Il mercato degli integratori per dimagrire gode da anni di ottima salute e non accenna minimamente a ridimensionarsi; anzi, periodicamente, sui banchi di farmacie, erboristerie e negozi di prodotti naturali (senza contare le vetrine online) fanno la loro comparsa nuovi prodotti che promettono cali di peso più o meno sostanziosi.
Integratori per dimagrire – I meccanismi
È veramente difficile, se non addirittura impossibile, fare una lista esaustiva di tutti gli integratori per dimagrire che sono disponibili sul mercato; sicuramente è molto più pratico prendere in considerazione i meccanismi sui quali tali prodotti si basano. Questi meccanismi sono essenzialmente i seguenti:
- accelerazione del metabolismo
- riduzione del senso di fame
- eliminazione di liquidi
- riduzione dell’assorbimento dei grassi.
Altri integratori per dimagrire (o ritenuti tali) si basano sui loro effetti lassativi.
Accelerazione del metabolismo
Questa categoria di integratori per dimagrire si basa sul fatto che determinate sostanze sembrano in grado di incrementare l’attività metabolica dell’organismo (o, detta, in altri termini, di accelerare il metabolismo); di fatto si tenta di stimolare la termogenesi (si parla anche di integratori termogenici) ovvero di innalzare la temperatura corporea oppure di stimolare la tiroide.
Fra gli integratori per dimagrire che tentano di sfruttare questi meccanismi si ricordano arancio amaro (Citrus aurantium, contiene sinefrina), ginseng, guaranà, efedrina, pseudoefedrina, cola, mate, tè verde, yohimbe, cacao (contiene teobromina) e caffeina.
Un cenno va anche al fucus, un’alga la cui efficacia nell’accelerare il metabolismo deriverebbe dal suo contenuto di iodio; il fucus, inoltre, contiene anche acido alginico, una sostanza che assorbe notevoli quantità di acqua e viene suggerita per combattere la cellulite. Un’altra alga che contiene discrete quantità di iodio è la laminaria.
Fra le sostanze citate, la più efficace è probabilmente la caffeina.
Riduzione del senso di fame
Quella degli integratori per dimagrire che si basano sul meccanismo della riduzione dell’appetito è una categoria che vanta numerosi prodotti; fra questi si ricordano chitosano, guar, glucomannano, crusca, agar agar, psillio, faseolamina (una glicoproteina ricavata dal fagiolo bianco), carragenina (un composto gelatinoso ricavato dalle alghe), semi di lino, mucillagini, gomma karaya ecc.
Si tratta di sostanze che danno un senso di pienezza, rallentano la digestione e impediscono parzialmente l’assorbimento dei nutrienti; devono essere assunte con abbondanti dosi di acqua. Nessuno di questi integratori va a intaccare la massa magra, ma il loro utilizzo a lungo termine non è sicuramente consigliabile perché portano con sé problemi gastrici (digestione troppo lunga, senso di nausea) e intestinali (meteorismo, crampi addominali, flatulenza).
Questi integratori per dimagrire non devono essere assunti da coloro che soffrono di stenosi esofagea o di ostruzioni intestinali.
Un altro metodo per ridurre il senso della fame è ricorrere a sostanze con effetti anoressanti, cosa che è sicuramente da sconsigliare; i prodotti anoressanti blandi (come la bromelina, sostanza che, oltre a controllare i fenomeni infiammatori, ha un’azione proteolitica, ovvero facilita la degradazione delle proteine) non producono effetti pratici, mentre altri come la fentermina hanno pesanti effetti collaterali.
Alcuni rimedi erboristici, come la griffonia, possono avere un’azione farmacologica, ma il fatto che possano essere vendute senza ricetta medica significa che le dosi impiegate sono talmente piccole da non avere sì particolari controindicazioni e affetti avversi, ma allo stesso tempo da essere praticamente inefficaci.
