L’apparecchio per i denti (più propriamente apparecchio ortodontico) è un dispositivo medico i cui scopi principali sono quelli di porre rimedio al disallineamento dei denti e ottenere una funzione masticatoria efficiente favorendo, conseguentemente, la salute degli elementi dentali e del loro apparato di sostegno.
Un corretto trattamento ortodontico consente inoltre di migliorare l’armonia del volto e l’estetica del sorriso.
La disciplina medica che si occupa di questi aspetti viene detta ortodonzia o, più modernamente, ortognatodonzia; ortodonzia e ortognatodonzia derivano dal greco, per l’esattezza dai termini orthos (diritto), gnathos (mascella) e odontos (dente). Il medico specializzato nei trattamenti ortodontici viene detto ortodontista (od ortognatodontista).
Se in un recente passato il ricorso agli apparecchi ortodontici era praticamente un’esclusiva dei bambini, oggi sono moltissimi gli adulti che ricorrorrono ai trattamenti ortodontici con questi dispositivi. Contrariamente a quanto si potrebbe essere portati a pensare infatti, i denti sani possono essere spostati ortodonticamente a qualsiasi età.
Apparecchio per i denti – Tipologie
Gli apparecchi per i denti possono essere suddivisi in due grandi categorie:
- apparecchi ortodontici fissi
- apparecchi ortodontici mobili.
Apparecchi ortodontici fissi – Gli apparecchi ortodontici fissi, utilizzati per il trattamento dei disallineamenti, sono dispositivi che vengono applicati ai denti e rimangono nella bocca del soggetto 24 ore su 24; essendo ancorati agli elementi dentali non possono essere rimossi se non dall’ortodontista.
Un apparecchio per i denti di tipo fisso consente di spostare i denti in modo considerevole e verso ogni direzione; esso è costituito da diverse parti; l’elemento principale dell’apparecchio per i denti è l’attacco ortodontico (twin bracket edgewise), noto anche come bracket; l’attacco è costituito da una base trattata in modo tale da consentire la miglior adesione possibile ai denti e da un corpo nel quale sono presenti uno slot (scanalatura) nel quale vengono inseriti dei fili metallici (fili, o archi, ortodontici) e le alette che servono a trattenere le legature necessarie a bloccare i fili nell’attacco ortodontico. Esistono anche degli attacchi ortodontici, noti come Damon (dal nome del loro ideatore Dwight H. Damon), nei quali non sono utilizzate legature in quanto sono progettati per incastrare l’arco ortodontico e trattenerlo nella sede grazie a un apposito sportellino.
Rispetto ad altre tipologie di apparecchio per i denti, quelli fissi rendono più complesse le operazioni di igiene orale; infatti, quando si indossano questi apparecchi è abbastanza laborioso rimuovere adeguatamente, dalle varie parti metalliche che compongono l’apparecchio, i residui di cibo e la placca batterica. È senz’altro più problematico anche l’uso del filo interdentale. È per questo motivo che ai portatori di apparecchi ortodontici viene consigliato l’utilizzo di appositi idropulsori per igiene orale; questi dispositivi, attraverso getti d’acqua molto sottili fra i denti, consentono un buon livello di pulizia. Molti dentisti raccomandano anche l’utilizzo di un collutorio.
È inoltre buona norma che chi porta un apparecchio per i denti cerchi di eliminare, o perlomeno di ridurre il più possibile, il consumo di chewing-gum, caramelle gommose e appiccicose o troppo dure o altri cibi similari.
Apparecchi ortodontici mobili – Gli apparecchi ortodontici mobili vengono generalmente prescritti per il trattamento di malocclusioni dentali più serie e di altre problematiche dento-facciali.
Questa tipologia di apparecchi viene utilizzata soprattutto in soggetti molto giovani (ortodonzia intercettiva); a differenza di quanto accade con gli apparecchi fissi, quelli mobili non devono essere portati di continuo, ma per un determinato numero di ore al giorno. L’apparecchio ortodontico mobile viene preparato in laboratorio dopo un accurato studio delle forme delle arcate dentarie e del palato; di fatto vengono studiati su misura per il soggetto in base all’azione che si intende ottenere.
