Pediculosi (anche, ma più raramente, ftiriasi) è un termine generico che si utilizza per indicare le infestazioni da pidocchi; i pidocchi sono piccoli insetti che appartengono all’ordine degli Anopluri. I pidocchi sono parassiti ectofagi (anche ectoparassiti), vivono cioè a contatto con l’esterno del corpo dell’organismo che li ospitano. Non tutti i pidocchi parassitano gli uomini; le sottospecie di pidocchi che possono infettare l’uomo sono 3:
- Pediculus Humanus Capitis (pidocchio del capo)
- Pediculus Humanus Corporis (pidocchio del corpo)
- Phthirius Pubis (pidocchio del pube).
Il Pediculus Humanus Capitis vive fra i capelli, ai quali fissa le uova (i lendini), il Pediculus Humanus Corporis si nutre sull’epidermide e depone le uova negli abiti, mentre il Phthirius Pubis infesta il pube (i pidocchi del pube vengono spessi detti piattole).
I pidocchi si nutrono di sangue umano perforando i vasi sanguigni; nella ferita provocata dalla loro azione, riversano la loro saliva dando luogo a una reazione di tipo infiammatorio che si manifesta con forte prurito e dermatite. Non sempre però l’infestazione è sintomatica.
Le infestazioni da pidocchi sono un’evenienza molto comune; i dati più aggiornati indicano che nel nostro Paese, ogni anno, la pediculosi colpisce circa un milione e mezzo di ragazzi in età scolare under 18; il problema riguarda maggiormente i bambini più piccoli; le stime, infatti, ci dicono che il problema riguarda annualmente quasi novecentomila bambini con età inferiore ai 6 anni (scuola materna); seguono i bambini che frequentano le elementari (quasi seicentomila casi); meno frequenti i casi relativi a scuole medie e superiori.
Infestazione da pidocchi: pediculosi del capo
La forma più conosciuta e temuta di infestazione da pidocchi è quella relativa ai capelli.
L’agente eziologico, come ricordato nel paragrafo iniziale, è il Pediculus Humanus Capitis, insetto senza ali, ma con zampe fornite di artigli che gli permettono di restare attaccato al fusto del capello. Le femmine di questo insetto depongono nel corso del loro ciclo vitale – circa un mese – circa trecento uova.
Per quanto priva di conseguenze per la salute, la pediculosi del capo rappresenta comunque di una situazione molto fastidiosa e che necessita di un intervento tempestivo. I pidocchi infatti non sono veicolo di patologie, ma la loro presenza può danneggiare il cuoio capelluto e i capelli.
Il sintomo principale che caratterizza la pediculosi del capo è rappresentato dal forte prurito che il soggetto avverte a livello del cuoio capelluto; il conseguente grattamento può portare a complicanze più o meno lievi (lesioni da grattamento, sovrainfezioni e linfoadenopatie cervicali).
I pidocchi sono lunghi circa un millimetro e difficilmente sono ben identificabili. Risulta più facile distinguere le uova, minuscoli pallini bianchi disseminati tra i capelli e a questi legati da un peduncolo.
La conferma della presenza dei pidocchi si ha con una semplice esplorazione dei capelli alla ricerca delle uova che, per il loro caratteristico legame ai capelli si distinguono facilmente dalla banale forfora. Generalmente i pidocchi si localizzano nella zona parietale, in quella retroauricolare e in quella occipitale. È molto poco frequente la localizzazione dei pidocchi nella barba e nelle ciglia. La razza nera è meno soggetta al problema pediculosi a causa della diversa tipologia di capelli, più difficile da colonizzare.
Il contagio avviene generalmente per trasmissione diretta da un soggetto colpito da pediculosi, ma, per quanto meno frequente, può verificarsi l’evenienza di una trasmissione indiretta attraverso il contatto con pettini, spazzole, cappelli ecc. appartenenti alla persona infestata.
L’infestazione da pidocchi è, come già accennato, un fenomeno che si rileva prevalentemente nei bambini (in particolar modo quelli di di sesso femminile), ma anche gli adulti possono essere interessati dal problema.
La pediculosi può essere riscontrata in tutte le categorie socio-economiche e fattori quali la scarsa igiene personale e la lunghezza dei capelli sembrano giocare, per quanto possa sembrare strano, un ruolo molto marginale, se non addirittura nullo. Il periodo dell’anno nel quale si riscontrano il maggior numero di casi di pediculosi coincide solitamente con la fine del periodo estivo e l’inizio di quello autunnale.
