Il D-ribosio (anche, più semplicemente, ribosio) è un carboidrato composto da 5 atomi di carbonio che fa parte di strutture complesse come gli acidi nucleici (per esempio l’RNA e il DNA). Il ribosio è un precursore dell’adenosintrifosfato (noto anche con la sigla ATP), molecola che nel nostro organismo fornisce energia e viene continuamente risintetizzata dai metabolismi).
Il ribosio negli integratori
Il ribosio viene proposto come integratore in ambito sportivo in quanto facente parte dell’ATP (vedasi D-ribosio e ATP), la cui concentrazione cellulare cala in caso di fatica muscolare; l’assunzione di tale sostanza dovrebbe quindi permettere un miglioramento prestativo.
La questione è complessa; i produttori degli integratori a base di D-ribosio lasciano intendere che le prestazioni di endurance possono essere limitate dalla carenza di ATP e che quindi l’assunzione di D-ribosio (coinvolto nel processo di ricostruzione delle scorte di ATP, processo di per sé abbastanza lento) è in grado di migliorare il recupero e il mantenimento della prestazione dell’atleta.

A temperatura ambiente, il D-ribosio è una polvere bianca inodore
In realtà le cose stanno un po’ diversamente. È vero che le scorte si riformano lentamente (occorrono circa 72 ore), ma le scorte di ATP sono veramente limitate nel nostro organismo e non sono esse a determinare la maggior cessione di energia. È quest’ultimo fatto che viene taciuto. Infatti è la conversione dei carboidrati, dei grassi e delle proteine che consente di riformare continuamente ATP. Un atleta di 70 kg in una maratona brucia circa 50 kg di ATP che quindi non può essere presente come “scorta” (l’atleta dovrebbe pesare 120 kg!). L’ATP si forma:
- utilizzando un substrato energetico (carboidrati, grassi, proteine) che va distrutto;
- utilizzando come catalizzatori un discreto numero di sostanze che partecipano alle reazioni e le rendono possibili, ma non vengono distrutte (concetto da tener presente).
Quindi se l’atleta vuole avere a disposizione ATP non deve né ricorrere alle scorte (che gli permetterebbero al massimo di compiere una frazione minima della sua prova) né a tutte quelle sostanze (vitamine del gruppo B, coenzima Q10, ferro, NADH ecc.) che intervengono nelle reazioni senza andare distrutte, ma deve fare in modo da avere sempre a disposizione il carburante.
Quindi:
- assumere D-ribosio o ATP (negli USA vengono venduti prodotti con ATP in capsule!) è come pensare che per correre una maratona con 30 °C basti bere una goccia d’acqua.
- Assumere sostanze coinvolte nei processi energetici come catalizzatori è come sperare di riempire il serbatoio della propria auto facendo benzina a una stazione di servizio vuota (mancano carboidrati, grassi o proteine), ma con decine di benzinai pronti a servirci.