Eliminazione di liquidi
Vi sono diversi prodotti (naturali e sintetici) che hanno spiccata attività diuretica e altri che hanno anche un’azione (invero abbastanza blanda) sulla circolazione (il classico esempio è rappresentato dalla centella asiatica); questi prodotti vengono inseriti fra gli integratori per dimagrire, ma, in realtà, la perdita di peso che si ottiene utilizzandoli è solo temporanea, non particolarmente eclatante, e solamente dovuta alla maggiore eliminazione di liquidi. Fra questi si possono ricordare la betulla, il carciofo, il tarassaco, l’equiseto, l’ortica, la verga d’oro ecc. Fra i principali effetti avversi si devono ricordare la disidratazione, la perdita di sali minerali e i disturbi addominali.
Riduzione dell’assorbimento di grassi
Quelli che si basano su questo meccanismo sono forse gli integratori per dimagrire più gettonati e sono basati su sostanze che, agendo sul metabolismo dei grassi, dovrebbero esercitare un controllo sul loro accumulo aiutando inoltre a bruciare quelli già esistenti.
Un classico esempio è quello della garcinia (la Garcinia Cambogia è una pianta originaria del sud-est asiatico che viene impiegata per confezionare prodotti dimagranti per la presenza di acido idrossicitrico nella buccia del frutto). Si ritiene che l’acido idrossicitrico agisca sull’enzima citratoliasi o direttamente sull’acetilcoenzima-A, bloccando la sintesi degli acidi grassi, evitando quindi che si formi tessuto adiposo. Se da un lato il processo sarebbe positivo poiché porta al consumo dei grassi circolanti (con riduzione del livello dei trigliceridi), dall’altro è negativo perché l’acetilcoenzima-A è fondamentale nella produzione di energia.
Altri prodotti (come la già citata sinefrina, contenuta nel Citrus aurantium) attaccano direttamente i lipidi già depositati e li trasformano in energia (almeno in teoria). In corrispondenza di precisi stadi di maturazione il frutto del Citrus aurantium contiene una combinazione di amine adrenergiche (sinefrina, N-metilsinefrina, hordenina, octopamina e tiramina) che incrementa il metabolismo, aumentando la beta-ossidazione dei grassi. Tutto questo è però teoria perché, in pratica, non vi sono al momento prove certe di una tale efficacia. Vi sono però molti studi che mostrano come l’azione possa sussistere soltanto nel caso in cui il soggetto segua un regime alimentare particolarmente ipercalorico; vale a dire che l’effetto di questi integratori si riduce a bruciare un 10% circa delle calorie che vengono introdotte. Se il soggetto segue una dieta ipocalorica (come di solito viene consigliato), la quota risparmiata è veramente minima e i risultati sono piuttosto deludenti.

Il mercato degli integratori per dimagrire gode da anni di ottima salute e non accenna minimamente a ridimensionarsi
I lassativi
Inserire i lassativi fra gli integratori per dimagrire non è del tutto corretto; di fatto, l’impiego di sostanze con proprietà lassative ha, per certi versi, lo stesso scopo dell’impiego di rimedi con effetti diuretici, ovvero quello di permettere un veloce calo di peso tramite l’eliminazione di liquidi e scorie; peccato però che si tratti di una riduzione di peso che, a ben vedere, è fondamentalmente fittizia.
Gli integratori per dimagrire funzionano?
Gli integratori per dimagrire, checché se ne dica, non funzionano o comunque funzionano pochissimo e i soldi impiegati sono buttati via. Nelle prime fasi sembrano essere la giusta risposta al problema “chili di troppo”, forse anche perché la persona è maggiormente motivata ed è più attenta alla dieta e all’attività fisica, ma, alla lunga, la strategia non paga.
Qualche consiglio che può tornare utile a chi vuole perdere peso può essere trovato negli articoli Come eliminare la pancia – Come fare sport per dimagrire