Il fatto che gli apparecchi mobili possano, a differenza di quelli fissi, essere utilizzati anche sulla dentatura decidua (cioè i denti da latte) li rende particolarmente utili nel trattare quei problemi ortodontici che possono essere risolti più facilmente se trattati precocemente. È corretto precisare che, nella stragrande maggioranza dei casi, sarà necessario un altro trattamento ortodontico con un apparecchio fisso quando saranno comparsi i denti definitivi; ovviamente i tempi del secondo trattamento risulteranno molto più brevi di quelli che sarebbero stati necessari se l’intervento con l’apparecchio mobile non fosse stato effettuato.
A differenza di quanto accade con gli apparecchi fissi, per quanto concerne l’igiene dentale, gli apparecchi ortodontici mobili non creano alcun problema in quanto possono essere rimossi ogniqualvolta sia necessario utilizzare spazzolino o filo interdentale.
Un tipo particolare di apparecchio mobile è la cosiddetta maschera, nota anche come bite (termine inglese che significa morso). Per approfondire questo particolare argomento si consulti l’articolo Bite dentale.

Gli apparecchi per i denti possono essere suddivisi in due grandi categorie: apparecchi ortodontici fissi e apparecchi ortodontici mobili.
Apparecchi per trazione extra-orale
Si tratta di un particolare apparecchio per i denti, noto popolarmente come “baffo” che viene utilizzato soprattutto nel caso di affollamento dei denti frontali superiori.
L’applicazione viene effettuata preferibilmente nel periodo di dentizione mista (ovvero in quel lasso di tempo in cui si ha il passaggio dalla dentizione provvisoria a quella definitiva) oppure in dentizione definitiva precoce, se possibile prima dell’eruzione del secondo molare permanente. In questi periodi infatti l’azione dell’apparecchio è particolarmente efficace; è infatti in grado di recuperare circa 7 mm di spazio per l’allineamento dei frontali.
Esistono diverse tipologie di trazione extra-orale che sono utilizzate a seconda del difetto da correggere.
Per poter essere veramente efficace, l’apparecchio deve essere indossato dalle 12 alle 18 ore al giorno.
Non si tratta di un apparecchio esente da problemi, non solo di tipo fisico, ma anche di ordine psicologico (considerando il range di età in cui l’apparecchio viene utilizzato, il problema principale è la paura dello scherno e le interferenze nei rapporti interpersonali).
Tipicamente, inoltre, il soggetto avverte un certo dolore nel corso della masticazione oppure quando i denti si toccano fra loro. Il problema è più accentuato negli adolescenti che nei pazienti di in età pre-adolescenziale.
La tecnica Invisalign®
Relativamente all’ultima tipologia di apparecchi ortodontici mobili citati, quella dei bite, merita un cenno a parte Invisalign®, una tecnica di ortodonzia basata su mascherine quasi invisibili, in quanto trasparenti. Le mascherine Invisalign® (dette anche aligner o allineatori) sono dei bite molto leggeri e sottili (circa 3 mm di spessore) che devono essere cambiati periodicamente durante il periodo di trattamento che genericamente dura da uno a tre anni circa; questi bite vengono preparati dopo uno studio computerizzato delle arcate del soggetto e, a seconda dei singoli casi, il soggetto dovrà cambiare un numero di bite che va da un minimo di otto a un massimo di sedici. Di norma le mascherine Invisalign® sono indicate per il trattamento di disallineamenti di lieve entità, ma in alcuni casi vengono usate anche per migliorare quadri più complessi.
