La pizza è conosciuta nel mondo come uno dei piatti tipici italiani, anche se chi ha provato a mangiarla all’estero è rimasto sicuramente il più delle volte deluso. Il mercato delle pizze pronte surgelate è in continuo sviluppo e ormai propone quasi tutte le varianti classiche (con verdure, con prosciutto, ai quattro formaggi, capricciosa, con salame).
Alcuni che amano dichiararsi amanti della pizza “verace” inorridiscono di fronte alla versione surgelata e consumano esclusivamente la pizza nei locali, possibilmente con forno a legna. Tuttavia si dovrebbe riflettere su come spesso tali preparazioni non siano affatto migliori dei prodotti pronti surgelati, in quanto difficilmente si può avere un controllo sugli ingredienti usati dal pizzaiolo (sono pochi quelli che espongono o esplicitano gli ingredienti e la loro provenienza); spesso tali ingredienti sono di scarsa qualità, come per esempio la “mozzarella”. Sono pochissime le pizzerie che specificano chiaramente almeno:
- il tipo e le caratteristiche del formaggio usato
- il tipo di olio usato
- la temperatura di cottura della pizza: cuocere un alimento a 400 °C non è poi il massimo. Nessuna pizza industriale risulta “bruciacchiata”.
Inoltre i prodotti surgelati hanno alcune caratteristiche positive, anche a scapito della qualità non ottimale, se confrontate con le migliori preparazioni artigianali.
Pizze surgelate: come sceglierle
Trasparenza su ingredienti e valori nutrizionali – Rispetto alla pizzeria, le pizze surgelate di solito garantiscono l’elenco completo degli ingredienti e, in quasi tutte le analizzate, anche l’apporto calorico.
Porzioni limitate – Considerando che il peso delle pizze surgelate è spesso inferiore a quello delle pizze consumate in pizzeria o al ristorante, la scelta del prodotto surgelato con ingredienti dichiarati e genuini può essere una valida alternativa per tenere sotto controllo le calorie pur permettendosi una pizza casalinga.
Ovviamente ci sono anche i contro dell’industriale. Se è possibile trovare pizzerie che sfornano pizze eccellenti, nell’industriale la qualità non arriva mai al massimo perché si è troppo condizionati dalla mentalità di usare surrogati dei veri ingredienti della pizza, ovviamente per motivi economici.
L’olio – Per scegliere una buona pizza surgelata, si deve partire dalla genuinità degli ingredienti con assenza di additivi sospetti (glutammato monosodico), margarina, oli e grassi vegetali di seconda scelta sono penalizzanti.
L’impiego di oli raffinati (olio di girasole, olio di palma e simili fino ad arrivare al pessimo olio di colza) è penalizzante perché una vera pizza deve essere confezionata con olio extravergine d’oliva.
Il formaggio – Si devono ritenere di seconda scelta le pizza fatte con formaggi diversi dalla mozzarella, per esempio l’edam.
Le calorie – Come ultimo parametro si deve considerare l’apporto calorico (inferiore a 240 kcal/100 g, considerando che la pezzatura minima è di circa 300 g, per un apporto totale attorno alle 600-700 kcal minimo).
Sulle modalità di preparazione è poi necessario seguire scrupolosamente le istruzioni e impiegare il forno tradizionale o il forno a microonde alla corretta temperatura e potenza, tarando opportunamente i tempi di cottura e il contenitore utilizzato.
Cosa ne pensa la dieta italiana
Vista la tipologia del prodotto, la dieta italiana non solo sconsiglia il consumo di prodotti che contengono ingredienti chiaramente da evitare (margarina, glutammato monosodico), ma anche quelli con oli vegetali di seconda scelta.
L’assenza di etichetta nutrizionale rende difficile l’inserimento del prodotto in un’alimentazione controllata, mentre le pizze con più di 240 kcal/100 g andrebbero riservate solo a chi non ha problemi di restrizione calorica e se compatibili con il proprio introito calorico quotidiano.

Le pizze surgelate di qualità sono una buona alternativa per gustare la pizza a casa più spesso evitando di eccedere con le calorie
Pizze surgelate: il mercato
Rischio salutistico della categoria: medio.
Ultimamente il panorama delle pizze surgelate è migliorato leggermente dal punto di vista della qualità, in quanto si comincia ad apprezzare lo sforzo di alcune case di sostituire gli oli vegetali di seconda scelta, anche se l’uso esclusivo di olio di oliva è tuttora poco comune. In alcune proposte, accanto all’olio di oliva, viene impiegato, infatti, anche olio di girasole.
Di difficile interpretazione risultano invece i casi in cui scompare la dicitura olio di oliva raffinato, sostituita semplicemente da olio di oliva. In generale, le aziende fanno la discutibile scelta di impiegare oli diversi dall’olio extravergine d’oliva, penalizzando prodotti che meriterebbero di più.
Alcune case, a dispetto delle dichiarazioni di genuinità, usano, purtroppo, glutammato monosodico (usare un esaltatore di sapidità per un prodotto che vuole essere genuino è quanto mai contraddittorio), altre sostituiscono la mozzarella con altri tipi di formaggio.
Si trovano poi aziende che, accanto a prodotti di qualità media, propongono anche offerte di bassa qualità.