Quale dieta per le infezioni urinarie? Prima di entrare nello specifico, un brevissimo cenno sulla condizione in questione.
Le infezioni delle vie urinarie (spesso indicate semplicemente con la sigla IVU) sono patologie la cui causa è generalmente batterica; più raramente possiamo riscontrare infezioni di origine virale ed eccezionalmente di origine micotica. Le IVU vengono anatomicamente suddivise in
- infezioni delle basse vie (cistite, prostatite e uretrite)
- infezioni delle alte vie (pielonefrite e glomerulonefrite).
Il ruolo della dieta nelle infezioni delle vie urinarie
Generalmente le infezioni delle vie urinarie devono essere trattate farmacologicamente; è anche vero però che determinate accortezze di tipo igienico-sanitario e alimentare possono rivelarsi di una certa utilità sia nel ridurre la frequenza delle IVU sia nell’attenuazione della loro sintomatologia.
Due fattori importanti che secondo alcuni studi correlano l’alimentazione alle infezioni delle vie urinarie sono l’idratazione e l’acidificazione.
L’idratazione
Una corretta idratazione, favorendo la diuresi, ha effetti preventivi relativamente all’eccesso di concentrazione delle urine con conseguente diminuzione dell’azione irritativa che tale eccesso può provocare; l’aumentata diuresi inoltre permette una costante eliminazione dei batteri che si trovano all’interno delle vie escretrici.
Oltre agli effetti diretti ce n’è uno di tipo indiretto: com’è noto, una corretta idratazione (specialmente se abbinata a una discreta introduzione di cibi ricchi di fibre) favorisce la motilità intestinale contribuendo alla regolarità delle evacuazioni; ciò previene (o riduce in modo consistente) la proliferazione di batteri fecali che sono una delle cause di infezione a livello delle vie urinarie.

Almeno il 30% delle donne, contro il 12% degli uomini, è stato affetto nel corso della vita da almeno un episodio di infezione delle vie urinarie
Dieta per le infezioni urinarie – L’acidificazione
Un regime alimentare con elevato residuo acido permette di diminuire il pH delle urine; ciò favorisce una minore adesione dei batteri alle pareti delle vie escretrici. In quest’ottica può essere consigliabile aumentare l’introduzione di cibi a effetto acidificante (con residui di cloro, fosforo e zolfo) diminuendo la quota di quelli che, al contrario, hanno un effetto alcalinizzante (con residui di calcio, magnesio, sodio e potassio).
Di seguito proponiamo una pratica tabella che riporta i cibi suddivisi a seconda del loro effetto acidificante o alcalinizzante.
Cibi acidificanti | Cibi alcalinizzanti |
Pane bianco e di farina di grano duro | Carote |
Pane di segale e di farina di segale | Cavolfiore |
Corn flakes | Sedano |
Pasta all’uovo | Cicoria |
Fiocchi di avena | Melanzane |
Riso | Lattuga |
Spaghetti | Patate |
Lenticchie secche | Rape |
Fagioli | Spinaci |
Arachidi non trattate | Salsa di pomodoro |
Noci | Mela |
Trota (arrosto o bollita) | Albicocca |
Filetto di merluzzo | Fragole |
Acciughe | Anguria |
Manzo magro | Succo di pompelmo |
Pollo | Kiwi |
Salsiccia | Succo d’arancia |
Maiale magro | Pesche |
Bistecca magra o mista | Uva |
Salame | Vino rosso |
Tacchino | Pomodori |
Vitello | Peperoni |
Camembert | Zucchine |
Cheddar | Piselli |
Gouda | Banane |
Grana | Succo di limone |
Latticini | Ananas |
Tuorlo |
Consiglio generale
Ogni patologia minore, e le infezioni urinarie rientrano in questa categoria, può essere decisamente meglio gestita se il soggetto ha un buon stile di vita. L’alimentazione quindi è un’arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio.
Per esempio, è decisamente inutile occuparsi di mangiare bene se poi si fuma, si ha una vita totalmente sedentaria, ci si concede troppo spesso agli alcolici ecc.