenza di ossigeno) di microrganismi (in primis muffe e batteri) e macrorganismi (per esempio, gli insetti e i lombrichi).
Si tratta, sostanzialmente, di un processo di fermentazione aerobica che comprende varie fasi, una fase di latenza nella quale si ha lo sviluppo di microrganismi, una fase di crescita, durante la quale si registra un innalzamento della temperatura del materiale, una fase, detta termofila, durante quale la temperatura della massa permane a livelli non inferiori ai 55 °C, e una fase di maturazione caratterizzata da una fermentazione secondaria che favorisce la trasformazione del materiale in humus, un prodotto stabile non più soggetto a fenomeni di putrefazione che viene denominato compost.
La composizione chimica del compost varia a seconda del rapporto tra i vari materiali utilizzati per la sua formazione; essenzialmente dipende dal rapporto tra la quantità delle cosiddette “componenti verdi” (ovvero i vegetali, lo sfalcio d’erba, gli scarti freschi dell’orto, gli scarti di cucina ecc.) e quella delle “componenti marroni” (le foglie secche, la segatura, il cartone, le eiezioni degli animali, la paglia ecc.); le componenti verdi sono materiali prevalentemente azotati, quelle marroni sono materiali prevalentemente carboniosi.
In linea generale, al di là delle inevitabili differenze, un compost è costituito per circa il 30-35% da acqua, per il 30-40% da carbonio, per il 2% circa da azoto, per il 15/20% da ossido di calcio ecc. Questa composizione ne fa un materiale particolarmente adatto alla concimazione.
Il giusto equilibrio si ottiene miscelando gli scarti più umidi e azotati (quelli verdi sostanzialmente) con quelli meno umidi e più carboniosi (vedasi paragrafo Come ottenere un buon compost).
Compostaggio domestico: quali rifiuti utilizzare?
Il compostaggio domestico può essere realizzato utilizzando due tipi di tecnica: compostaggio a cumulo e compostaggio tramite compostiera.
Chi ha un certo spazio a disposizione a una certa distanza dall’abitazione può utilizzare la prima tecnica; in caso contrario è necessario effettuare il compostaggio domestico tramite l’apposito contenitore, detto appunto compostiera (o composter).
Il compostaggio domestico a cumulo è una modalità di smaltimento rifiuti che consente di accumulare quantità notevoli di materiale.
Vediamo innanzitutto quali materiali possono essere utilizzati e quelli che invece vanno assolutamente scartati.
Fra i materiali ideali per il compostaggio domestico possiamo inserire i seguenti:
- scarti vegetali di cucina, scarti di frutta, verdura ecc.
- pane raffermo o ammuffito
- gusci di uova
- fondi di caffè e filtri di tè
- foglie
- paglia e segatura
- sfalci d’erba
- potature, cortecce, trucioli, piccoli rami
- carta da cucina, fazzoletti di carta
- pezzetti di legno o foglie non decomposti presenti nel compost maturo.
I seguenti materiali vanno bene, ma sono necessari alcuni accorgimenti:
- avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi (vanno ricoperti con altri materiali perché attirano insetti e animali domestici)
- bucce di agrumi
- cenere (in piccola quantità)
- ossa sminuzzate
- lettiere degli animali domestici
- foglie secche a lenta degradazione (aghi di pino, foglie di magnolia ecc.).
Fra i materiali che devono essere assolutamente evitati ricordiamo:
- carta e cartoni plastificati, carta patinata
- vetri e metalli
- batterie
- oli esausti
- riviste e stampe a colori
- tessuti
- filtri dell’aspirapolvere
- piante infestanti o affette da malattie
- legname trattato con solventi e vernici.
Come ottenere un buon compost
Un buon compost deve avere un rapporto carbonio/azoto compreso tra 20 e 30; vale a dire che per ogni parte di azoto devono essere presenti 20-30 parti di carbonio. Come fare per ottenere questo rapporto? È piuttosto semplice e non c’è bisogno di effettuare calcoli particolarmente astrusi: per ogni parte di materiali “marroni” (in peso) devono essere presenti due parti di sostanze verdi.
Prepariamo il cumulo
Vediamo adesso come preparare il compost utilizzando la tecnica del cumulo. Innanzitutto è necessario predisporre una base drenante (serve a evitare il ristagno idrico) utilizzando sterpaglie e rami che sistemeremo formando una specie di rettangolo; su questa base sovrapporremo man mano gli strati di miscela dei materiali alternati a sottili strati di compost già pronto. Pian piano verrà a formarsi una piramide che deve essere ricoperta con le foglie.

