I pappataci appartengono alla classe degli Insetti dell’ordine dei Ditteri; sono di notevole importanza sanitaria perché sono in grado di trasmettere malattie agli umani e ad altri animali mediante la loro puntura. Esistono diversi tipi di pappataci, alcuni diffusi solo nelle aree tropicali, altri anche in zone dal clima più temperato.
Conosciuti anche come flebotomi, sono piccoli insetti volanti lunghi al massimo due o tre millimetri. Possiedono una sola coppia di ali, che sono pelose come tutto il resto del corpo; gli occhi sono neri e sporgenti e ben spiccano sul corpo di colore giallognolo. I pappataci si nutrono del sangue degli animali che pungono (l’apparato boccale è “pungente-succhiante”). Come per le zanzare, solo gli esemplari femmine pungono l’ospite, generalmente nelle ore notturne, in quanto il sangue è necessario per permettere la deposizione delle uova. I maschi invece sono innocui, visto che si cibano di alimenti zuccherini.
Nonostante siano dotati di ali, i pappataci adulti sono pessimi volatori (il loro volo è definito come saltellante) e, anche durante la ricerca della vittima cui succhiare il sangue, non riescono a coprire grandi distanze. Per questo motivo i pappataci sono molto stazionari, potendo passare la loro vita interamente all’aperto o anche interamente nelle abitazioni.
Dopo qualche giorno dalla puntura, le femmine sono in grado di deporre dalle 20 alle 70 uova che si schiudono in un arco di tempo che va dai 7 ai 12 giorni, facendo uscire le larve che non sono ematofaghe (in biologia, si dice ematofogo l’animale che si nutre di sangue), ma si cibano di detriti vegetali e muffe; nel giro di circa quasi due mesi, le larve si trasformano in esemplari adulti.
I pappataci: le punture
Non è facile evitare la puntura dei pappataci, perché sono insetti molto silenziosi, da cui il nome comune che ha il significato di “pungi silenziosamente”, in altre parole pappa e taci (il nome flebotomo deriva dal greco e significa tagliatore di vene).
Le punture sono lesioni caratterizzate da aree arrossate, con dolore, prurito e rigonfiamenti. Spesso le punture sono molteplici e interessano soprattutto le aree inferiori del corpo (piedi, caviglie e gambe) perché i pappataci hanno una bassa propensione al volo.
Le malattie trasmesse dai pappataci
In seguito alla puntura, può svilupparsi dopo pochi giorni una febbre di lieve intensità con dolori articolari simili a quelli di un’influenza. Si tratta della cosiddetta febbre dei tre giorni causata da Arbovirus trasmessi all’uomo dalle punture dei pappataci. Viena anche detta febbre estiva perché è tipica di questo periodo.
Oltre alla leishmaniosi, i pappataci possono trasmettere agli esseri umani anche il virus di una forma di meningite, diffusa particolarmente in Toscana (tant’è che il virus è noto proprio come TOSV, virus Toscana), in genere fortunatamente dal decorso benigno, anche se non deve essere assolutamente sottovalutata.La complicanza più pericolosa della puntura dei pappataci è lo sviluppo della leishmaniosi, una patologia provocata dalla Leishmania. Questo termine indica genericamente un gruppo di Protozoi parassiti, in grado di essere trasmessi nel corpo dell’ospite veicolati dalla puntura del pappatacio, che è quindi il vettore del contagio. La malattia è particolarmente pericolosa nei cani, ma, in linea di principio, può colpire anche gli esseri umani (leishmaniosi umana). Per i dettagli su questa malattia nei cani, si consulti la specifica pagina del sito (Leishmaniosi nel cane).
I rimedi
Per lenire il fastidio provocato delle punture si possono usare pomate a base di antistaminici o rimedi naturali come il Tea Tree Oil, un olio essenziale ricavato da una pianta australiana, la melaleuca alternifolia.
I pappataci: come eliminarli
Non è facile eliminare i pappataci: viste le loro piccole dimensioni, questi insetti sono in grado di passare dalle maglie di una comune zanzariera. Sono molto insofferenti alla luce, quindi l’illuminazione notturna dei locali in cui si soggiorna li tiene lontani (anche se attira altri insetti!). Gli insetticidi sono sconsigliati, perché il loro utilizzo deve essere continuo e in notevoli quantità. Rimedi naturali sono invece quelli tipici della lotta alle zanzare: eliminare ristagni d’acqua e circondarsi di piante in grado di disturbare con il loro aroma gli insetti, come il geranio, la lavanda o il rosmarino.
I pappataci in Italia
In Italia solo alcune zone sono considerate endemiche e ad altissimo rischio di leishmaniosi: le coste (tirrenica, ionica e adriatica), il centro-sud e le isole, in quanto il clima più caldo favorisce lo sviluppo dei pappataci.
Si stanno scoprendo anche focolai al nord e in ampie zone collinari, tanto che ormai si può dire che i pappataci sono distribuiti irregolarmente sul territorio nazionale in una fascia compresa tra il mare e gli 800 metri di altezza.
La maggiore attività dei pappataci si esplica da maggio a ottobre, anche se il cambiamento del clima ne ha prolungato la stagione, esattamente come ha amplificato la zona di diffusione.
Come difendere il cane
Essendo animali notturni (di giorno restano al riparo in ambienti umidi e bui), i pappataci sono particolarmente pericolosi per i cani che di notte dormono all’aperto. Nelle zone dove sono presenti, consigli molto utili sono:
- limitare le passeggiate nelle ore serali e notturne
- far dormire il cane in casa
- applicare zanzariere alle finestre e alle porte
- utilizzare insetticidi ambientali;
- utilizzare sui cani prodotti repellenti specifici per i pappataci (fra l’altro contemporaneamente attivi per pulci e zecche).
I repellenti possono essere gocce da applicare per esempio una volta al mese, collari e spray; poiché hanno durata, praticità ed efficacia diverse, è opportuno regolarsi secondo il parere del proprio veterinario.