Quale dieta per la gotta e l’iperuricemia? Prima di entrare nel cuore della questione, un breve cenno sui due disturbi che si intendono contrastare con una modifica del regime alimentare.
L’iperuricemia è un disturbo caratterizzato da un rialzo di acido urico circolante; tale rialzo può essere conseguente a un aumento della sua produzione, da una sua ridotta escrezione a livello renale oppure dalla concomitanza di entrambi i fattori.
La gotta è, a sua volta, una patologia dismetabolica provocata da un incremento del livello di uricemia, con il successivo deposito di cristalli di acido urico nei tessuti periarticolari. Anche se non scientificamente corretto, molti considerano gotta e iperuricemia come sinonimi; in realtà non è detto che il soggetto affetto da iperuricemia sia automaticamente un soggetto gottoso.
Ulteriori informazioni sulla patologia gottosa sono reperibili nel nostro articolo a essa dedicato: Gotta.
Iperuricemia e gotta – Ruolo della dieta
È ormai molto tempo che il ruolo della dieta nella prevenzione e nella cura di iperuricemia e gotta è stato decisamente ridimensionato.
Nell’antichità la gotta veniva definita l’artrite dei ricchi perché si associava la sua comparsa al consumo di carne (con la quale i ricchi si alimentavano quotidianamente). In realtà non esistono evidenze scientifiche della relazione fra il consumo di determinati alimenti e la comparsa di iperuricemia e gotta. Si può però supporre che, dal momento che l’iperuricemia è, nella maggior parte dei casi, associata a disturbi quali l’obesità, l’ipertrigliceridemia, il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa, sia più corretto considerare l’alimentazione come causa indiretta e non diretta dell’iperuricemia e della gotta.
Dieta per la gotta – Cibi da evitare e cibi consigliati
Una ricerca statunitense effettuata diversi anni fa (Choi HK et al. Purine-rich foods, dairy and protein intake, and the risk of gout in men, 2004) afferma che non tutti i cibi che contengono le purine (da sempre ritenute le principali responsabili dei disturbi in questione) sono controindicati nei soggetti iperuricemici e gottosi. Molte carni bianche, le proteine vegetali (prima messe sotto accusa), le uova e i formaggi magri sono stati assolti dalla ricerca (anzi, il latte sembra addirittura contrastare la patologia).
Rimarrebbero invece incriminati fegato, rognone, cuore, aringa, sgombro, acciuga e trota. Una lista di cibi quindi tutto sommato piuttosto ridotta che ci fa capire che è più opportuno cambiare stile di vita optando per un regime ipocalorico e una sana attività sportiva senza “impazzire” spuntando la lista dei cibi “buoni” e “cattivi” (tra l’altro, e di questo si deve tenere debito conto, liste di questo genere, reperibili in Rete o nelle riviste, sono spesso contraddittorie fra loro).
Che fare dunque? Presto detto: si segua una dieta con un contenuto normale di proteine, senza eccedere negli zuccheri (ricordiamo che la dieta italiana prevede una ripartizione giornaliera dei macronutrienti così suddivisa: carboidrati: minimo 45%, proteine: minimo 15%, grassi: minimo 25%. Il restante 15% deve essere personalizzato in base al grado di sedentarietà del soggetto) limitando al massimo il consumo di alcol. In particolare, l’alcol e l’obesità sono fattori che aumentano la secrezione di acido urico e ne diminuiscono l’escrezione.

La gotta è una patologia dismetabolica provocata da un incremento del livello di uricemia, con il successivo deposito di cristalli di acido urico nei tessuti periarticolari.
Consiglio generale
La gran parte delle patologie minori (e l’iperuricemia e la gotta possono rientrare in questa categoria) possono essere decisamente meglio gestite se il soggetto ha un buon stile di vita. L’alimentazione quindi è un’arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio. Per esempio, è decisamente inutile occuparsi di mangiare bene se poi si fuma, si ha una vita totalmente sedentaria, ci si concede troppo spesso agli alcolici ecc.