La certificazione energetica degli edifici è una procedura di valutazione il cui scopo principale è quello di promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici; la certificazione energetica prevede sia una sezione per la classe di isolamento termico sia una sezione relativa alla qualità dell’impiantistica ad alta efficienza energetica.
Come se non bastasse, in moltissime regioni italiane è previsto che ogni annuncio immobiliare debba chiaramente riportare la classe energetica del bene in vendita.
Scopo di queste disposizioni è sostanzialmente quello di rendere edotti gli acquirenti di un edificio sui reali consumi energetici.
Il documento che comprova la certificazione energetica degli edifici è noto come APE (Attestazione di Prestazione Energetica)
Il consumo energetico di un’abitazione ha come unità di misura il kWh/mq; un’abitazione “mediamente sprecona” ha un consumo energetico che va dai 150 ai 200 kWh/mq, un valore molto alto se si considera che un edificio costruito basandosi sui moderni criteri di risparmio energetico può attestarsi su consumi minori di 30 kWh/mq (classe energetica A); si parla poi di casa passiva quando i consumi si attestano sotto i 15 kWh/mq (A+).
I bassi consumi non si traducono soltanto in un risparmio energetico (minor consumo di elettricità e combustibile per riscaldamento) per il proprietario o il locatario dell’abitazione, ma anche in un abbassamento della bolletta energetica dello Stato e in una riduzione dell’inquinamento ambientale, un aspetto, quest’ultimo, troppo a lungo trascurato.
Una classe energetica migliore ha sicuramente anche un impatto economico per il proprietario; è indubbio, infatti, che, a parità di dimensioni, un edificio di classe energetica A ha un maggior valore rispetto a un edificio di classe energetica G (la peggiore).
Classe energetica delle abitazioni
La certificazione energetica degli edifici è una procedura di valutazione prevista in ambito europeo dalle direttive 2002/91/CE e 2006/32/CE. Tali direttive sono state recepite in tempi e modalità diverse dai vari Stati dell’Unione.
La direttiva 2002/91/CE nota anche come EPBD (Energy Performance Building Directive) si poneva, al tempo della sua stesura, quattro obiettivi principali:
- diminuire del 22% i consumi energetici comunitari entro il 2010;
- ottenere un risparmio di energia primaria pari a 55 milioni di TEP (Tonnellata Equivalente di Petrolio, un’unità di misura dell’energia);
- ridurre le emissioni di anidride carbonica di un valore pari a 100 milioni di tonnellate
- introdurre nuovi standard progettuali.
Le direttive europee in materia di risparmio energetico richiedono ai vari Paesi membri di provvedere affinché gli edifici di nuova costruzione e quelli esistenti che vengono sottoposti a importanti interventi di ristrutturazione soddisfino dei requisiti minimi di rendimento energetico.
Allo scopo di valutare l’efficienza energetica di un edificio sono state appunto create le classi energetiche degli edifici; il concetto è simile a quello della classe di consumo energetico utilizzata per esprimere i consumi degli apparecchi elettrodomestici.
Le classi energetiche relative agli edifici sono mostrate di seguito:
Certificazione energetica degli edifici: cosa è cambiato da luglio 2015
A partire dal primo giorno del mese di luglio del 2015 sono cambiate diverse cose per quanto riguarda la certificazione energetica. Innanzitutto tutte le regioni italiane devono utilizzare il nuovo sistema informativo unificato (SIAPE) che contiene tutti i dati relativi alle attestazioni di prestazione energetica effettuate; scopo del nuovo sistema è quello di verificare la correttezza dei dati e, eventualmente, avviare dei controlli mirati.
Un’importante novità del nuovo APE è relativa alle metodologie di calcolo utilizzate; vengono tenuti in debito conto ponti termici, periodi di riscaldamento e raffreddamento, impianti di ventilazione e loro consumi, recuperi termici effettuati grazie al ricorso a pompe di calore ecc. Gli indici che individuano la prestazione energetica sono EPH (climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, EPW (produzione di acqua calda sanitaria), EPV (ventilazione), EPL (illuminazione) ed EPT (trasporto di persone e di cose).