Gli aligner Invisalign® possono essere prescritti sia a soggetti giovani che a persone adulte e sono particolarmente indicati per coloro che non vogliono indossare le altre tipologie di apparecchi ortodontici a causa degli inevitabili problemi di natura estetica. Le mascherine sono piuttosto comode e leggere, facilmente rimovibili e costruite con materiali che non provocano alcun tipo di irritazione; non creano alcun problema di pronuncia né limitano alcuna attività quotidiana.
È fondamentale la loro sostituzione nei tempi stabiliti in quanto gli aligner sono realizzati in modo da guidare progressivamente lo spostamento della dentatura; la posizione finale di quest’ultima può essere conosciuta in anticipo attraverso uno studio effettuabile con un apposito programma software.
Dopo il cambio dell’aligner, è probabile sia che il soggetto avverta una leggera sensazione di fastidio (mai tale da richiedere l’assunzione di medicinali) sia che si verifichino temporanee alterazioni della pronuncia; tali disagi però sono destinati a scomparire nell’arco di un paio di giorni al massimo.
I dispositivi Invisalign® devono essere indossati sia di giorno che di notte e vanno tolti soltanto al momento dei pasti e per il compimento delle normali operazioni di igiene dentale.
I costi di un trattamento Invisalign® sono estremamente variabili e dipendono sia dai vari studi ortodontici che effettuano il trattamento sia dalla complessità dei casi e, conseguentemente, dalla durata; in linea generale si parte dai 2.600 euro e si arriva oltre i 4.500, ma alcune fonti riportano anche cifre molto più alte, talvolta più che raddoppiate.
Apparecchi ortodontici pre-trattamento
Una particolare tipologia di apparecchi ortodontici sono i cosiddetti apparecchi pre-trattamento. Possono essere sia fissi che mobili e le loro funzioni principali sono l’espansione del palato oppure il mantenimento in avanti della mandibola, due risultati che non sono ottenibili con l’utilizzo dei normali apparecchi per i denti.
Esistono diversi tipi di apparecchi ortodontici pre-trattamento, fra questi ricordiamo l’espansore palatale, il bionatore, il quad helix, il pendulum, l’holding arch, l’apparecchio di Herbst, il jasper jumper, l’headgear, il tongue crib, le molle a spirale e le miniviti (miniscrew).
L’espansore palatale (noto anche come diastasatore o disgiuntore palatale) è un apparecchio meccanico che viene utilizzato per trattare i casi di iposviluppo scheletrico del mascellare superiore nei soggetti che si trovano nella fase di crescita. Si tratta di una placca palatale che viene fissata sui primi molari superiori e che è dotata di una piccola chiave che serve a ottenere l’espansione desiderata, espansione che consente nella maggior parte dei casi di ottenere quello spazio necessario al riallineamento dei denti. L’azione dell’espansore è particolarmente efficace nell’età evolutiva in quanto la sutura palatale non è ancora ossificata.
L’espansore palatale può creare alcuni problemi quando il soggetto deve mangiare in quanto una parte del cibo può incastrarsi nello spazio presente fra palato e apparecchio. Le manovre di igiene orale pertanto devono essere particolarmente accurate.
Il bionatore è uno strumento che viene invece prescritto qualora sia necessario raddrizzare i denti incisivi a chiusura bassa. È un apparecchio ortodontico di tipo mobile che fa sì che i denti vadano nella posizione desiderata. Consiste in una placca in plastica che ha la forma dei denti, ma è corredata da un rialzo che fa sì che gli incisivi restino rialzati.
Il quad helix è un apparecchio ortodontico di tipo fisso che viene collegato ai primi molari superiori e che serve a ottenere l’espansione dell’arcata superiore agendo sui denti (l’apparecchio lavora sull’osso alveolare rimodellandolo, non espande il palato).
Nei primi giorni di applicazione il quad helix può creare alcune difficoltà nell’alimentarsi, nel deglutire e nel parlare, ma nel giro di una settimana il soggetto si abitua a portarlo senza problemi di sorta. L’igiene orale deve essere particolarmente accurata.