Compost bin in the garden. Composting pile of rotting kitchen fruits and vegetable scraps
La miscela deve essere piuttosto soffice (in modo che sia assicurato il passaggio dell’aria) e deve avere il giusto grado di umidità; come si deve fare per valutare quest’ultimo parametro? Non è necessaria alcuna strumentazione; è sufficiente prendere in mano un po’ di prodotto e strizzarlo con forza: se la mano non resta né troppo bagnata né troppo secca, il grado di umidità è quello giusto. Se il materiale è troppo umido, è opportuno rivoltarlo un po’ e aggiungere del materiale secco; se, al contrario, il materiale risulta eccessivamente secco è sufficiente bagnarlo un po’ con un annaffiatoio. La metodica potrà sembrare “sempliciotta”, ma vi assicuriamo che è decisamente efficace.
Se tutto fila per il verso giusto, il compost sarà pronto all’uso in pochi mesi; durante questo periodo non si dovrebbero percepire cattivi odori; in caso contrario è probabile che si siano sviluppate sostanze gassose in seguito a fenomeni putrefattivi; significa che il materiale era eccessivamente compatto e non era assicurata la giusta circolazione dell’aria (approfondiremo questo punto nel paragrafo Gli inconvenienti del compostaggio domestico: cosa fare?).
A seconda del diverso grado di maturazione si può parlare di compost fresco, compost pronto e compost maturo; quello fresco (2-4 mesi) è ancora poco stabile; può essere utilizzato per le concimazioni autunnali, ma non deve mai essere messo a contatto diretto con le radici. Il compost pronto (5-7 mesi) è abbastanza stabile e può essere utilizzato nel giardino e nell’orto prima delle semine o dei trapianti. Il compost maturo (10-12 mesi) è ormai decisamente stabile e può essere tranquillamente messo a contatto diretto con radici e semi. È ottimo come terriccio per le piante da vaso e anche per la risemina del prato.
Compostaggio domestico nel composter
Se non si ha lo spazio necessario per la gestione del compostaggio domestico a cumulo, si può optare per il compostaggio domestico tramite composter. I composter sono dei recipienti in plastica reperibili nei supermercati o nei negozi specializzati nel giardinaggio. La spesa non è particolarmente gravosa; possiamo infatti cavarcela sborsando una cifra variabile dai 30 ai 40 euro circa (alcuni Comuni li forniscono gratuitamente); chi ama il fai-da-te può anche scegliere di costruirsi la propria compostiera.
La compostiera va posizionata in una zona adeguatamente soleggiata nei mesi invernali e riparata dal sole nei mesi più caldi.
I rifiuti organici vanno sistemati a strati di circa 20 cm alternando i vari tipi di rifiuto (“verdi” e “marroni”); in fondo alla compostiera è opportuno sistemare un primo strato creato con dei ramoscelli di legno in modo da favorire il ricircolo dell’aria ed evitare il ristagno idrico.
Chi abita in città potrebbe non avere a disposizione abbastanza rifiuti “marroni”; in sostituzione si possono usare pezzetti di cartone o segatura.
La decomposizione dei materiali depositati nella compostiera può essere velocizzata utilizzando un bioattivatore (o attivatore biologico) per compost, un prodotto reperibile nei negozi per il giardinaggio.
Ogni tre mesi è opportuno effettuare, con l’aiuto di un forcone, delle rivoltature del materiale.
Gli inconvenienti del compostaggio domestico: come fare?
Il compostaggio domestico non è tutto “rose e fiori”; in alcuni casi si può infatti andare incontro ad alcuni inconvenienti; i principali sono: la comparsa di odori sgradevoli e quella di moscerini, topi e lumache. Cosa fare per porvi rimedio? Analizziamo i quattro punti.
I cattivi odori sono causati dalla mancanza o dalla mancanza di aerazione o dalla presenza di eccessiva umidità. Quando il cumulo dei materiali è eccessivamente compatto, l’ambiente si fa anaerobico e i batteri che proliferano in questo ambiente producono odori decisamente sgradevoli (tipicamente si avverte il caratteristico odore di uova marce); il materiale deve essere rivoltato più volte; poi si aggiungano al cumulo dei materiali più strutturanti e si limiti l’apporto di acqua o di sostanze troppo umide.
La comparsa di moscerini è generalmente legata alla presenza degli scarti di frutta; per rimediare si copra il materiale in questione con un po’ di foglie e dell’erba oppure con un po’ di argilla e di cenere.
I topi sono attirati dalla presenza di alimenti; è opportuno che gli scarti di alimenti cotti di origine animale non rimangano in superficie.
L’ambiente caldo-umido del compost viene spesso utilizzato dalle lumache per la deposizione delle uova; al fine di non utilizzare in seguito del compost con la presenza di uova (si riconoscono abbastanza bene perché si presentano sotto forma di piccole sfere di colore chiaro riunite in grappoli) è opportuno, prima dei vari utilizzi, controllare che non siano presenti e, eventualmente, eliminarle.