Viene anche introdotto un nuovo metodo: l’edificio sottoposto alla valutazione energetica viene messo a confronto con lo stesso immobile idealmente provvisto di involucro e di impianti basati sui requisiti minimi previsti dalla legislazione vigente; nel caso di interventi a impianti con potenza termica nominale superiore (o uguale) a 100 kW è necessaria una nuova diagnosi energetica.
Cosa contiene la nuova APE
L’attestazione di prestazione energetica può essere rilasciata soltanto da soggetti abilitati per legge e soltanto previo un sopralluogo nell’edificio oggetto di valutazione. Il documento ha una validità di 10 anni e deve contenere diversi dati fra cui:
- la prestazione energetica globale che includa, tramite i rispettivi indici, l’energia primaria totale e l’energia primaria non rinnovabile;
- la classe energetica, calcolata attraverso l’indice di prestazione energetica globale ed espressa in energia primaria non rinnovabile;
- la qualità energetica dell’edificio basata sugli indici di prestazione termica per il raffrescamento e il riscaldamento;
- le emissioni di anidride carbonica;
- L’energia esportata;
- le proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio;
- le informazioni sugli incentivi e le altre agevolazioni per il miglioramento della prestazione energetica del fabbricato;
- i dati del professionista che ha effettuato il sopralluogo, la data e il tipo di software utilizzato per la valutazione.
Le classi energetiche non sono più 8, ma 10: si va da A4, la migliore, per poi scendere gradualmente con A3, A2, A, B, C, D, E, F, G, la peggiore. Ecco il confronto (fonte: certificazionebrescia.altervista.org):

Scrivania d’ufficio con progetti e certificazione energetica
La classe energetica di un edificio viene determinata sulla base di un indice di prestazione globale non rinnovabile dell’edificio, attraverso il confronto con una scala di classi prefissate, ognuna delle quali rappresenta un intervallo di prestazione energetica definito.
La scala delle classi viene definita partendo dal valore dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio di riferimento, calcolato ipotizzando che in esso siano installati elementi edilizi e impianti standard dell’edificio di riferimento. Detto indice viene posto come separazione tra Classe B e Classe A1.
Le tipologie di immobili esentate dalla presentazione dell’APE sono i ruderi, le autorimesse, i box, le cantine e i depositi e gli immobili invenduti.
Attestazione di Prestazione Energetica e compravendita di immobili
Secondo quanto riportato dal D.L. 192/2005, “nel caso di vendite, di trasferimento di immobili a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità immobiliari, ove l’edificio o l’unità non ne sia già dotato, il proprietario è tenuto a produrre l’attestato di prestazione energetica”; nel caso di una compravendita quindi l’APE dovrà essere allegato al contratto e chi acquista l’immobile deve dichiarare di aver ricevuto dal venditore la documentazione comprensiva di APE. La questione è importante perché nel caso l’APE non venga allegato sarà comminata una sanzione amministrativa che va da 3.000 a 18.000 euro a carico dei contraenti.
Relativamente all’incidenza della classe energetica sul valore di un immobile, non è facilissimo fare stime precise, ma si può ragionevolmente ipotizzare che fra due immobili tra loro simili che abbiano classi energetiche diverse (supponiamo un edificio di classe A e uno di classe G) si possa arrivare a una variazione di prezzo fino al 30%.
Certificazione energetica: come si migliora l’efficienza energetica della casa?
L’efficienza energetica di un edificio può essere migliorata lavorando su quei fattori che causano dispersione di energia; su alcuni di essi è ovviamente impossibile intervenire (collocazione geografica, esposizione ambientale ecc.), ma su altri si può sicuramente agire; è per esempio possibile isolare le superfici che sono esposte verso gli ambienti più freddi così come si può intervenire isolando e migliorando la qualità degli infissi o del tetto; la sostituzione di porte e finestre infatti può portare a considerevoli tagli della bolletta energetica.