Il pendulum è un apparecchio ortodontico che viene prescritto quando l’ampiezza dell’arco dei molari superiori è in inferiore a quella dei molari inferiori e il palato è troppo piccolo. In prima battuta è necessario espandere il palato con il sistema della chiave dell’espansore, mentre in seguito sarà necessario sganciare due alette che, affiancate ai denti, li spingeranno indietro onde ottenere un maggiore spazio.
L’holding arch è un apparecchio ortodontico per il palato e per la lingua il cui scopo principale è quello di far sì che i denti non si spostino in avanti e restino nella loro posizione in modo da avere lo spazio necessario per manovre terapeutiche. Viene applicato a soggetti di età giovanissima ai quali non sono ancora spuntati i denti permanenti; ciò consentirà di ridurre i trattamenti ortodontici in età più adulta.
L’apparecchio di Herbst è un dispositivo costituito da un apparecchio palatale, uno linguale e da due sporgenze metalliche che ricordano le zampe di una ranocchia (da qui il nome popolare che spesso viene attribuito all’apparecchio di Herbst, ranocchia). Si fa ricorso a questo dispositivo quando si devono trattare i cosiddetti casi di overbite, ovvero, in altri termini, quando i denti superiori sporgono troppo in avanti. Le due sporgenze metalliche presenti nell’apparecchio hanno lo scopo di mantenere la mandibola in posizione anteriorizzata. Gli ortodontisti cercano di ricorrervi solo in casi particolari in quanto le due sporgenze possono procurare tagli alla gengiva e inoltre trattengono i residui alimentari complicando le manovre di igiene orale. Generalmente l’apparecchio di Herbst va tenuto per circa un anno e viene prescritto solamente a quei ragazzi che mal sopportano gli elastici presenti negli apparecchi ortodontici.
Il jusper jumper è una versione modificata dell’apparecchio di Herbst. Questo apparecchio ortodontico viene usato per favorire una posizione mandibolare avanzata.
L’headgear è un apparecchio che serve a modificare la direzione della crescita facciale. Lavora sia attraverso l’inibizione della crescita in avanti di mascella e denti superiori sia favorendo la crescita della mandibola e dei denti inferiori. Ne esistono diversi tipi che agiscono in modi diversi a seconda della correzione che si desidera ottenere.
Il tongue crib è un apparecchio che serve a impedire che la lingua spinga eccessivamente in avanti i denti inferiori. Il tongue crib viene applicato al palato ed è costituito da due bracci che passano internamente e sono affiancati ai denti e che hanno una sporgenza metallica nella loro parte terminale.
Le coil springs (molle a spirale) sono delle molle che sono utilizzate per allargare lo spazio fra due denti.
Le miniviti (o miniscrew) sono delle viti molto piccole che vengono applicate nell’osso e costituiscono un ancoraggio scheletrico al quale è possibile attaccare degli elastici. Scopo di questo dispositivo è quello di spostare alcuni denti nella posizione desiderata senza che si abbiano effetti su quei denti che non necessitano di alcun spostamento.
L’applicazione delle miniviti necessita di anestesia locale; il soggetto, dopo l’applicazione, non avvertirà minimamente la loro presenza. Generalmente, per ottenere risultati occorrono 4-5 mesi di trattamento.
Mantenimento dei risultati ottenuti
Una volta che l’apparecchio per i denti ha raggiunto il proprio fine si entra nella fase di mantenimento il cui scopo è quello di limitare il più possibile le recidive, ovverossia il ritorno dei denti nella posizione precedente il trattamento.
Di solito si ricorre a una contenzione fissa interna, ovvero un filo di acciaio ortodontico intrecciato; meno frequentemente si utilizza una contenzione mobile che generalmente consiste in un bite di materiale plastico. La fase di mantenimento può durare da sei mesi a un anno e la scelta del tipo di contenzione varia a seconda della gravità del caso iniziale e va anche in base all’età del soggetto (il rischio di recidiva è più alto in un soggetto adulto).