La locuzione set point è stata introdotta da Bennet e Gurin: è un “punto di regolazione individuale della quantità di grasso” e sarebbe possibile, seguendo una dieta molto naturale abbinata a un’attività fisica, abbassarlo evitando il sovrappeso. In realtà non è così semplice. Per molti individui il set point è basso perché in questi soggetti i condizionamenti (e le conoscenze) dovuti alla filosofia di vita che seguono sono tali che manca la spontaneità: essi operano, forse più naturalmente di altri, una serie di restrizioni alimentari, di solito molto corrette, proprio come chi si mette a dieta seguendo un qualsivoglia modello alimentare per il controllo del peso.
Appare più corretto definire il set point come
il peso che si stabilizza con lo stile di vita del soggetto.
Si può così differenziare il set point naturale (quello in cui il soggetto mangia quando ha fame e tutto ciò che gli piace) e quello corretto da un opportuno stile di vita.
Nel mondo occidentale, realisticamente, oltre il 90% degli individui sani di età superiore ai 30 anni sarebbe sovrappeso. È dunque merito dei nutrizionisti se tale percentuale è attorno al “solo” 50%. Ovviamente si può fare di meglio.
In linea di massima:
nel mondo occidentale il set point naturale di un individuo è oltre i limiti di sovrappeso.

Il set point è il peso che si stabilizza con lo stile di vita del soggetto.
Da cosa dipende il set point?
Dati:
a) l’alimentazione (cioè principalmente le calorie introdotte)
b) l’attività fisica
c) il quadro ormonale individuale
d) le ore di sonno
e) lo stress e la condizione psichica generale,
ogni persona ha un determinato set point, cioè un peso che tende a rimanere stabile se non cambiano i fattori che l’influenzano.
Parlare di set point riferendosi solo al primo punto è sicuramente riduttivo. Pensare che basti avere una educazione alimentare che per esempio ci faccia scegliere cibi sazianti, appetibili, ma poco calorici (i principi della cucina ASI) è un buon inizio per abbassare il proprio set point, ma non è certo sufficiente.
È un grave errore raziologico (per approfondimenti si consiglia di consultare la sezione Raziologia) pensare che mangiare bene sia una condizione sufficiente per essere magri, ma sicuramente è una condizione facilitante.
Allo stesso modo è un grave errore raziologico pensare che per essere magri basti fare sport (continuano ad arrivarmi mail di persone stupite dal fatto che, nonostante facciano molto sport, non dimagriscono!); anche in questo caso, fare molta attività fisica è una condizione facilitante l’abbassamento del proprio set point.
Chi ha capito le righe precedenti avrà ormai chiaro che i cinque punti lavorano insieme nella gestione del set point. Sicuramente i primi due punti sono i più importanti, ma anche gli ultimi tre sono da considerare.
Di seguito, alcuni dati riguardanti runner (principale attività fisica la corsa) o sedentari, maschi; come variabile del quadro ormonale si è considerata l’età (come avviene in una persona sana) e si sono scelti solo soggetti con lavoro sedentario (è possibile fare attività fisica anche con un lavoro fisicamente impegnativo).
Le calorie sono state normalizzate con l’altezza in metri al quadrato: per esempio, un uomo che assume 2.000 kcal ed è alto 1,72 m ha un introito calorico pari a 676 kcal normalizzate.
Set point – Tabella calorie normalizzate
Calorie normalizzate | km/settimana | Età | Ore di sonno | Psicologia | IMC |
620 | 0 | 45 | 9 | stabile | 22,5 |
810 | 0 | 38 | 7 | stress moderato | 23,5 |
750 | 50 | 50 | 8 | stabile | 20,8 |
900 | 120 | 46 | 8 | stabile | 20,5 |
920 | 0 | 39 | 7 | ansioso | 27,2 |
840 | 35 | 24 | 8 | stress moderato | 22,1 |
1.050 | 0 | 28 | 9 | stabile | 29,4 |
680 | 65 | 60 | 7 | stabile | 19,9 |
745 | 55 | 49 | 8 | stabile | 19,8 |
990 | 0 | 32 | 7 | stress moderato | 28,6 |