Le coliche del neonato (e dei lattanti in generale) sono abbastanza comuni, anche se non tutti i soggetti di giovanissima età ne sono interessati.
Per quanto le coliche del neonato siano una manifestazione molto frequente e conosciuta (fra i vari tipi di coliche, insieme a quelle renali e quelle biliari, sono forse le più note), destano spesso una notevole preoccupazione nei genitori. Non sempre infatti, di fronte alle irrefrenabili crisi di pianto dei loro piccoli, i genitori sanno quali provvedimenti è opportuno adottare.
È comunque bene sapere che tali episodi dolorosi tendono a cessare dopo il quarto o quinto mese di età.
Coliche del neonato: segni e sintomi
In molti bambini le coliche gassose fanno solitamente la loro comparsa dopo due settimane dalla nascita.
Si manifestano generalmente con improvvise crisi di pianto inconsolabile (spesso, nemmeno il seno materno o il ciuccio danno sollievo al piccolo); tali crisi si verificano di solito dopo il pasto serale (soprattutto nei piccoli allattati al biberon; nei bambini allattati al seno, invece, le crisi possono presentarsi in qualsiasi momento della giornata); il bambino inoltre presenta spesso rossore al volto, l’addome è teso, duro al tatto e le gambe sono flesse sulla pancia; in alcuni casi si ha emissione di gas intestinale (tant’è che spesso si parla di coliche gassose del neonato).
Secondo molti autori, per parlare di coliche del neonato deve essere soddisfatta la cosiddetta regola dei tre formulata da Wessel (A. Wessel è un noto pediatra statunitense), ovvero:
la crisi di pianto deve durare almeno tre ore e deve manifestarsi almeno tre giorni alla settimana e per almeno tre settimane.
Per quanto coniata negli anni ’50 del XX secolo, la regola di Wessel è ancora ritenuta valida dalla stragrande maggioranza degli autori; non si deve infatti pensare sempre alle coliche ogniqualvolta il bambino scoppia a piangere; nel neonato, un pianto prolungato, anche per un paio di ore al giorno, è considerato fisiologico dai pediatri e fa parte del normale sviluppo del bambino.
Devono inoltre poter essere escluse altre cause che possano dar luogo a una crisi di pianto parossistica di lunga durata (ostruzione intestinale, otite, pielonefrite ecc.).
Cause
L’eziologia delle coliche neonatali non è del tutto chiara, tant’è che, a tutt’oggi, i vari autori non hanno pareri unanimi sulla questione.
Fra le varie ipotesi che nel corso del tempo sono state fatte, riportiamo quelle che più spesso vengono citate.
Problemi di tipo psico-relazionale – Il problema delle coliche neonatali scaturirebbe da un alterato rapporto fra la mamma e il piccolo; alcuni autori fanno presente, a tale proposito, che le coliche del neonato sono presenti soprattutto nei primogeniti e in quei bambini che hanno mamme particolarmente ansiose o comunque piuttosto apprensive e iperprotettive; l’ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che le coliche possono scomparire quando il bambino viene affidato alle cure di terze persone. Altri autori però rovesciano la questione affermando che spesso l’ansia materna è una conseguenza delle coliche, non una causa.
Presenza di gas nelle anse intestinali – Molti pediatri sono del parere che le coliche neonatali siano sostanzialmente da attribuire a un’eccessiva ingestione di aria al momento dei pasti oppure da un’eccessiva produzione di aria intestinale. Anche in questo caso non si hanno conferme; molti bambini producono molta aria, ma non soffrono di coliche.
Eccessiva dinamica della peristalsi intestinale – Secondo alcuni autori, soffrirebbero di coliche soprattutto quei bambini che hanno delle contrazioni intestinali più intense a causa di un’aumentata produzione di un ormone (motilina); l’aumento dei livelli di motilina sembra legato al tipo di alimentazione e all’esposizione al fumo passivo.
Allergia al latte vaccino – Un’altra ipotesi chiama in causa un’eventuale allergia alimentare al latte vaccino; non soltanto a quello del latte artificiale, ma anche alle piccole quantità di latte vaccino che comunque passano attraverso il latte materno.
Alimentazione materna – Tra le varie ipotesi che nel corso del tempo sono state fatte per spiegare gli episodi di coliche nel neonato ve ne sono alcune legate direttamente all’alimentazione materna. Trattasi di convinzioni ritenute ormai errate da tutti gli autori; le più comuni sono quelle che attribuirebbero la responsabilità degli episodi dolorosi a una dieta materna ricca di legumi, spinaci e cavoli. Questi alimenti sono sì responsabili di un cattivo sapore del latte materno, ma non hanno niente a che vedere con eventuali episodi di coliche gassose.
Le coliche infantili non sembrano nemmeno da attribuirsi a un latte materno eccessivamente ricco in lipidi.
Coliche del neonato: cosa fare?
Che fare in caso di coliche infantili? Escluse tutte le altre cause che potrebbero dar luogo alle crisi di pianto (per esempio l’otite, una patologia decisamente fastidiosa per i bambini piccoli), si può tentare di calmare il bambino rendendo l’ambiente più confortevole e consolandolo cullandolo dolcemente. Alcuni bambini trovano sollievo da un lieve massaggio alla pancia, altri bevendo soluzioni a base di camomilla o finocchio o melissa. Da alcuni studi, in attesa di ulteriori conferme, si è visto che un certo sollievo ai piccoli deriva dalla somministrazione diretta sulla lingua di un cucchiaino di acqua e zucchero miscelati in parti uguali. Anche se non vi sono conferme scientifiche in proposito, le molte osservazioni fatte e l’innocuità del sistema possono giustificare il ricorso a questo tentativo.
Alcuni pediatri consigliano l’utilizzo di simeticone (nome commerciale Mylicon), a tutt’oggi il farmaco più utilizzato in caso di coliche infantili.
Assolutamente da evitare l’utilizzo di sondini rettali o, peggio, del termometro al fine di provocare l’uscita dei gas intestinali. Tali pratiche possono innervosire il bambino e provocare fastidiose irritazioni.
Nel caso in cui le coliche siano particolarmente frequenti e non si riesca mai a calmare il bambino neppure con le strategie indicate precedentemente, può essere opportuno un consulto pediatrico per ulteriori approfondimenti.