Le torte pronte sono alternative industriali alla preparazione in cucina o all’acquisto dal pasticcere; poiché le torte pronte vengono confezionate opportunamente, risultano a più lunga conservazione rispetto all’alternativa casalinga o a quella del negozio artigianale. Questo aspetto però non deve essere considerato un pregio perché spesso la lunga conservazione è ottenuta con l’aggiunta di additivi e con l’uso di grassi di dubbia qualità. Inoltre, una volta aperte le confezioni, conviene consumare le torte in breve tempo e/o conservarle attentamente, per evitare che il contatto con l’aria comprometta la qualità del prodotto. Lo svantaggio delle torte pronte, oltre alla scarsa qualità degli ingredienti, è una sicura perdita delle qualità organolettiche (il profumo di una torta appena sfornata in casa è insuperabile); tuttavia, nel caso di torte con ingredienti genuini, la minor appetibilità è comunque compensata dalla facilità di conservazione e dalla praticità di utilizzo: si acquistano quando si può e si consumano anche a distanza di settimane; è sufficiente conservarle in un luogo asciutto e ovviamente rispettare la data di scadenza.
Nel valutare la scelta di torte pronte confezionate industrialmente occorre considerare tre aspetti: la genuinità degli ingredienti, l’apporto calorico e la qualità del prodotto.
La genuinità degli ingredienti – Per questa tipologia di prodotto, si tratta dell’aspetto più critico. In sostituzione del burro e dell’olio usati nelle ricette artigianali, le torte industriali utilizzano spesso oli o grassi vegetali (il più delle volte di seconda scelta). L’uso della margarina è sfortunatamente la pratica più utilizzata, come risulta dall’analisi dei prodotti di mercato più diffusi. Altro punto a sfavore della genuinità è l’uso di additivi da evitare, il più delle volte addensanti, agenti lievitanti e anche coloranti (questi ultimi nelle glasse e nelle farciture).
L’apporto calorico – Come prodotti da forno, l’apporto calorico difficilmente può essere contenuto al di sotto di 300 kcal/100 g. Valori più comuni sono compresi tra 300 e 450 kcal/100 g, mentre le torte più caloriche superano le 450 kcal/100 g (e sono anche le più diffuse). Il contenuto calorico del prodotto ha perciò poco pregio perché è più interessante considerare l’indice di sazietà della torta, il vero responsabile dell’introito calorico totale. Poiché l’indice di sazietà dipende dalla ricetta (oltre che dai gusti individuali) non bisogna essere troppo critici con preparazioni apparentemente ipercaloriche, visto che comunque il consumo è saltuario. Le calorie perciò entrano nel nostro criterio di classificazione solo per delimitare una classe nella quale non si pone nessuna attenzione alla preoccupazione salutistica di avere un prodotto ottimizzato come calorie. Un limite ragionevole è rappresentato da 450 kcal/100 g.
La qualità del prodotto – La qualità della torta pronta incide notevolmente sulla caratteristica di appetibilità, quindi è un aspetto da non sottovalutare. Comprare una torta confezionata solo in una busta trasparente e che rischia di frantumarsi e ridursi in tanti pezzi sicuramente non depone a favore dell’appetibilità del dolce. Analogamente, una classica crostata pronta, troppo dura al punto da essere difficile da tagliare, certamente non risulta invitante. Conviene quindi dare importanza anche alla confezione, all’aspetto e alla consistenza ed evitare quei prodotti dai formati improbabili (se non avete invitati, consumare una torta di 500-700 g o più da soli non è consigliabile!) e dalle confezioni approssimative. La scelta dei gusti è opzionale, ma conviene sempre privilegiare, a parità di altri fattori, le scelte che si presentano più appetibili e vicine alle torte artigianali.
Cosa ne pensa la dieta italiana
La dieta italiana esclude l’utilizzo di torte pronte contenenti margarina o grassi vegetali idrogenati, oppure additivi sospetti (per lo più addensanti e coloranti, questi ultimi utilizzati spesso per le glasse e le farciture). Anche l’impiego di oli o grassi vegetali di seconda scelta (palma, cocco, girasole, da evitare l’olio di colza), ma non idrogenati è una caratteristica comunque negativa. Si può identificare in 450 kcal/100 g il limite massimo per una torta non ipercalorica ammissibile in una dieta controllata, facendo comunque attenzione alle dimensioni della fetta e quindi all’apporto calorico complessivo!

Le torte pronte hanno date di scadenza molto lunghe che richiedono la presenza di conservanti e grassi di scarsa qualità
Torte pronte: il mercato
Rischio salutistico della categoria: alto.
La situazione generale di questi prodotti industriali è deludente, a causa dei difetti, più o meno gravi, riscontrati frequentemente in molte torte pronte. Passare in rassegna tali prodotti e le aziende che se ne occupano è davvero sconfortante visto che in una sola categoria riescono a emergere quasi tutti i difetti che vanno contro quelli che sono i principi di una sana e corretta alimentazione e che sono tali da renderne assolutamente sconsigliabile il consumo; alcuni esempi: uso di anidride solforosa come conservante, uso di grassi vegetali di seconda scelta, uso di margarina, di oli vegetali parzialmente idrogenati e via discorrendo…