L‘eritema solare (o più popolarmente scottatura solare o, più raramente, ustione solare) è, con ogni probabilità, la forma di eritema più nota in assoluto; con tale espressione ci si riferisce a un’ustione di primo o secondo grado le cui cause sono da ricercarsi in un’esposizione prolungata ai raggi del sole o comunque a fonti di raggi UVB (l’esempio classico è rappresentato dalle lampade solari utilizzate per l’abbronzatura artificiale). L’eritema solare non deve essere confuso con altri tipi di fotodermatite dalla sintomatologia simile quali, per esempio, la dermatite polimorfa solare, la lucite estiva benigna e la prurigo attinica.
Come si manifesta l’eritema solare
L’eritema solare fa la sua comparsa alcune ore dopo che la cute è stata esposta alle radiazioni solari. La sintomatologia varia a seconda della gravità della stessa; i segni e i sintomi più comuni sono, oltre ovviamente all’arrossamento, prurito, bruciore, dolenzia e presenza di bolle, vescicole e papule; la pelle diventa ipersensibile al tatto e si osservano anche esfoliazione cutanea e xerosi. Nei casi più complessi (esposizioni particolarmente prolungate e ampie aree cutanee interessate) possono fare la loro comparsa anche febbre, mal di testa e sensazione di malessere generale.
Chi corre maggiori rischi
I soggetti più a rischio di eritema solare sono quelli appartenenti ai fototipi 1, 2 e 3 (per approfondimenti si consulti il nostro articolo Abbronzanti), ma se l’esposizione ai raggi UVB sono prolungate e ripetute, anche i soggetti con pelle più scura possono essere colpiti da eritema.
È sicuramente opportuno ricordare che l’eritema solare non è, solitamente, di per sé, un problema di notevole gravità, ma episodi ripetuti nel tempo aumentano in modo deciso i rischi di macchie cutanee, fotoinvecchiamento, cheratosi attinica e, addirittura, tumori cutanei; riguardo a quest’ultimo punto, non si pensi solo al melanoma; vi sono, infatti, varie forme tumorali in cui le prolungate esposizioni ai raggi solari giocano un ruolo importante (si pensi alla lentigo maligna o al carcinoma spinocellulare).
Rimedi
Nel caso di comparsa di eritema solare, a seconda della sua gravità, si possono intraprendere diversi tipi di azione. Importante è idratare la pelle con apposite creme o lozioni di buona qualità. Per attenuare il dolore e il bruciore si può fare una doccia con acqua fredda o al limite strofinare in modo molto delicato, sulle parti interessate, una borsa del ghiaccio avvolta in un panno di cotone.
Un certo sollievo lo si può ottenere da impacchi freddi di camomilla. Altri rimedi naturali ai quali si può ricorrere nei casi più semplici sono l’aloe o l’amido di riso.

L’eritema solare fa la sua comparsa alcune ore dopo che la cute è stata esposta alle radiazioni solari
I casi più seri di eritema solare necessitano di terapia farmacologica; tale trattamento deve essere effettuato soltanto dietro prescrizione del medico curante e consiste generalmente in creme a base di cortisone; nei casi particolarmente gravi può essere necessario ricorrere a terapie sistemiche sempre basate su corticosteroidi.
Quello che invece è necessario evitare è continuare, nelle giornate successive alla comparsa di eritema, a esporsi ai raggi solari. Si deve anche evitare di grattare la pelle; può essere talvolta difficile resistere all’inevitabile prurito, ma il grattarsi darebbe solo un sollievo temporaneo e finirebbe per peggiorare il quadro clinico. Non vanno poi rotte le vescicole e le bolle eventualmente formatisi sulla pelle perché si aumenterebbero i rischi di processi infettivi.
È dannoso anche asciugarsi la pelle con asciugamani ruvidi perché si peggiorerebbe la situazione; dopo il bagno o la doccia ci si deve asciugare delicatamente con un asciugamano morbido senza strofinare, ma utilizzando il panno a mo’ di impacco.
Vanno infine evitate procedure cosmetiche quali il peeling e lo scrub e, ovviamente, sedute di abbronzatura artificiale.
Eritema solare nei bambini
Per i bambini valgono le stesse indicazioni che per gli adulti, ma diventa più importante la protezione perché da un lato il bambino ha la pelle più delicata e dall’altro è meno cosciente del pericolo che una prolungata esposizione può comportare.
Consigliabile pertanto utilizzare una protezione 50+, scegliendo prodotti con filtri fisici e chimici, in grado di proteggere in modo ottimale, lasciando una buona traspirazione.
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