La dieta Mayo (anche dieta chetogenica Mayo) è un regime alimentare iperproteico nato negli anni ’40 del XX secolo, ma diventata estremamente popolare soltanto una quarantina di anni dopo.
Precisiamo subito che la dieta Mayo di cui ci occupiamo in questo articolo non ha niente a che vedere con il noto centro dedicato all’alimentazione che ha sede a New York (la Mayo Clinic, gestita dalla Mayo Foundation for Medical Education and Research).
Nonostante ciò, periodicamente, la clinica è costretta a disconoscere il regime alimentare che va sotto il nome di dieta Mayo e che molto spesso le viene attribuito. Ricordiamo che la Mayo Clinic è un’organizzazione dedita alla ricerca sulla salute e la gran parte della sua attività è, in effetti, dedicata all’alimentazione; è sì vero che il centro ha messo a punto una dieta, basata su un modello di piramide alimentare (Mayo Clinic Healthy Weight Pyramid), essa però è ben lontana dal regime nutrizionale qui descritto.
A tutt’oggi è tuttora ignota la derivazione del nome attribuito al regime alimentare in questione; quel che è certo è che molti siti web distinguono questa dieta da quella proposta dalla clinica Mayo indicando quest’ultima con la dicitura “Real Mayo Clinic Diet” (ovvero: la vera dieta della clinica Mayo).
Dieta chetogenica Mayo? – In cosa consiste?
La dieta Mayo risale, come detto, agli anni ’40 e nel corso del tempo ha subito varie modifiche.
Le varie versioni che sono state man mano proposte hanno di volta in volta privilegiato tre alimenti principali: il pompelmo, la carne e le uova.
La versione più recente comprende tutti e tre gli alimenti principali, ma nient’altro di più. Infatti la dieta Mayo è molto monotona, in quanto prevede il classico programma colazione-pranzo-cena, in cui gli unici piatti che compaiono sono pompelmo (o succo di pompelmo), uova, carne (cucinate a piacere) e pancetta (a colazione).
Sono permesse le insalate, con esclusione di alcune verdure e delle patate. Sono banditi pane, tutti i cereali e i legumi.
I grassi, oltre a quelli contenuti nei cibi, sono previsti nel condimento delle insalate (a piacere, anche se si precisa che non devono essere usati condimenti dietetici, ma sono ammessi anche il burro e vari tipi di salse).
Anche se le indicazioni della dieta Mayo sono molto generiche e prive di una valutazione quantitativa degli alimenti (incredibilmente, l’unico alimento pesato è il meno calorico, il pompelmo!), è facile arguire che si tratta di una dieta iperproteica, simile alla cosiddetta dieta dell’astronauta (un’altra proposta alimentare per niente convincente), dalla quale si differenzia per aver tolto anche tutti i formaggi e i derivati del latte.
Il regime alimentare in questione non impone delle porzioni, anzi, si consiglia di mangiare il piatto monotematico senza limiti, fino a che non ci si sente sazi!
La dieta Mayo viene prescritta su un periodo base (due settimane), costituito da 12 giorni di dieta e due giorni di “riposo”, in cui è permesso mangiare a piacere.
Il periodo base è ripetibile a piacere fino al raggiungimento del peso voluto (qualunque esso sia!).
Non è previsto alcun regime di mantenimento, ma solo la ripetizione del periodo base di dieta.

Il pompelmo (32 kcal/100 g) è uno degli alimenti base della dieta Mayo
Dieta Mayo – Funziona?
Le prime cose che devono essere messe in luce è la ripartizione errata dei macronutrienti e la scarsa attenzione ai micronutrienti. La dieta Mayo, infatti, è sicuramente sbilanciata verso le proteine e i grassi. Inoltre, eccezion fatta per il pompelmo, la frutta compare veramente poco e l’apporto di vitamine, fibre e sali minerali non è probabilmente ottimale.
Un altro errore della dieta Mayo è quello relativo alla demonizzazione di una gran parte di cibi. Escludere tutti i cereali e derivati, i legumi, i derivati del latte e molte verdure conduce a una dieta fortemente sbilanciata e con carenze notevoli di vitamine e fibre.
Per certo la dieta Mayo non trasmette una educazione alimentare. Il messaggio trasmesso da questo regime dietetico non propone un’educazione alimentare, ma si basa sulla demonizzazione di molti cibi e sull’illusione che di altri cibi (quelli “buoni”) sia possibile saziarsi a piacere senza alcun limite.
È quindi veramente difficile trovare punti di forza di questa dieta, se non quello che, essendo elevate le quote di proteine e grassi, risulta sicuramente molto più saziante di altre diete più punitive.
Nelle indicazioni generali, peraltro, non si pone attenzione all’esercizio fisico come parte integrante del regime dietetico; del resto, come tutte le diete a basso apporto di carboidrati, una dieta del genere mal si concilia con un’attività fisica di media o elevata intensità.
In sostanza, si tratta di una dieta fortemente sbilanciata, difficilmente sostenibile sul lungo periodo, a costo di molte carenze nutrizionali.