I nucleotidi sono le unità basilari costituenti gli acidi nucleici DNA e RNA, rispettivamente l’acido desossiribonucleico e l’acido ribonucleico.
Sono tre le componenti dei nucleotidi: una base azotata unita a uno zucchero a sua volta unito a uno o più fosfati. Lo zucchero presente nel DNA è il desossiribosio, quello presente nell’RNA è il ribosio.
Le basi azotate dei nucleotidi che costituiscono il DNA (purine e pirimidine) sono la timina, l’adenina, la guanina e la citosina; quelle costituenti l’RNA sono l’uridina, l’adenina, la guanina e la citosina.
I nucleotidi che costituiscono il DNA e l’RNA, rispetto a quelli deputati ad altre funzioni, sono sempre uniti a un unico fosfato.
Diversi e importanti sono i processi dell’organismo ai quali partecipano ta; fra le altre cose sono coinvolti nel metabolismo cellulare, hanno un ruolo nella maturazione, nell’attivazione e nella proliferazione dei linfociti, nella riparazione dei danni subiti dall’apparato gastrointestinale, nel processo di fagocitosi e molto altro ancora.
Da tempo sono ampiamente utilizzati nell’ambito della nutrizione clinica, sono addizionati ai prodotti che sostituiscono il latte materno e sono inseriti nella formulazione di vari integratori alimentari. Nei documenti redatti dal Ministero della Salute rientrano nella categoria “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico”; in particolare sono inserite nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

I nucleotidi sono le unità basilari costituenti gli acidi nucleici DNA e RNA, rispettivamente l’acido desossiribonucleico e l’acido ribonucleico.
Nucleotidi nel latte artificiale
I nucleotidi sono fra le varie sostanze che vengono addizionate al latte artificiale (ricordiamo che nel latte materno tali sostanze sono presenti nella misura di circa 10 mg/L; nel latte vaccino le quantità sono decisamente inferiori). Le direttive europee consentono (anche se non raccomandano) l’addizione di nucleotidi ai latti artificiali. Secondo le conclusioni dell’EFSA non si ravvisano particolari ragioni per l’aggiunta di nucleotidi al latte artificiale.
Nucleotidi nella nutrizione clinica
Il riferimento è all’alimentazione di quei soggetti che si trovano nelle fasi cura intensiva e di recupero post-operatorio; molto spesso si tratta di situazioni nelle quali è necessaria la nutrizione per via enterale.
Oltre ai nucleotidi, la classica nutrizione enterale, vede l’aggiunta di altre sostanze quali acidi grassi omega 3, aminoacidi ecc. Il razionale di queste aggiunte è un più rapido ripristino delle funzionalità gastrointestinali e una più efficace risposta del sistema immunitario. Ciò dovrebbe, di conseguenza, ridurre i tempi di ricovero.
Nucleotidi negli integratori alimentari
Da qualche tempo, i nucleotidi costituiscono l’ingrediente base di alcune formulazioni di integratori alimentari ad azione immunostimolante; altri ingredienti spesso in associazione sono vitamine (in particolare vitamina C e vitamina E), aminoacidi, acidi grassi omega 3, coenzima Q10 e zinco.
Le indicazioni principali all’utilizzo di tali integratori sono:
- rafforzamento del sistema immunitario nel corso di periodi di particolare stress psicofisico;
- rafforzamento delle difese immunitarie nei bambini prematuri;
- cachessia;
- sarcopenia;
- infezioni interessanti l’apparato gastrointestinale;
- traumi, ulcere o ustioni (per facilitare la riparazione dei tessuti)
I dosaggi normalmente suggeriti variano dai 50 ai 200 mg giornalieri.
Effetti collaterali e controindicazioni
In linea di massima, l’utilizzo degli integratori alimentari a base di nucleotidi non comporta l’insorgenza di particolari effetti indesiderati. Tali prodotti sono però controindicati nel caso di ipersensibilità al principio attivo o uno dei componenti delle varie formulazioni.
L’utilizzo di integratori di nucleotidi è controindicato nei soggetti affetti da iperuricemia (potrebbe esserci un aggravamento del quadro clinico) o che comunque ne abbiano sofferto in passato.
A causa dell’assenza di studi al riguardo, l’impiego di tali sostanze è controindicato nelle donne in stato interessante e in quelle che allattano al seno.
Al momento attuale non sono note interazioni degne di nota dei nucleotidi con farmaci o altre sostanze.