La dieta del cortisolo (libera traduzione di Cortisol Connection Diet) è un regime alimentare nato nei primi anni del 2000; questo regime nutrizionale è stato ideato dal dottor Shawn Talbott; l’opera di riferimento della dieta del cortisolo è il libro The Cortisol Connection Diet.
Il regime dietetico ideato da Talbott è basato sull’idea del controllo della secrezione del cortisolo, un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali.
Il cortisolo, noto anche come ormone dello stress (la sua produzione aumenta quando l’organismo viene sottoposto a stress psicofisici di una certa entità), svolge diverse funzioni: favorisce la gluconeogenesi epatica, la glicogenogenesi e la proteolisi, ha azioni antinfiammatorie (rese possibili attraverso una riduzione delle difese immunitarie) e antireattive, induce un incremento della gittata cardiaca, favorisce mobilitazione e utilizzo degli acidi grassi (anche se in determinati distretti stimola il processo di lipogenesi) ecc.
La secrezione di cortisolo è maggiore quando i livelli di glicemia sono bassi (di norma nelle ore mattutine, a digiuno) o quando l’organismo sta sperimentando una situazione di stress.
Livelli cronicamente alti del cortisolo in circolo sono associati a varie disfunzioni. Un’iperfunzionalità della corteccia surrenale (da aumentata secrezione di ACTH o da tumori del surrene) è causa di un aumento del cortisolo in circolo che può condurre a una patologia nota come sindrome di Cushing; una ridotta secrezione di cortisolo configura invece il cosiddetto morbo di Addison.

Il cortisolo è un ormone steroideo costituito da ventuno atomi di carbonio e prodotto dalle ghiandole surrenali
Cortisolo e alimentazione
Il tipo di alimentazione può avere influenza sulla secrezione di cortisolo. In condizioni normali, i livelli di cortisolo seguono ritmi circadiani, i più alti si riscontrano al mattino, mentre i più bassi nelle ore serali. Il digiuno è una delle condizioni che induce un aumento della secrezione dell’ormone in questione.
Non tutti gli studi concordano sull’influenza che l’alimentazione ha sui livelli del cortisolo in circolo; alcuni di essi associano una sovrapproduzione di tale ormone a un regime alimentare ricco di carboidrati a elevato indice glicemico, mentre altri studi associano tale sovrapproduzione a una dieta ricca di proteine.
Nel caso di regimi alimentari che privilegiano un alto contenuto di carboidrati ad alto indice glicemico, l’elevata produzione di cortisolo sarebbe legata alla cosiddetta ipoglicemia di rimbalzo, un noto fenomeno fisiologico provocato dalla notevole secrezione di insulina che si verifica a seguito di un’assunzione di cibi ad alto indice glicemico.
Nel caso di regimi alimentari più spostati verso le proteine, l’ipersecrezione di cortisolo sarebbe invece legata all’esigenza di “consumare” gli aminoacidi in eccesso presenti a livello epatico in seguito all’assunzione di una quota di proteina eccessiva rispetto a quella necessaria ai fabbisogni dell’organismo.
Dieta del cortisolo – Come funziona
Il regime nutrizionale proposto dal dottor Talbott è sostanzialmente un piano dietetico di tipo ipocalorico finalizzato alla perdita di peso.
I vari alimenti vengono divisi in due grandi categorie: cibi buoni e cibi cattivi. Rientrano nella prima categoria i cibi a basso indice glicemico, gli alimenti ricchi di fibre, i grassi insaturi e i cibi che contengono proteine con elevato valore biologico; fanno invece parte della seconda categoria gli zuccheri semplici e i carboidrati raffinati, i cibi con poche fibre, quelli con poche proteine o con proteine dal basso valore biologico nonché i grassi saturi e i grassi idrogenati. Il pane bianco, tanto per fare un esempio, rientra nella categoria dei cibi “cattivi”, mentre il pollo alla piastra in quella dei cibi buoni.
Un concetto introdotto dalla Cortisol Connection Diet è quello del Balance Index, indice che prevede una gestione dell’alimentazione che guarda sia alla quantità (benché relativamente) sia alla qualità (vedasi la suddivisione fra cibi buoni e cattivi).
A differenza di quanto accade con altri regimi alimentari, non si danno precise indicazioni quantitative, ma soltanto indicazioni di massima su come gestire le porzioni. Uno dei consigli forniti è quello di come suddividere le quantità di alimenti da assumere in pasti e spuntini in modo da evitare picchi glicemici troppo elevati (vengono consigliate 6-7 assunzioni giornaliere).
Al momento del pasto o dello spuntino è importante gestire gli alimenti da assumere facendo in modo di tenere alto il Balance Index, compensando l’introduzione di alimenti qualitativamente non eccelsi con altri ritenuti di buona qualità.
Sostanzialmente il regime ideato da Talbott si pone l’obiettivo di porre un limite all’ipersecrezione di cortisolo tramite la suddivisione dell’assunzione di cibo in molti pasti giornalieri, con un occhio di riguardo alle ore mattutine, quelle in cui i livelli di cortisolo subiscono le maggiori oscillazioni.
La proposta di Talbott pone anche una certa attenzione alle associazioni alimentari.
Per quanto la dieta del cortisolo sia un regime alimentare molto più sensato di altri, ha sia il limite di ricondurre il problema del sovrappeso a una sola causa (in questo caso, l’ipersecrezione di cortisolo) sia il limite di pensare che siano sufficienti alcuni accorgimenti nutrizionali per modificare il problema.
Il rischio è quello di adottare un regime alimentare che privilegi uno o due aspetti a scapito di altri che invece, in ambito nutrizionale, hanno un’importanza decisiva come, per esempio, l’aspetto quantitativo.