Il confronto fra integratori richiede competenze molto approfondite. È tuttavia possibile, per certe classi di integratori (vitamine e minerali), tracciare alcune linee guida per evitare di utilizzare prodotti di bassa qualità. Quattro sono gli aspetti da considerare:
- Confezione
- Prezzo
- Quantità
- Facilità d’assorbimento.
Altre considerazioni (peraltro importanti), ripetiamo, sono possibili solo agli addetti ai lavori.
La confezione
Lo stesso prodotto può essere venduto in confezioni differenti. Per esempio, attualmente, il Cebion (vitamina C) è venduto in una decina di confezioni diverse (compresse masticabili, effervescenti, da 500 mg, da 1 g, granulato, senza zucchero ecc.). Occorre prestare attenzione perché le varie confezioni hanno composizioni relativamente al principio attivo! Per cui non è possibile valutare un integratore se non si cita la confezione cui ci si riferisce.
Il prezzo
Occorre riferirsi sempre alla dose mensile, non certo al costo della confezione. Spesso si usano confezioni numericamente scarse, cioè con quantità decisamente ridotte, per mantenere bassi i prezzi e quindi ingannare il consumatore. La quantità bassa può riferirsi al numero di pezzi (per esempio 10 capsule che durano solo 10 giorni se la posologia è di una capsula al giorno), sia al principio attivo (se devo assumere 500 mg di vitamina C, devo usare 5 capsule di un integratore con 100 mg di vitamina C per capsula). Quindi, informarsi sulle varie confezioni e scegliere sempre la confezione più vantaggiosa.

In Italia, il valore annuo del mercato degli integratori è di circa 3,6 miliardi
La quantità
Qui in teoria non dovrebbero esserci dubbi, ma non è così. Due sono i trucchi più usati; studiamoli con due esempi.
Il primo trucco è quello delle unità ibride. È il caso della vitamina E. Le unità internazionali (UI) sono un’unità di misura che esprime la quantità di vitamina attiva. La complicazione riguardante la vitamina E è dovuta al fatto che storicamente 1 UI=1 mg di vitamina E sintetica. Poi si scoprì che esistono diverse forme di vitamina E e che ognuna di esse ha un’attività diversa. Per esempio, la forma naturale più attiva (d-alfa-tocoferolo) è tale che 1 mg di vitamina E sintetica equivale a 0,67 g di d-alfa-tocoferolo. Se si considerano altre forme (per esempio il dl-alfa-tocoferolo acetato) si trovano altre equivalenze. Per evitare la confusione è conveniente fare riferimento alle sole UI. Infatti, se parlo di mg non riesco a essere preciso a meno che non esprima anche la fonte.
Il secondo trucco è quello di esprimere la quantità del composto del principio attivo. 100 g di solfato di rame (CuSO4), per esempio, contengono solo 40 g di rame perché ovviamente nei 100 g sono compresi anche i contributi di zolfo e ossigeno. Se per i composti inorganici bastano elementari cognizioni di chimica, per quelli organici è spesso più difficile calcolare la quantità di minerale presente. È il caso del magnesio. Se nel prodotto compare la quantità di aspartato di magnesio o di pidolato di magnesio, non è facile risalire alla quantità relativa al solo magnesio. Nei composti organici la struttura è molto complessa: per una molecola di minerale sono presenti molte molecole di ossigeno, carbonio, idrogeno (spesso anche azoto e zolfo). Per esempio, 2 g di composto organico di magnesio possono corrispondere a soli 200 mg di magnesio.
La facilità d’assorbimento
A seconda del prodotto, il principio attivo può essere assorbito in percentuale più o meno alta. È il caso del magnesio o in modo più eclatante del ferro. Dipende dal tipo di composto che viene impiegato, ma anche dagli eccipienti. Non sempre ha pregio il fatto che l’origine naturale sia quella più assorbibile (vedasi il caso dell’acido folico).
Come si vede, la situazione è molto complessa e vale la pena farsi una cultura propria sull’argomento. Non fidatevi dei venditori o, meglio, confrontatene le versioni, sentendo sempre più campane.
Per ulteriori approfondimenti si consulti anche l’articolo sui multivitaminici.