La cura della pediculosi consiste essenzialmente nell’applicazione di un trattamento di tipo farmacologico specifico che in genere è a base di piretroidi quali la permetrina e la sumetria.
Nella pediculosi del capo è generalmente sufficiente un solo trattamento; nel caso in cui dopo il trattamento non siano visibili pidocchi morti e la loro vitalità sia immutata è opportuno consultare il proprio medico curante (nel caso siano visibili insetti vivi, ma poco vitali, in genere è solo questione di tempo e generalmente non è necessario ripetere il trattamento). Lo stesso tipo di trattamento può essere utilizzato per tre volte, se non si notano variazioni è necessario modificare il tipo di terapia.
La cura farmacologica deve essere seguita da un uso abbastanza frequente di un pettine con i denti molto sottili; ciò consentirà la rimozione delle uova che non sono più vitali.
In caso di pediculosi è necessario controllare i membri del proprio nucleo familiare e quelle persone con le quali si è stati a stretto contatto. Se, oltre al soggetto inizialmente infestato, si dovesse riscontrare un altro caso di pediculosi è necessario che tutte le persone del nucleo familiare si sottopongano al trattamento. È inoltre opportuno procedere con la disinfezione in acqua bollente degli oggetti venuti a contatto con i capelli (pettini, spazzole, fermacapelli ecc.). Nel caso di bambini piccoli è opportuno che i giocattoli che non è possibile disinfettare o lavare a secco siano conservati in un sacchetto di plastica ben chiuso per un periodo di circa due settimane.

La forma più conosciuta e temuta di infestazione da pidocchi è quella relativa ai capelli.
Infestazione da pidocchi – Pediculosi del corpo
Quella del corpo è una forma di pediculosi la cui frequenza è decisamente più rara della pediculosi del capo; si riscontra più facilmente nelle popolazioni nomadi e in quelle categorie di persone che si trovano a vivere in condizioni di vita disagiate. È associata solitamente a una scarsa igiene personale.
La trasmissione avviene generalmente con il contatto con abiti o con biancheria da letto infestati dai pidocchi. L’agente eziologico è il Pediculus Humanus Corporis. A differenza del Pediculus Humanus Capitis, il Corporis può veicolare microrganismi patogeni.
Questa forma di pediculosi è caratterizzata dal forte prurito, dalla presenza di escoriazioni dovute al grattamento e dalle infezioni secondarie a esse conseguenti.
Il trattamento della pediculosi del corpo avviene attraverso le sistematiche disinfezioni di abiti e biancheria del soggetto coinvolto; secondo il parere di alcuni autori è consigliabile l’applicazione di farmaci a basi di piretroidi sul corpo del soggetto. Fondamentale in questa forma di infestazione da pidocchi, il mantenimento di adeguate condizioni di igiene.
Infestazione da pidocchi: pediculosi del pube
La pediculosi del pube è una forma di infestazione sostenuta dal Phthirius Pubis. Questa tipologia di pediculosi colpisce generalmente le zone ricoperte da peluria, più spesso la zona genitale, ma in alcuni casi possono essere coinvolti l’addome, le cosce, il perineo ecc.
L’infestazione si trasmette attraverso il contatto fisico; nella stragrande maggioranza dei casi la trasmissione avviene per via sessuale tant’è che la pediculosi del pube rientra nella cerchia delle cosiddette patologie sessualmente trasmissibili.
La pediculosi del pube è caratterizzata da un’elevata contagiosità e, nel caso di contatto sessuale con un soggetto infestato, la probabilità di contrarre questa forma di pediculosi è estremamente elevata. In circa la metà dei casi di pediculosi del pube si riscontra la presenza di un’altra patologia sessualmente trasmissibile (gonorrea, herpes genitalis ecc.). I soggetti maggiormente colpiti dal problema sono i giovani maschi.
La pediculosi del pube è a lungo asintomatica, ma poi si manifesta con un forte prurito, solitamente notturno. Nelle sedi morsicate dagli insetti sono visibili papule di piccole dimensioni il cui grattamento porta facilmente a escoriazioni con il concreto rischio di infezioni secondarie. Spesso sono presenti macule di colore azzurrognolo dovute alle sostanze contenute nella saliva dei pidocchi responsabili.
Il trattamento della pediculosi del pube è praticamente lo stesso che viene adottato nella pediculosi del capello. Fortemente consigliato è il trattamento del partner sessuale del soggetto contagiato.
Indice materie – Medicina – Dermatologia –Pidocchi