La dieta Chenot s’ispira ai principi formalizzati da Henri Chenot (1943-2020), medico catalano, ma francese d’adozione. La dieta, invero, è solo un aspetto delle sue teorie, ispirate al taoismo e ad alcune filosofie orientali, elaborate in modo personale.
Infatti gli interessi di Chenot spaziavano in parecchi campi, alcuni anche poco convenzionali: psicologia, antropologia, medicina cinese, fitoterapia, talassoterapia, cromoterapia e aromaterapia. Nel 1980, Henri Chenot si trasferisce in Alto Adige e inaugura prima lo “Spazio Henri Chenot – Centro Cura” a Solda e successivamente “L’Espace Henri Chenot Centro Cura” di Merano, centri di recupero del benessere psico-fisico ispirati alle sue teorie, sintetizzate nel libro La dieta energetica scritto nel 1984 ed edito da Rizzoli. Chenot è morto a Lugano il 2 dicembre 2020 all’età di 77 anni.
In cosa consiste la dieta Chenot
Henri Chenot ha chiamato la sua disciplina biontologia, letteralmente scienza dello studio della vita (o dell’essenza della vita). Studiando i cambiamenti indotti dal passare del tempo nell’organismo umano, Chenot ha elaborato anche una sua teoria sull’aumento di peso: esso sarebbe provocato da uno squilibrio tra mente e corpo dovuto all’accumulo di tossine nell’organismo.
La prima fase della dieta Chenot consiste quindi in un periodo di disintossicazione (generalmente 3 giorni), essenzialmente un regime molto restrittivo a base di centrifugati di frutta, verdure e una modestissima quantità di riso (possibilmente cotti a vapore).
Quindi inizia il periodo della dieta vera e propria, che può protrarsi per un mese circa. Gli individui vengono classificati in categorie e, a seconda della categoria di appartenenza, viene stilata una dieta opportuna. Essa s’ispira comunque ad alcuni principi fondamentali, una serie di regole fisse: mangiare la frutta sempre prima dei pasti, non bere durante i pasti, bere acqua, dopo averla bollita, con aggiunta di succo di limone, consumare un piatto unico, dividendo i glicidi dalle proteine, fare ampio uso di centrifugati di verdura e frutta fresca.
I cibi proibiti sono grassi animali, selvaggina, carne di maiale, formaggi stagionati, tè, caffè e alcolici. Per proseguire la fase di disintossicazione, si attua il digiuno per 4 giorni all’anno.
La dieta è fondamentalmente a base di frutta e verdura, con poche aggiunte di proteine di latte e yogurt e pochissimi cereali. Risulta quindi fortemente sbilanciata verso i carboidrati.
Nella dieta Chenot viene data importanza anche ad alcuni aspetti legati alle teorie filosofiche della biontologia, come i colori della frutta e la distribuzione dei pasti nella giornata (mai mangiare dopo le 20 o fuori pasto).
La colazione, abbondante, deve essere a base di frutta, yogurt e muesli.
La dieta Chenot promette la perdita da due a cinque kg in una settimana. Inoltre, seguendo le teorie della biontologia, promette il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico che dovrebbe eliminare oltre al sovrappeso, anche lo stress e la stanchezza.
Per quanto riguarda il mantenimento, Chenot consiglia di effettuare regolarmente i periodi di disintossicazione e di seguire i principi delle sue teorie filosofiche.
I punti deboli della dieta Chenot
La dieta Chenot si basa su molti concetti e teorie molto distanti dalle posizioni della medicina occidentale, risentendo dell’influsso delle filosofie orientali. Molte regole imposte dalla dieta sono prive di fondamento scientifico e i punti deboli sono parecchi:
Ripartizione errata dei macronutrienti – Difficile dire quale sia la ripartizione corretta dei macronutrienti, in quanto manca completamente ogni tentativo di quantificare le porzioni. Tuttavia si può arguire che sia essenzialmente sbilanciata a favore dei carboidrati, con tutti i difetti di regimi alimentari poveri di proteine e lipidi.
Demonizza alcuni alimenti – Anche se limitare i grassi saturi è comunque salutare, demonizzarli al punto da escluderli praticamente dalla dieta è sicuramente un eccesso pericoloso. Inoltre l’esclusione di molti formaggi e della carne rende la dieta molto sbilanciata.
Non trasmette un’educazione alimentare – La dieta Chenot non prevede il peso dei cibi, ma le porzioni sono misurate con criteri empirici (un piatto, una ciotola…). Pensare di dimagrire senza un conteggio delle calorie assunte o escludendo alcuni cibi “cattivi” è sicuramente una strategia inefficace.
Eccessiva importanza ad aspetti secondari – Nella dieta Chenot si dà molta importanza ad aspetti privi di fondamenti scientifici, come la scelta dei colori dei cibi, la modalità di assunzione dell’acqua e delle molte tisane e degli integratori previsti nel piano alimentare.
Difficoltà di realizzazione pratica – A meno di non seguire un piano personalizzato nei centri oasi Chenot, è veramente difficile attuare a casa propria tutte le strategie previste dal piano di dimagramento (compresa l’assunzione di decotti, tisane, ecc..).
Esistono punti di forza?
Si tratta di alcuni particolari che sono ragionevoli, nell’ottica di una dieta dimagrante, come l’eliminazione di alcolici, non consumare spuntini fuori pasto, la grande importanza data alla colazione (ricca e a base di frutta, yogurt e cereali).
Inoltre è interessante il messaggio di fondo promulgato da Chenot: l’alimentazione corretta è solo uno dei tasselli per raggiungere una condizione ottimale e non va vista disgiunta da una visione integrata tra psicologia, nutrizione e attività fisica.
Nelle indicazioni generali, non si pone attenzione all’esercizio fisico come parte integrante del regime dietetico. Tuttavia la sedentarietà è elencata come possibile fonte di squilibrio tra mente e corpo (assieme all’inquinamento).
Considerazioni finali
La dieta Chenot è un regime alimentare molto sofisticato, basato su molti concetti discutibili e sconsigliabile nel lungo periodo, vista la ripartizione molto squilibrata dei macronutrienti.